Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

31 ottobre 2012

Speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia...

Come un mantra. Stasera me lo ripeto come un mantra. Speriamo che mia figlia non sia intelligente, intelligente nel senso più banale del termine, intelligente logico-matematicamente-astrattamente. Quell'intelligenza misurabile con l'IQ, per intenderci. Qualcuno va anche a farsi inseminare con lo sperma dei Nobel per ottenere un bimbo intelligente in quel senso lì.
Io no. Mai l'avrei fatto nella vita. Piuttosto un'inseminazione naturale da quel bel vitellazzo del vicino, sempre biotto fino alla cintola, che se gli infili due congiuntivi di seguito ti guarda come tu fossi la Madonna di Fatima.
Eppure ci sono degli indizi sospetti. E' brava a scuola. Vuole sapere tutto sugli strati terrestri, i Romani, l'Età della pietra, l'evoluzionismo Darwiniano...Quest'estatate si era appassionata ai documentari sui Paesi nel Mondo e una volta, in pizzeria quando è cominciato SuperQuark alla Tv è scattata come un automa per seguire il documentario sui minerali oversize di una cavolo di grotta in Messico.

Ma non sono queste le cose che opprimono una mamma -relativamente- povera e conseguentemente poco propensa a sponsorizzare gli studi universitari della figlia.
E' la dark side dell'intelligenza logico matematica che terrorizza una mamma di pancia.

Cosa porta quell'intelligenza lì? In primis una diminuita capacità di leggere il dato contestuale. Tra cui l'aspetto prettamente emotivo della comunicazione interpersonale. E la Ari in quella è una mezza schiappa. Si fa infinocchiare dalla figlia della vicina che ha due anni meno di lei (tra 7 e 5 anni, lo iato è incommensurabile), lei la fa pirlare come vuole, emotivamente parlando, blandendola con care parole, quando deve ottenere qualcosa e  facendola schiumare dalla rabbia, se ritiene di essere stata abbindolata ed è in cerca di vendetta.

E questo è il primo aspetto "cupo" dell'IQ elevato. Poi, peggio. Cosa dire della scarsa flessibilità energetica? Acclaro. La Ari ha un ritmo sonno veglia come il dressage dei cavalli lipizzani. Preciso, costante, da vigilare nella sua periodicità. Stasera per esempio, Halloween, la Ari era sovraeccitata fin dalle 16. Un elettrone sbalzato d'orbitale. Ecco cosa mi sembrava mia figlia. E purtroppo io la becco subito, da mamma...Anche se tento di lasciarla in pace...sento nella pelle mia la sua sovraeccitazione.
Del resto: le compagne, i dolcetti da cucinare insieme, la cerimonia della vestizione da strega, il trucco, il corteo di streghette per strada, i dolcetti, tutti quegli zuccheri nel sangue.
Insomma alle 22 la Ari è un fascio di nervi tesi.
Redarguisce malamente chiunque, me soprattutto...io resisto poco e male e m'arrabbio, lei comincia lo show: "sono cattiva, dammi le botte, non lo farò più, sono disperata", si percuote che sembra un officiante umbro in processione di Ognissanti...ulula....Tutto solo perchè ha esaurito le batterie e DEVE andare a dormire.

Che fare? A mo' di camicia di forza, la mamma, purtroppo io, a quel punto afferra il bimbo e lo contiene fisicamente. Il bimbo straparla, ma il contenimento fisico ottiene 9 su 10 il contenimento verbale ed emotivo. Dopo poco il bimbo si quieta, "sta" e diviene recettivo alle parole...

In sintesi la Ari, a 7 anni suonati, non è in grado di andare a dormire due ore dopo la schedule consuetudinaria. E questo, a mio istintivo parere, è un risvolto triste della sua intelligenza...

Ps: per direzionare le prospettive lavorative di mia figlia, ho già predisposto un bel velcro con cui farla dilettare: l'allenamento alla depilazione del pelo superfluo. La sventurata rispose di Manzoniana memoria o non era stata avviata alla sua professione con simili utili giochetti?

La Ari, in pizzeria che si guarda Superquark.

Le ricette di Petronilla - Halloween de 'noantri


Quest'anno tutte fan dell'Esselunga. Che un mesetto fa ha prodotto Dolcetto o scherzetto, un avvincente opuscolo con ricette facili facili e di sicuro appeal sui bambini. Morale, molte mamme in procinto di fare la spesa, oggi tenevano sottobraccio l'opuscolo e si guardavano pure in cagnesco tra loro...non sia mai che l'altra mi rubi l'ultima scatola dei biscotti Milano per le mummie spettrali o di Fiorelle per gli occhio per occhio.

In verità all'Esselunga non ci sono arrivata e ho cercato i succedanei degli ingredienti al più vicino Carrefur. Malgrado i prodotti scaci il risultato è stato incoraggiante. Ai ragnetti dispettosi e ai mini pipisterelli volanti si sono aggiunte un paio di ricette de noartri, di cui una veramente pulp, a partire dall'esecuzione.

Preparare la frolla secondo ricetta, la mia prevede 150 grammi di farine miste, 100 di burro a pezzettini e ammorbidito, 100 di zucchero di canna,1 uovo, un pizzico di bicarbonato e un pizzico di cremor tartaro, buccia di limone non trattato gratuggiato.

Mezzora in frigo, poi si divide l'impasto in tanti panetti quanti sono i bimbi. Si stende ogni panetto a circa mezzo centimetro di spessore. Poi si fa mettere la mano della streghetta o del fantasmino sullo strato e con un piccolo coltello ben affilato se ne segue il contorno.

Si inforna il macabro carico (170°) per una ventina di minuti. Quando le punte delle dita si fanno brunite (lì la pressione delle mani comporta pasta di minor spessore) si levano dal forno le manine e...via col decor: vene varicose, necrosi, nei purulenti...

Su e giù...

Una ricetta bella da vedere, bella...impressionante da vedere, buona da mangiare e pure economica...

Ps: i bimbi vivono con vera emozione il rifilo delle loro estremità con il coltello...sopratutto se operato da una vecchia miope come me...da brivido!

30 ottobre 2012

Una volta la chiamavano cinquantenite.


L'educazione sentimentale di noi ragazze degli anni '60 è stata strana. Schizofrenica, diciamo. Da una parte c'era tutto il detto, lo scritto, l'insegnato - corsi di educazione sessuale, con schemini e disegni in quadricromia, rubriche per teen agers sulle riviste, libri, convegni, i pistolotti degli insegnanti, dei genitori... Il che, visto con il senno di poi, apparteneva più al mondo di quello che avrebbe dovuto essere rispetto a quello che era sempre stato (e presumibilmente, sarebbe sempre stato, anche in futuro).
Accanto a questa fonte di informazioni positiva, costruttiva, paritaria rispetto al femminile e al maschile, esisteva tutto un mondo di conoscenze altre, le cui depositarie erano le donne, non dicibile, ma deducibile da mezze frasi, sorrisi, ammiccamenti...
Un universo carsico, sommerso, iniziatico in cui maschio e femmina si opponevano come cane e gatto, l'alfa e l'omega, il Milan e l'Inter, con pensieri, parole, azioni diverse e antitetiche.

