Ecco, finito di leggere
Jules e Jim di Henri Pierre Roché. Romanzo poco memorabile che ha
ispirato il celebre film di Truffaut, con Jeanne Moreau una Kathe bella
e credibilmente pazza. Tutti lì a eccitarsi per il triangolo amoroso
lui lei l'amico di lui, in realtà molto impettito, e nessuno bada a
un piccolo dettaglio. Per dedicarsi ai viaggi e alle fantasie erotico
sentimentali con il nuovo partner lei molla reiteratamente le figlie,
3 e 5 anni, mica maggiorenni. Ora. Io non so con che energie e che
disponibilità reale si riesca a conseguire ciò. Con due bimbi di
quell'età che ti trasformano in un erogatore di servizi all'infanzia
24su24ore. Ma tant'è. Forse li stordivano con il cloroformio.
Tra Anna Karenina, quella
sciroppata dell'Anita Garibaldi, le madri dei fratelli Karamazov, le
protagoniste femminili dell'Educazione Sentimentale, del Grande
Gatsby, della Vedova Couderc di Simenon...appena ti rivolgi al
passato l'abbandono totale o parziale dei figli da parte delle mamme,
a tate, parenti e in qualche caso mariti, non era infrequente o
legato a morte prematura o questioni d'indigenza. E, cosa
inaspettata, non creava particolare riprovazione. Alle donne si
riconosceva uno stato di parziale infermità mentale. Meglio di non
possesso della piena lucidità e capacità di discernimento. Dal
momento che da sole non si reggevano è chiaro, si lasciavano
condizionare dal maschio di turno. Da qualcuno di più forte. Faceva
parte della Natura del sesso debole, insomma, l'instabilità.
Poi i bimbi storicamente
venivano cresciuti da balie, tate, vecchie zie, suore, contadine
povere. E morivano come mosche, almeno da piccoli.
Sia come sia, in Jules e
Jim non un accenno che Kathe sia una cattiva mamma, tutt'altro, anche
se si allontana da casa per settimane e poi decide di compiere
l'estremo gesto lasciando due orfanelle (risparmia il padre, che fanciulla previdente).
Così solo buone parole
per la signora Arnoux che internava la figlia in un collegio per il
brutto carattere...(sono tutte notizie date en passant, e forse
proprio per questo ancora più scioccanti per il lettore moderno). Che
anzi... Frédéric, il protagonista dell'Educazione Sentimentale, trova quasi buffo che ogni fine
settimana Rosanette, la sua donna, voglia recarsi in campagna dalla
balia a stringere tra le braccia loro figlio neonato (solo il fine
settimana badi ben...). Dell'Anita Garibaldi poi tutti a costruire
icone da eroina risorgimentale, non un cip! sul fatto che abbia
mollato la numerosa prole alla suocera per tallonare l'amato pene,
pardon, bene (che dell'unione della penisola a lei brasiliana siamo
poi sicuri che gliene inciuciasse molto?). Lei stessa, del resto, scopro
leggendo, era stata sposata a forza appena quattordicenne a un calzolaio che le
forgiasse il carattere ribelle.
Venendo a noi, mio zio è
stato allevato dalla bisnonna, mio padre a 9 anni entrava in
collegio, e ci usciva per raggiungere la famiglia pochi giorni
all'anno. E nessuno ritiene mia nonna una mentecatta per essersi così
alleggerita di due dei suoi tre figli. E no, non erano affatto
indigenti. La mamma di mia suocera, 10 figli, appena sgravata
affidava il neonato alle figlie più grandi e il giorno dopo il parto
tornava a lavorare. E no, non erano affatto indigenti.
Azzardo una spiegazione.
Le donne i figli una volta spesso li subivano. Si maritavano per
ignoranza, obbligo, tradizione, per sfuggire dalle famiglie
d'origine. Se restavano incinte e ci restavano a detta di molti con
una facilità che oggi ce la sogniamo, abortire era difficile oltre
che perseguibile. A volte il deterrente era il contesto. Resti
incinta e fuori infuria la guerra, tuo marito è al fronte, corri il
rischio di rimanere vedova, sei obbligata alle vessazioni di tua
suocera, tua madre...oppure il figlio è una conseguenza di una
violenza, un marito ubriaco, violenze di guerra, di strada, di
rivolte, un adulterio subito.
Le protagoniste dei
telefoni bianchi, di figli non ne avevano oppure via, giusto uno. Che
questo era il sogno segreto della platee femminili del 20ennio
fascista, mica le italiche fattrici coi fianchi spioventi da plurime
gravidanze, ma una vita di mollezze e amori sospiranti, corpi
androgini, dagli sguardi assassini, fasciati in lussuosi vestiti
argentati.
L'istinto materno fungeva
da correttivo -e ha funto spesso se no non saremmo qui, ma a volte
faceva cilecca. Ecco, azzardo pure il proclama post-femminista: la
consapevolezza ci ha reso molto, ma molto più sole. Disincantate ed
esigenti. E anche troppo critiche. Ma almeno quando decidiamo di
averli i bambini no, non li abbandoniamo tanto facilmente.
Soprattutto per compiacere i desideri di un paio di braghe qualsiasi.
Evviva la modernità, per
una volta tanto.