Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

15 maggio 2011

I No che aiutano a vivere

Come lo sanno dire loro...nessuno. Che poi il bisillabo è simbolo condensato del potere. Fateci caso. La prima parolina che i bambini -tutti i bambini sia di qui che di là delle Alpi- tentano di usare è: "no", anzi: "NO".


La dici e già ti senti grande!


Il no in Italia è farlocco. Spesso è un: "Nooo!" oppure: "No, no,no...cioè". In Germania è semplice, quadrato. Un mattone. "No.". Detto così, come un "sì." Tranquillo. Senza esclamazioni, senza tensioni, senza recriminazioni. Spesso senza niente di personale. Se proprio si chiede perché segue spiegazione logica alla negazione di prestazione di un servizio, tanto per fare un esempio. All'inizio la spiegazione la chiedi....Condizionato dalle esperienze in patria dove tutto è riarrangiabile, figurati un no. Dopo qualche tempo impari a fidarti. Quel "No." piano, semplice e definitivo è...vero.


Tempo fa mi chiama un'amica, tra l'altro pure tedesca di nascita e passaporto, ma in Italia da quel mò. Ha intrapreso una nuova attività e quel giorno doveva telefonare a un cliente per comunicargli che non poteva fare fronte agli impegni presi, causa forza maggiore. "Non si può dire di no, occorre trovare una buona scusa, siamo solo agli inizi!". Che approccio strano. Siccome sei agli inizi inventi una fandonia, con il rischio che venga intuita, senza pensare che potrebbe pure rivelarsi controproducente. Perché non raccontare semplicemente quello che è successo, sottolineando che la propria politica è massima trasparenza e si è pronti a fornire uno sconto per il disagio...o quant'altro?


Insomma qui impari che il no esiste (orari dei supermercati, degli uffici, disponibilità delle persone, competenze...) come dato di fatto. E dove c'è il no c'è sempre un si. E ti adatti. Alla fine la bilancia è in pareggio. Se arrivi oltre il quarto d'ora dal dentista non t'incazzi e pensi sia razzista quando ti dice no, mi spiace, mostrandoti l'agenda fitta di appuntamenti e ringrazi sentitamente se invece ce la fanno lo stesso...


Sembra strano ma si vive, bene, con i "No."

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