In questo mondo la cinquantenite era considerata una vera e propria malattia.
Innanzitutto "era". Che nelle istruzioni per l'uso dichiarate, ufficiali, positiviste non veniva mai nemmeno citata. 
Riguardava gli uomini, tutti gli uomini, intorno a un'età in cui il vigore fisico viene meno, le mogli imbiancano, i figli crescono, il futuro si riduce. L'alito fetido della nera signora si percepisce netto, magari nelle sere d'autunno, tra le nebbie che s'infittiscono nei ventri delle colline... 
Ecco, in questa situazione il maschio cinquantenne elabora la sua ribellione al declino, ribellione sintetizzabile nel motto: "sono vivo e voglio vivere". E come si attua la ribellione? Invaghendosi, 9 su 10, di giovani sembianze femminee. 
Eh, sì che il riscontro fisico, giacere con corpi ancora percorsi da linfe pulsanti, è il riscontro per eccellenza. Come dirlo meglio di Junot Dìaz, l'Ammaniti di Haiti?  Sua l'affermazione: quale maschio eterosessuale di mezz'età non ha tentato di rigenerarsi con l'alchimia di una fica giovane?

Essendo prossima all'età, mi capita frequentemente di imbattermi nella patologia. E faccio la mia parte per contrastarla, o almeno per segnalarne l'insorgenza al povero malaugurato portatore.

Conversazione con un malato di cinquantenite.

Premessa: un compagno di chat- mai avuto uno prima, ma nella vita capitano cose balenghe- mi racconta che era in procinto di lasciare tutto moglie, Paese e vita per transalpare con una fulgida giovane fanciulla cui avrebbe dato un figlio e una capanna (prima la seconda).
La giovane, a due passi dal grande passo, s'invaghisce di un modesto ragazzotto, spezzando il cuore al nostro. Ma, oltre a ciò, precedentemente confessato, esiste anche una seconda appendice allo straziante racconto, quella che mi accingo ad ascoltare dalle parole del suo protagonista...

Io: Qua. Tisanuccia. Copertina...assettata...
Lui: topolino, arrivo.
Io: Arghh! TRi-che-ca...Se mi chiami ancora topolino ti dò una pinnata in testa che te la ricordi a vita...
Lui: sono occupato con una...
Io: Dai sganciati dall'ennesima situazione di tutta fuffa e niente arrosto, grandi discorsi e scopata triste...
Lui: come mi conosci bene, accidenti a te... ma questa me la dava, ne sono sicuro.
Io: Ma sì con il daffare che ti dai, è il minimo...
Lui: il tempo è sesso, non va sprecato.
Io: Si si...l'archetipa compulsione a ingravidare il massimo numero di femmine possibile...Senza soddisfarne una, ma chissene...
Lui: esatto...questo non lo puoi dire.
Io: Guarda topolino...le energie sono quelle che sono per tutti, e la vita ha lasciato tutti più o meno esausti...La propulsione amorosa c'è qualche rara volta.
Lui: non ci sono più i siciliani di una volta, ho capito...
Io: E chi li ha mai conosciuti quei grandi obliteratori di platee femminili. Senti, torniamo a cose più interessanti di vecchi ragni che tessono tele finte per acchiappare mosche che non aspettano altro e che alla fine devono fare pure lo sforzo di fingersi intrappolate...
Sequel, sequel, sequel!
...
Lui: allora, lo stesso giorno di quella telefonata "Credo di essermi presa una cotta per il direttore...” mi sembrava di poter morire di dolore... mi sentivo il cuore strappato dal petto...non sto scherzando, è stato un momento terribile che non augurerei a nessuno, neanche a te, pensa
Io: penso...
Lui: stavo andando al mare e aspettavo il mio bimbo che si preparasse.
Io: un quadrupede?
Lui: no, mio figlio
Io: ah. Mi hai detto che sono tutti grandi!
Lui: 11 anni...il piccolo, un gran figlio di...
Io: E avresti sganciato un figlio di 11 anni?...ma che sei scemo?
Lui: mi fai continuare? Apro il pc, sperando di trovarla su skype, ma era chiaro che mi teneva bloccato. Passo sul portale...era una domenica mattina, era connessa solo una tipa che non conoscevo...le scrivo, avevo bisogno di parlare con qualcuno, chiunque egli fosse. Mi risponde una ragazzina studentessa molto bella, mi attacco a lei come una cozza allo scoglio.
- invia una foto
 
Io: Come fai con chiunque...
Lui: era la mia unica speranza di sopravvivere a quella giornata... ma guardala cacchio!
Io: ma non m'importa, cosa cambia...non mi piace guardare gente che non conosco...continua, stai creando una bella suspance
Lui: sono uno sceneggiatore!
Io: clap clap!
Lui: le racconto tutto, la mia disperazione, mi scuso per rovinarle così una bella mattina d'estate, e cosa accade? Che si innesca quel meraviglioso istinto da crocerossina delle donne. Mi dice di stare tranquillo, di non preoccuparmi perché ora ci sarebbe stata lei al mio fianco, che non mi avrebbe lasciato finché non ne sarei uscito...mi ha dato il suo numero di telefono.
Io: Deve essere una vera professionista... come crocerossina...
Lui: Faccio finta di non capire ciò che vuoi dire... io l'ho pregata di restarne fuori, le dissi che non volevo disturbarla, le dissi qual era la mia età, e che era una pazza, ma non c'era più nulla da fare, lei mi sarebbe stata vicino
Io: E le hai anche mandato le tue foto e il biglietto aereo...
Lui: una settimana dopo, nello stesso aeroporto in cui tante volte ero andato a prendere Maria, con lo stesso volo che atterrava alle 17.40, arrivò lei, ed io ero lì ad aspettarla. Sembra un film, ma è tutto vero. E nessun sceneggiatore avrebbe potuto scrivere una storia simile
Io: ...Nel film, il bambino di 11 anni si è accorto che il padre era a viole come al solito?
Lui: il finale non è ancora stato scritto, vedremo. Era timidissima, giovanissima da imbarazzo. Ma da allora, un venerdì sì e uno no, la aspetto lì.
Io: Beh, mi sembri fatto apposta per farlo.
...
Lui: meriterebbe un monumento questa ragazzina.
Io: E perché?
Lui: non credo di esagerare se dico che mi ha salvato la vita.
Io: ma vah...
Lui: quanto meno mi ha salvato dagli psicofarmaci.
Io: Che non hanno mai ammazzato nessuno, che non volesse ammazzarsi...
Lui: dai, è stata molto coraggiosa, non puoi negarlo, ero con lei anche questo we.
Io: Sta sperimentando, come si fa a 20 anni e come è giusto che si faccia. Ma tuo figlio? Non si è accorto di nulla?
Lui:...non se ne fotte nulla nessuno di me nella mia famiglia.
Io: Beh, un pensiero ce l'avrei...
Lui: ...e io colgo l'aspetto positivo di ciò...
Io: Sì, sì avrai ragione...Siamo su piani troppo diversi. E io, ammetto, non riesco a non valutarti moralmente labile... Non perché vai in giro a distribuire sesso a casaccio...
Lui: sei troppo severa con me, non lo merito: ma capisco, dato che non sai che padre sono stato per i miei figli.
Io:...E comunque se sei stato un buon padre lo sarai anche adesso...voglio dire ha 11 anni, l'età di due delle mie nipoti, mica 30! Io se ho qualche dolore grande...stare coi miei adorati nipoti o con mia figlia me lo fa passare...A parte la morte di mia mamma, lì non c'è stato nessuno.
Lui: tu non lo conosci :)
...
Io: Massì...I bimbi dipendono da come li cresci... Almeno fino a una certa età. Poi, come dice una mia vecchia amica, funziona solo l'esempio. Tua moglie ha un altro compagno? O lei non ha il tempo per il dating sul web? O non ha i soldi?
Lui: lei si occupa di politica, con un gruppo di amiche...
Io: MITICHE!
Lui: si occupa solo di quello nel tempo libero, mia moglie.
Io ... che si conferma il personaggio più interessante di tutto il film...
Lui: sembra una famiglia di matti, ma ha un suo equilibrio, ti assicuro.
Io: Beh, almeno ti sei sposato una donna interessante e non banale. Per la madre dei tuoi figli pare che tu abbia scelto bene... Non so se lei si ritenga altrettanto successful
Lui: lei è molto fiera di me.
Io: ..sicuro?...
Lui: sicurissimo.
Io: E perché?
Lui: perché da queste parti la mia reputazione è piuttosto buona, direi molto buona.
Io: Ma che c'entra, lei è fiera di avere accanto un uomo che fa il cascamorto con ragazzette sul web?
Lui: questo non lo sa, evidentemente.

IO...E poi non mi hai detto che glielo avevi detto che stavi per convolare con la ragazzotta? Sto parlando di tua moglie. Le altre al confronto, sono solo comparse. Cerco di scoprire se te la racconta, che è fiera di te...
Lui: ad un certo punto mi sono innamorato, non puoi condannarmi per questo.
Io: Certo che no! Ma io penso, se il mio compagno mi dicesse: vado a Pietroburgo con Ludmilla che ha 20 anni, io accetterei, capirei, farei buon viso a cattivo gioco..ma essere FIERA DI QUEL COGLIONE eccheccazz!.. Non so se mi sono spiegata...
Lui: va bene, hai deciso di farmi sentire una merda stasera.
Io: No. Le tue scelte sono tue ed è chiaro come l'acqua che le persegui con costanza e determinazione...Non ti sentirai più o meno cacca perché te lo dico io...E' che da moglie, con figli, sono interessata alla personalità emotiva di tua moglie.
Lui: e non sei per nulla interessata a me?...
Io: ...In che senso? Come personaggio sei lapalissiano...
...
Lui: va bene, che ne pensi di proseguire questa conversazione domani? Credo che sia inutile continuare.
Lui: Va bene, certo. Dimmi solo una cosa: ma a tua moglie glielo avevi detto chiaramente che andavi a vivere con la tua nuova compagna? Monosillabico.
Lui: ma no, le avevo detto che sarebbe stato opportuno per il mio lavoro seguirlo più da vicino
Io: vabbeh. il solito.
Lui: basta, la reazione che non è mai arrivata da mia moglie la stai mettendo in campo tu
Io: Hai ragione. E' che..ma sai quante ne ho sentite di storie così? Pensavo che tu fossi un vero romantico...Nel senso ingenuo folle del termine....
A: io sono un vero romantico
Io: Sì, nella versione uomo di 50 anni con famiglia. Vabbeh...l'eroismo appartiene ad un'altra età. Forse anche ad un'altra era...
Lui: ho scoperto l'amore a 49 anni ed è stato molto bello, ora vorrei recuperare un po' di quello che mi sono perso
Io: Sì, sì...un classico.
Lui: Domani devi svegliarti presto...
Io: Comunque ci stai lavorando sodo per recuperare, vedrai che qualcosa arriva...buonanotte!
Lui: Buonanotte.

Eh...'na malattia, appunto.

Forse forse, però, un po' tedesca...

Forse però, un po' tedesca lo sono diventata. Almeno nella collocazione delle mamme della scuola. Che si dividono in 3 grandi gruppi: le autoctone, rigorosamente del paese che si conoscono dall'asilo dei figli e, parecchie, dall'asilo loro, e forse anche da quello delle loro mamme...Poi ci sono "quelle di fuori". Dal momento che la scuola ha una buona nomea, sono fioccate mamme pargolomunite dai paesi limitrofi...e pure dalla città! Che qui non è una città, ma LA CITTA'.

Le mamme di fuori schifano un po' le mamme del paese.
I loro disorsi, a me, paiono surreali. LA CITTA' dista quattro chilometri quattro dalla scuola. Eppure nei loro rimpianti pare si stia parlando di un mondo utopico nel quale i bambini possono fruire di servizi all'infanzia qualificatissimi e intrattenimenti culturali al top. Mah. A quattro chilomentri quattro da qui.

Poi ci sono le altre. Gruppo eterogeneo di mamme straniere, poco innervate, a mio parere, ma è pur vero che loro stesse sono parecchio schive, soprattutto le musulmane. In questo gruppo rientro anche io. Sciatta nel vestire (dio, dipende, però posso tranquillamente presentarmi all'ingresso in tuta sporca di terra, scarpe sfondate e giaccone informe...), poco coinvolta nella vita della Parrocchia - anche se il don è simpatico e pure colto...mi piace!- del tutto estranea all'attività della Lega che in paese ha la sua roccaforte. ("Non fare come quelli di giù...è l'incoraggiante invito che rivolgono le mamme ai bimbi quando sporcano, urlano, non rispettano le regole. E questo è il minimo che si ascolti in loco...)
Ho dichiarato apertis verbis la mia passione per il sud, e la cosa è stata notata.

Appartenere al gruppo C ha i suoi vantaggi. Nessuno ti interpella per partecipare alla commissione mensa, per diventare responsabile di classe, accompagnatore di supporto alle attività ludiche...ma se ti offri spontaneamente hai uno scatto di considerazione. Poi mantieni una giusta distanza dai gossip scolastici...Ultimo, non meno importante, frequenti le straniere, senza che queste si chiudano a riccio.

E tra tutte, quella con cui vado più daccordo è ...la mamma tedesca.

29 ottobre 2012

Oggi non ho fatto niente...

Uno di quei giorni. Quelli in cui non lavorando e non cazzeggiando in modo degno (che so, un viaggio, un trekking...) mi sembra di aver sprecato il tempo. Il consiglio che ho girato a una mia amica, da poco mamma, che mi confessava guarda, per esempio oggi non ho combinato nulla...eppure sono stanca! Ecco, lo stesso consiglio lo applico ora: scrivo quel nulla che ho combinato per poi rileggerlo. E capirò forse- perché son comunque stanca.

Alzata alle sette meno dieci, con Ari nel letto e sveglia come solo lei sa essere la mattina di sole. Preparato la colazione, la merenda per Ari, vestito lei, ha ancora il gesso al braccio e va aiutata, vestito io, dato da mangiare ai gatti, cambiato la lettiera, richiuso un sacchetto delle immondizie, gettato nel contenitore, accompagnato Ari a scuola, a piedi, accettato il passaggio del vicino, che i gatti ci seguivano e temevo finissero sotto una macchina, risalita verso casa, pendenza 20%, fatto colazione, ascoltato gli EP delle votazioni siciliane, sistemato i piatti nel lavastoviglie, rifatto i letti, riposto i vestiti stirati dopo averli separati per tipologia e familiare appartenente, inviato sms al vicino per richiedere il telefono di un idraulico - si è rotto il lavandino di là- sms al secondo vicino perché occorre fare un sopralluogo a casa sua, all'architetto per chiedere la sua disponibilità, continuato a pulire nell'appartamento b -hanno tagliato il cemento del top col flessibile, la polvere si è attaccata dovunque, quindi occorre pulire dal soffitto alle pareti, indi spostare i teli di copertura con circospezione che è  polvere finissima, poi si passano i ripiani, infine i pavimenti.

Per due ore faccio solo quello, poi: scoperto il tavolo di legno esterno per farlo asciugare al sole, pulito gli stracci, messo a mollo in una bacinella i capi delicati -dopo aver ripulito la bacinella che uno dei due gatti ha la pessima abitudine di scambiarla per il suo bidet portatile, sistemato la legnaia, prelevato la legna per il consumo di stasera.

Alle 14 corsetta, rientro, doccia, collegamento a Internet per prenotare un incontro a Novembre, controllato la posta, chiamato l'idraulico, ringraziato con un sms il vicino che ha accordato una visita, prelevato dal freezer il sugo per la pasta di stasera, sgranato il melograno per la merenda di Ari, preparato i dvd e i libri da restituire in biblioteca e il bigliettino con il nome di Ari per la bottoniera dei campanelli.

Sono le 16: via a Scuola, versato i soldi alla rappresentante per le spese di Natale, chiacchiere con la mamma tedesca, accordo per prossimo baby sitting, in biblioteca per la restituzione dei libri e, a casa, steso i capi messi in ammollo oggi, riempito la stufa, preparato la vasca per il bagno di Ari, lavato la stessa provvedendo a un involucro water proof per l'arto mostro, asciugato i capelli, messo il pigiamino, controllato diario e i quaderni, firmato gli avvisi, assistito ai compiti.. chiamato il Neanderthaliano, rintuzzato la Ari che non ha mai molta voglia di manfrine via Skype, predisposto la cena, pulito il bagno, risistemato l'ordine tra asciugamani e flaconi, finalmente cena, riattizzare la stufa, chiuso le ante delle finestre, la porta del giardino, provveduto alla pappa due dei gatti, fiaba e bacio 'notte ad Ari, caricato il lavastoviglie, controllato Internet, scritto il post di oggi.

Sono le 21.57 e non ho ancora finito di fare nulla...

25 ottobre 2012

E' arrivato l'acciaista...

Lavori in casa. Spesso va così: cominci con l'idea di abbattere un tavolatino divisorio e ti ritrovi a elaborare una DIA che nemmeno per il Colosseo...Uhm, cattivo esempio che il Colosseo è stato "tirato su" -mi sto adeguando ai phrasal verbs orobici- in soli 8 anni.
Io per il tavolato di cui sopra sono già a 14 mesi...

E' anche ben vero che dopo 12 anni improvvisamente ti accorgi che tutto o quasi in casa ha bisogno di una revisionatina.
Per farla breve. Decido di cambiare il lavello della cucina. Un umile lavello Ikea impropriamente posizionato sotto top. 12 anni fa, giunti al lavello, non avevo più una lira e 30 mila lire di lavello Ikea rappresentava la cifra soglia.

Ha funzionato benone. Ma giustappunto tre mesi fa ha ceduto. Bene, facciamolo fuori. Gli è che il top nel quale s'incastra la vasca è un lastrone in cemento di 6 cm di spessore che nemmeno Lazzaro poteva spostare. E il vano, foro, buco dove s'incastona la bacinella deve rispettare certe dimensioni. Ovvio che i prodotti scaci queste misure non le rispettino. Ovvio che nemmeno i prodotti di serie non scaci le rispettino (i prezzi variano dai 50 euro Ikea ai 1000 euro per una vasca Alpes o Blanco)

Dopo varie peregrinazioni dal cementista, poi dal rivenditore "tennico", arriva il consiglio tailor made: l'acciaista.

Ecco. Io non so se in Germania esistano complicazioni cotali. Pure l'acciaista. Come non bastassero i consigli della suocera, della sorella, dell'architetto, dell'idraulico, del cementista. Vai dall'acciaista e..non capisci più un kuraz.

Che questo ti parla di stampi e saldature, raggio raggiungibile e...chi lo sa che...

Quando arrivo al cospetto dell'acciaista, io sono davvero al di là del limite. Gli chiedo un aiuto concreto che sembro un povero naufrago nella tempesta. L'acciaista malgrado la professione inflessibile, è uomo sensibile e, finalmente, mi concede di portare a casa un sample (così il cementista, l'architetto, la sorella, la suocera potranno verificare la messa in pratica dei loro consigli)
"Fatto qui?", la domanda è mia. "Ma nooo..." trasecola e mi guarda come se non conoscessi un'ovvietà, la fine del muro di Berlino, il crollo delle due torri gemelle a NY: "Non ci sono gli stampi raggio 30 - invento- qui nella bergamasca..." "...vengono da Brescia!". Va beh, transeat.

Salgo su in ufficio per la fatturazione. Il lay out architettonico è semplice, sempre lo stesso, officina open space giù, con apertura a serranda ingresso parcheggio, rampa di scale prefabbricate alla cellula ufficio, sospesa nella parte alta del capannone, dove opera in funzione amministrativa la moglie, la madre, la figlia del piccolo imprenditore. Completano l'arredo, oltre ad una scrivania e al "conputer" stufetta e macchinetta del caffè.

In officina, invece, niente riscaldamento, si va con le stagioni. Ci guadagna il fisico.
Qualche anno fa mi divertiva pure, entrare nel merito dell'operatività cantieristica. Oggi, la cosa perlopiù mi lessa i cabasisi...

20 ottobre 2012

Kill Bill...e Renzo, Matteo, Paolo, Marco, Uli, Richard...

Ho resistito alla suggestione e a un certo disgusto per il pulp e l'ho visto. L'Uno e il Due. Kill Bill, Quentin Tarantino al top.
Un monumento (pulp, trash, rutilante, parossistico) all'istinto materno.
La storia.
Bill fa uccidere tutti gli invitati a un matrimonio, il reverendo, la moglie del reverendo, lo sposo e la sposa in stato di gravidanza avanzata. Solo The Bride riesce a sopravvivere. Bill è un gangster cattivissimo, anzi non un gangster, il capo di una banda di sicari, killer a pagamento iperspecializzati.

Anche The Bride era una del gruppo, la capobranco, era la morosa di Bill. Lui la amava e anche lei, bella persa in brodo di giuggiole per il suo morosino così fuori dai soliti schemi..Fino a quando non si scopre incinta. Taglio netto. Capisce che Bill non rappresenta l'ambiente ideale per crescere il piccolo bipede...Fugge, impalma un ragazzone urfido del paesello più urfido dello Stato più urfido degli States e tenta di convolare a urfide nozze in una urfida chiesetta.

La salva dallo sfacelo Bill&The Gang, appunto, sterminando tutti i convenuti. Uscita dal coma dopo 4 lunghi anni, The Bride si accarezza il ventre, ahimè, piatto e liscio come dopo un'indigestione di bifidus, e matura la vendetta. Ammazzare quelli che tentarono di ammazzare lei.

Zac una, zac due, zac tre, zac quattro arriva di fronte al suo perduto amore, che si è tenuto la bambina.

Si scopre che Bill è stato cattivissimo, stra-super-cattivissimo con lei solo perché l'ha amata tantissimo e non sopportava lei l'avesse scaricato. E anche lei lo ama, certo, ma ubi maior, le esigenze della bimbetta che s'intontisce di cartoni e s'ingozza di Kellogs nella stanza d'albergo accanto, minor cessat.

E zac, cinque, muore il Bill. Colpito direttamente al cuore (metaforona!)

Ora. La trama è una stronzata, ma Tarantino non ha bisogno di trame per tessere capolavori. Nella riduzione all'essenziale però, ecco sfolgorare tutti i passaggi fondanti, antropologici da donna a mamma-guerriera Ninja alla difesa dei propri cuccioli.

Una mamma che qui ha il viso di una madonna gotica, rigato di sudore, lacrime e sangue.... Struccata, pallida, spigolosa, picchiata, violentata, vilipesa, consunta, spiritata...The Bride non ha pulsioni erotiche (il sesso quando c'è è solo subìto, aggressione pura) cancellate dalla nuova luminosa missione...

Una mamma che non arretra di fronte a nulla, nemmeno a fare il voltafaccia al suo amore se questi rappresenta un ostacolo alla felicità di lei e della sua creatura.

Lui la uccide(rebbe) per averlo tradito. Lei lo tradisce per amore di loro figlio.

Il che poi, stringi stringi, cambia il cambiabile, è quello che dobbiamo fare un po' tutte.

19 ottobre 2012

I salari tedeschi invece....

I salari in Germania si didono in due.
Qualli di serie A- e quelli di serie B-
Quelli di serie A sono in media superiori ai corrispondenti italiani, anche se non è previsto il TFR. Sono esclusi: dirigenti di alto livello, i politici e le alte sfere della PA, Pubblica Amministrazione, i cui salari sono commensurabilmente più elevati in Italia. Nei salari di serie A- rientrano tutti i lavori specializzati, rivolti alle aziende, inquadrati in un contratto a tempo indeterminato o determinato. La specializzazione comprovata in un campo specifico, vale anche una tesi "pratica" per iniziare, fa la differenza.
Più della lingua, che è importante sì, ma non imprescindibile se si macina un buon inglese (in questi ultimi mesi, per esempio, hanno assunto un moroso di una mia conoscente tedesca come tecnico luci in una tv renana e un infermiere esperto, che non spiccica -ancora- una parola in tedesco...)

Quelli di serie B sono...tutti gli altri. E i salari, se possibile sono peggio che in molte zone d'Italia. Cito:"Il figlio della mia compagna lavora sabato e la domenica in una POMMES bude
e prende 3,50 euro all ora. Nei supermercati del quartiere gli avevano offerto 2,50."
 
Un'altra amica, chimica, conosce quattro lingue, tedesco, inglese, spagnolo e italiano e lavora ai desk per il check in in areoporto. A 7.50 euro l'ora "brutto", cioè lordo. Trasferte a carico suo. 
Il contratto prevede un pacchetto ore settimanali. Chiamata il giorno prima per il giorno dopo. Turni dalle 4 del mattino...
 
Eh, l'erba del vicino non sempre è la più verde...

14 ottobre 2012

Sesso, droga e rock and roll nella Victorian age..

Proprio quando ho deciso che l'epoca dell'accumulo dei libri era finito, dopo plurimi traslochi e memore del senso di leggerezza proveniente dalla liberazione delle zavorre cartacee, ecco che i libri tornano a me. E mi si accumulano, intorno, tanti, pesanti, invadenti, in ogni stanza...

Sto cercando di scendere a patti. Allora, no deciso alla libreria a muro per camuffare l'ingresso dell'appartamento b che andrà ad unirsi all'appartamento a (niente di pomposo, un 60mq calpestabili che s'unisce a un altro 60mq calpestabili...), no all'abbonamento a riviste di qualsiasi genere (con un sigh! per Enogea, che mi fa impazzire come scrive il Masna, e per Topolino, fortuna che mia nipote "di sopra" lo rinnova. Per ora.)

Ho fatto diverse scatole di libri in cantina.
A- contiene libri da far circolare. Alle cene, alle occasioni mondane da qualche tempo come cotillon porto libri letti. Quando c'è agio penso anche ai migliori accostamenti titolo-lettore...Che passatempi da anni '80! Del resto ci ho trascorso i miei 20 anni nei fabulous '80!
B- libri da una botta e via. Cioè libri da leggere e poi come sopra...
C- Libri da tenere. Più per il valore affettivo che per quello editoriale...

Le scoperte migliori le faccio al Purgatorio, scatola B - sempre pensato fosse il luogo meglio tra i 3 aldilà per il clima, la gente, il senso di temporaneo che ti porta a comportarti bene-
Infatti nell'indecisione se tenere o buttare ho creato una quarta scatola, la D. InDecisa. No, che c'entra...

Bon.. "Caro signor Hewson, è passato un anno da quando ebbi sue notizie..nel frattempo la fortuna mi ha favorita in altri modi: io non potrò mai essere felice senza di lei, questo lo so, ma è qualcosa essere ben provvista di denaro e indipendente come sono ora; e se il denaro non è tutto significa tuttavia parecchio, e posso divertirmi a viaggiare, o in qualunque altro modo mi piaccia...Viene mai a Dublino? Se le capitasse potremmo facilmente incontrarci. Non so che cosa mai penserà di me per quanto le scrivo, e non potrei sopportare l'eventualità di non ricevere alcuna risposta da lei, se non fosse che ho tante occupazioni piacevoli sulle quali ripiegare.

Rimango sempre molto sinceramente sua Margaret E. Fountaine
da: Amori e farfalle, Arcana editore

Questa lettera, con la quale inizia la sua lunga e avventurosa vita fuori dal guscio materno la signorina Fountaine, ha molto ridimensionato la mia idea sulla vita al femminile del passato.
La lettera è datata 1890. Piena epoca Vittoriana. Chi la scrive è una "vergine fanciulla" di buona famiglia, che così direttamente e concretamente si offre al suo amore. Un umile e assai plebeo cantore del coro di Nordwich, Inghilterra (lui se la spupazzerà a Dublino, ma impaurito dall'impegno e probabilmente conscio della differenza di classe e di reddito, se la batterà giusto al limitar delle nozze -un classico- lasciando la nostra sola ad affrontare il pubblico ludibrio...)
Tanti i dettagli in contro-stereotipo.
Uno, non sembra tanto vero che all'epoca i matrimoni si combinavano contro la volontà delle future spose. In questo caso, per esempio, la cocciuta Margaret circuisce il cantore e poi comunica il fidanzamento in casa, nessuno è felice, ma tant'è. Certo, le buone unioni si incentivavano alquanto, creando un ambiente consono...feste, incontri, visite...Tutta la famiglia si attivava e ridisegnava i suoi impegni per sposare bene la figliola...Ma, eccezioni a parte, NON si obbligava la candidata. La quale, vo' scoprendo anche nelle pieghe di altri testi, in plurimi casi non era affatto giovane...e questo è il punto Due
Margaret, quando scrive la lettera citata ha già 26 anni suonati, ma nulla di ciò che fa e che racconta sembra suggerire che sia fuori tempo...sarà in odore di matrimonio una decina d'anni più tardi, e pure una ventina d'anni più tardi...sua stessa madre, del resto si era sposata 30 enne -sfornando ben 8 figli-

Più avanti, in un altra lettera, ormai più che 40 enne, riflette sull'opportunità o meno di dar vita a un figlio (concedendo che sì, qualche probabilità in meno poteva averla rispetto a qualche anno prima...) Ciò significa che le primipare attempate, in Inghilterra, tra le famiglie benestanti, non erano poi eventi inconsueti...
Tutte le conoscenti donne di cui si cita il matrimonio "convolano" over 30...
Tre. Il denaro, allora come oggi era un potente acceleratore d'indipendenza. E anche le donne quando avevano denaro "loro", godevano di una libertà straordinaria. Viaggiavano all'interno di una rete di parenti, amici di parenti, consoli, conoscenti...ma che viaggiare! Francia, Italia, Germania, ma anche India, Birmania, Sudafrica...In più con la quasi sicurezza della propria incolumità data dal fatto di essere donna bene e inglese, i padroni del mondo, ricorda la Margaret in un passaggio (anche il fatto che era un'armalazza di un metro e settantacinque e due spalle così avrà senz'altro giovato...). Lei, indubbiamente era incredibilmente vocata all'avventura e ai viaggi estremi...ma anche prendendo come riferimento le sue sorelle, uè!, non si fermavano un attimo...
Va da sé che servizi postali, vie di comunicazione, bed and breackfast e servizi di hotelleria, erano davvero molto più evoluti e diffusi di quanto potremmo pensare ora per allora e disponibili anche a donne single e non maritate...
Ad un certo punto la Margaret scopre la bicicletta, mica poi on the road da molto, e a cavallo di questa con ai piedi scarpe da tennis, si mette a viaggiare, insieme con la sorella...dall'Inghilterra alla Francia, all'Italia, attraversando tutta la Liguria! Incredibile dictu, per strada incontrano pure un'altra biker tedesca: "in abito e mantello neri che viaggiava sola con un revolver per difendere la sua verginità..."
C'è da trasecolare...
Quattro. Le famiglie erano molto più sciolte. Sì, sì...proprio così. Margaret torna a casa sì e no due volte l'anno, per pochi mesi sempre, e se c'è in caso di lutti, matrimoni, battesimi delle amiche e sorelle bene, se no ciccia. Persino quando stira "Mamma" e passa a miglior vita, mamma in italiano nel testo, si dispiace un pochetto che non era lì, ma niente di più...Certo non c'erano i cellulari e neppure i telefoni, le distanze si coprivano in ore di carrozza...Ma emerge forte e chiaro il concetto che quando potevi permetterti la tua vita quella veniva soprattutto e sopra tutti.
Cinque. Agli uomini e alle donne piaceva flirtare. Comunque e sempre, quasi un obbligo, tra giovani e meno giovani, brutti e belli, con grande tolleranza per le differenze d'età anche sostenute. Sia in un senso, maschio adulto e ragazza, che nell'altro...La nostra alfin si lega a un turco biondo di nome Khalil che ha una quindicina di anni meno di lei...pare pure che gli rifili un cornino, a 60 suonati, con un ballerino brasiliano...Del resto anche nell'Educazione Sentimentale di Flaubert, il protagonista s'intrattiene con donne di almeno 10 anni più di lui, anche 20, e nessuno trova nulla di anomalo...
Sei. Il divorzio esisteva. Era riconosciuto anche per la donna, con regole a volte considerate troppo sbrigative come quelle ungheresi: "Il dottor Popovich aveva tre figlie tutte sposate a vario titolo, tutte bellissime... anche la seconda era stata sposata ma aveva divorziato  e la sentenza, m'informò, era stata ottenuta in questo modo: -Io vado in tribunale e dico "quest'uomo è pazzo, non posso vivere con lui"
-il tribunale mi dà il divorzio e così tutto è finito."
Sette. A dispetto delle malattie infettive, che ti facevano passare di qua a là in un amen, M. perde via via tre sorelle, delle enormi differenze di lingue e culture tra i popoli, della fragilità delle fortune e delle rendite, del sostanziale distacco emotivo tra le persone, anche nella stessa famiglia, e dell'etichetta a volte soverchiante, si respira alla fine dell'800, dalla testimonianza di questa donna, una dimensione di leggerezza... di positività, di fiducia nel futuro, di capacità di sorprendersi, di affrontare le situazioni così come avvengono, di vivere il presente con intensità, la solida certezza che il progresso avrebbe risolto tutti i mali...
Tutte cose che mi fanno rimpiangere di essere vissuta dopo la stretta soffocante delle due guerre mondiali. In secoli bui e coercitivi, e solo a sprazzi illuminati, come i cieli dei quadri di El Greco.


Quanto durerà...

Prima sono stata irremovibile: "A letto nel lettone, poi però ognuno al suo posto." 
La coerenza è fattore educativo importante, la chiave dell'autorevolezza genitoriale.
Allora poi vado di là, in camera, anche se molto meno motivata dopo un paio d'ore di serena solitudine, al calduccio della stufa. Che ho acceso oggi, tanto per contrastare quel brivido d'autunno che è penetrato in casa..

Accendo la luce nel corridoio, mi avvicino al letto e...li scopro così, stretti stretti, addormentati, abbracciati. Mi fermo a guardarli...come sono belli i bambini quando dormono. La Ari si sposta di lato e il cuginetto ridisegna la sua posizione, e torna ad allungare il braccio sul fianco di lei. Dopo un paio di attimi anche lei risponde allungando il suo braccio. E, di nuovo, si riabbracciano.

(C'è sempre stata una speciale intimità tra i due piccoli della famiglia, sei mesi di differenza d'età l'uno con l'altra. Fin dall'inizio hanno condiviso giochi e attitudini. Entrambi quando vedono/fanno qualcosa che piace tendono a cancellare tutto il resto intorno. Effetto Photoshop lo chiamo . Entrambi sono degli entusiasti. Entrambi sono attivi. Hanno bisogno dell'aria aperta.)

Hanno qualcosa, i bambini, nei loro movimenti, gesti, espressioni che sembra eterno ed immutabile, pur soggetto al costante cambiamento. Un po' come la Natura: i paesaggi, lo scorrere del fiume, i temporali, le stagioni, il fuoco. Quando li guardi, i paesaggi, lo scorrere del fiume, i temporali, le stagioni, il fuoco, ecco "sono". Anche se cambiano di lì a poco. Chissà se mi sono spiegata...

Li guardo, li respiro, quei due corpicini stretti l'uno all'altro, i visini beati e sorridenti. E vorrei solo che fosse sempre così: loro abbracciati che dormono, io avvolta nello scialle che li guardo, appoggiata allo stipite della porta, le fioca luce che filtra dal corridoio...e fuori, oltre la finestra, la prima intirizzita notte d'autunno.

Poi mi riscuoto. Chiudo la porta, torno in soggiorno.
Non so dove l'ho letto...l'incoerenza irrita. La coerenza ammazza.


13 ottobre 2012

Tartar Cream, bitte.

Oggi ho cucinato una crostata. E mentre giuntavo gli ingredienti m'è sovvenuta una scena gustosa, delle tante, nei miei primi tempi da expat. Allora come ora non metto lievito chimico nei dolci...l'amarognolo lo sento, malgrado la vaniglietta posticcia che c'aggiungono, per cui o lascio l'impasto tale e quale o ci metto un pizzico di cremor tartaro.

Che tra l'altro è l'ingrediente principale, se ben ricordo, dei vari Bertolini, Pane degli angeli et similia...Vabbuoh. Un giorno qualunque di vari anni fa, come oggi voglio fare una crostata e manca il cremor tartaro. Confidando nella competenza linguistica dei locali, mi avventuro alla Rewe.

"I am doing a crostata", sicuro come il mondo che sanno cosa è, qui conoscono ogni ricetta italiana del cucchiaio d'argento....Uhm, tranne la crostata. Scopro poco dopo.

Non demordo: "It's a cake, I will need some...Tartar cream."
Sbigottimento totale...Non demordo: "kind of yeast for cakes and cookies..."
Sbigottimento totale. Demordo.

Scopro poi, grazie al tam tam di amiche e conoscenti che il Cremor tartaro c'è, non credete a chi vi dice che in Germania si mangia male, che si può mangiare molto bene, trovi quello che vuoi e anche a dei prezzi raggiungibili, c'è e si chiama Weinstein.

Che è pure più logico. Ora vado a vedere com'è che noi invece gli abbiamo dato il nome fantasia...

9 ottobre 2012

Come è che io e la Ari abbiamo perso l'aereo...

Sarà l'86esimo, no il 76esimo...sto calcolando mentalmente quanti voli Bergamo Dusseldorf ci siamo sciroppate, dal 2006 a oggi io e la Ari. Siamo al gate per Weeze. Abbiamo superato il check Ryanair, passato la security, scantonato il deli-tour dell'aeroporto di Orio al serio...che prima era un aeroporto militare, poi un aeroclub, indi una pista di atterraggio secondaria di Linate in caso di chiusura per nebbia. Cioè praticamente da novembre a marzo.
Poi hanno ampliato il parcheggio e le piste d'atterraggio ed è divenuto un hub dei voli low cost. Per anni le infrastrutture sono rimaste le stesse, così per anni tutti, personale di bordo e di terra, operai, addetti alla ristorazione, passeggeri in partenza e in arrivo, parenti e amici in attesa, tutti dicevo si circolava in un corridoio largo una decina di metri, via: forse quindici.
Le collisioni tra i pedoni non si contavano.
Era anche divertente, un'atmosfera da Far West, con le macchine che parcheggiavano ovunque per lo scarico passeggeri, e la polvere dello sterrato che s'involava alta nel cielo, i pedoni in disordine sparso, gli stand dell'autostradale con l'omino al megafono per richiamare l'attenzione, i taxi come squali nell'oceano che tallonavano gli stranieri straniti girovaghi, i giovani che bivaccavano incuranti sulle scomode panchine di ferro in attesa del volo per Amsterdam delle 3:05 del mattino...
All'alba, certo! Che i voli notturni da e per Orio sono stati tollerati per un tempo incredibile dalla cittadinanza stessa, figurati dalle istituzioni... A dispetto delle leggi europee, ma soprattutto delle leggi del buon senso civile...E' l'effetto Ilva, temo. L'imprenditore al Nord ha una buona immagine (meglio se "fatto da sé", 'gnorante come un bucefalo e maschilista. Fa leadership...)
L'imprenditore che offre posti di lavoro al Nord è come San Gennaro al Sud. Forse meglio che piace anche a quelli della sinistra storica , nuovi posti di lavoro, nuovi operai...Operai che invece diventano essi stessi i primi difensori del posto di lavoro, dell'azienda, degli interessi dell'imprenditore.
La pacchia in qualche modo è finita. O almeno limitata. Ci sono state proteste, comitati, qualcuno ha fatto notare la perdita di rivendibilità delle abitazioni in molte zone funestate dal passaggio degli aerei notturni; pare che Ryanair non paghi i contributi per i suoi addetti italiani...anche sul fronte architettonico il Far West ha terminato la sua stagione più spontanea e le baracche hanno lasciato il posto a un nuovo progetto di ristrutturazione che ha coinvolto il corpo centrale dell'aeroporto e i parcheggi. Da un paio d'anni sembra di camminare in una gastronomia trendy. Una texture codice a barre verdolina riveste le pareti, i negozi si alternano vendendo i frutti del made in Italy, edibili e non. Con una netta prevalenza dei primi. La crisi che avanza.
Rimangono alcune costanti: le macchine in parcheggio selvaggio -i posti per il kiss and fly sono decisamente ridotti rispetto alle necessità, altoparlanti gracchianti grammelot inintelleggibili, segnaletica poco chiara, fagocitata da insegne chiassose e distraenti.
Soprattutto resta la lotta quotidiana alle arzigogolate imposizioni di imbarco Ryanair.
Se avessi una bomba non ho dubbi, la tirerei sull'Headquarter della compagnia Irlandese. Che ha fatto dell'espediente lambiccato la propria mission. Un monumento moderno all'Azzeccagarbugli manzoniano.
A- la prenotazione è solo on line, se la stampi dopo le 12 ore precedenti l'imbarco sono 40 euro
B- se hai bimbi e/o sei infortunato mica hai la precedenza. Devi pagare di più e chiedere la priority
C- non si possono prenotare i posti, indi ogni volo è una corsa alla diligenza, vincono i più giovani e forti
D- non puoi portare più di un bagaglio a testa. Meglio, puoi portarlo, ma ogni extra costa 40 euro a tratta (il costo aumenta ogni volta che qualche ente obbliga Ryanair a rispettare regole minime di comunicazione trasparente)
E- la borsetta, il pullover, il giornale...tutto deve stare nel bagaglio

Chi c'è passato lo sa. Basta che la valigia non scivoli in una specie di cilindro tubolare bliu e giallo che definisce le misure standard e zac! Multa. Anche se l'ingombro è contenuto e solo diversamente distribuito. Le mamme con bimbi e la borsa coi ciucci a tracolla, via! In valigia. Se non ci sta, pagare! Una volta a bordo sta ai passeggeri contrattare le disposizioni di poltrone. Io che viaggio spesso con Ari devo spesso armarmi di pazienza e convincere qualcuno a lasciarci due posti vicini. Mica finita, una volta a bordo si pone il problema della stiva bagagli. Che le cappelliere sono quasi sempre piene.
Le hostess ti possono piazzare le valige una in cima e l'altra in fondo alla cabina, così che quando si atterra devi aspettare che l'aeromobile sia vuota, prima di recuperarle.

Questo è il (dis)servizio Ryanair di default. Poi, in caso di accidenti c'è di meglio. Di peggio. Ari un giorno stava poco bene. In aereo chiedemmo una coperta per contrastare il freddo. Niente coperte e niente aspirina. Una gentile hostess mi diede il suo scialle e così fu.

Ora siamo tranquille, sedute, una mezz'oretta d'anticipo sull'ora indicata dal display del gate per WEEZE, davanti a noi. Mi appisolo per qualche minuto, un brusio acceso mi riscuote, la gente è aumentata e ora invade lo spazio visivo tra noi e il cancelletto. E, come sempre tutto avviene in un secondo, Ari mi strattona la maglia e mi mostra il Topolino che sta leggendo, macchie di sangue piovono come pioggia di marzo, guardo il visino di mia figlia, cielo! l'epistassi, afferro il fazzoletto dalla borsa, anche i vicini di sedia mi forniscono kleenex a go-go, il sangue cola, "vada la bar che le danno il ghiaccio", non voglio muovermi che so che tra poco ci imbarcarchiamo, una signora in piedi davanti a noi mi allunga una bottiglietta d'acqua, il sangue cola, "metta questa sulla fronte." Afferro da una mano una specie di medusa gelata, la metto sulla fronte della Ari, e il sangue non cola più. L'emorragia si è bloccata. Respiro di sollievo. Ringrazio i presenti, sempre accalcati intorno a noi. Mi alzo dalla sedia, controllo il display: PESCARA.
Non credo ai miei occhi. Come PESCARA. C'era scritto WEEZE.
"Hanno spostato il gate?" Chiedo, sconcertata.
"No, il volo per Parigi è sempre qui all'8." Risponde la signora della bottiglietta.
"No, per Dusseldorf! Al 7!"..."...Ma è già partito, poco fa."
Ed è così che abbiamo perso l'aereo.
A 4 metri dal cancelletto del gate.
E, per il nostro 86°, o 76°volo Ddorf-Orio abbiamo cambiato scalo e siamo atterrati ad Eindhoven.
Olanda. Ma questa è un'altra storia.

8 ottobre 2012

Pilze...

Sarà che quest'estate è stata opprimente, luttuosa, lunga come mai, l'Autunno è giunto come un angelo liberatore. Tiepido, morbido con le sue mattine fresche e il sole carezzevole...riesce a farmi dimenticare tutte le incombenze e gli irrisolti irrisolvibili di una vita nel mezzo del cammin.

Meglio del Prozac.

Ps: e poi mai come quest'anno, funghi, funghi a profusione...Pare siano dei potenti antitumorali. In caso, solo per quanti magnati in questi giorni sto in una botte di ferro!


Questi li abbiamo trovati non lontano da casa, io e la Ari...
A casa dei miei (ex casa dei miei...)
 
Meglio istruirli da giovani...magari è la professione del futuro!

4 ottobre 2012

Si fa presto a dire andiamo all'estero...



Poi però pochi, meglio poche che di donne si parla, si rendono conto di cosa vuole dire internazionalizzare la famiglia.

Madre di tutte le rinunce: il lavoro. Si intende, ovvio, il lavoro femminile. Che se ti identifichi con la professione, magari da quando hai 20 anni, non è rinuncia da poco (anche considerando il tamponamento economico derivante dal buon impiego del coniuge).


E la rinuncia è sine dia. Nel momento in cui ti delocalizzi infatti, per usare un eufemismo da comunicazione industriale, non puoi più contare sul cordone supportivo della tua famiglia e limitrofi. Il che, come conseguenza grave ha che le tue prospettive lavorative a breve (1 anno) e a medio termine (3/5anni) decadono.

Non solo perché, tecnicamente, le tue credenziali professionali spesso non funzionano all'estero: il trasloco, l'inserimento dei virgulti all'asilo nido o a scuola, la difficoltà della lingua e di adattamento ad un environment straniero, l'organizzazione familiare, la creazione di un net relazionale e assistenziale...sono tutte cosucce che richiedono tempo e dedizione massimi.

Molti degli sforzi della mamma delocalizzata poi, sono dedicati a mantenere i contatti con il sistema familiare patrio, con la conseguenza che la vita di una donna italiana all'estero diventa -quasi- tutta casa, scuola dei figli e Ryanair. O casa, scuola e Lufthansa, a seconda degli aeroporti e dello stipendio del marito.
 

Altre pinzillacchere: con il venir meno di un supporto familiare, viene meno la vita mondana personale e di coppia, intendendo come tale anche una semplice incursione al cinema, o una passeggiatina in centro. Ogni volta che si mette il naso fuori casa occorre coinvolgere Tagesmutter, baby sitter, e gli orari di rientro vanno rispettati pedissequamente. Sono fattori estremamente limitanti delle rigeneranti uscite fuoriporta a due.

Al quadretto testé dipinto si può aggiungere qualcosa di più tetro. Se, dopo qualche anno di questo nuovo assetto, il coniuge per il quale, con il quale la brava donna ha rinunciato a tutto, si sgancia dal progetto familiare (del resto la leggera compagna con la quale si è condiviso il progetto di fuga può non avere più molto da spartire con la moglie depressa e lamentosa attuale) la stessa si ritrova:

a) senza rivendibilità professionale alcuna – a nessuna azienda interessi di più per la dimostrata capacità di dedizione alla famiglia, anzi papesatan papesatanaleppe!
b) in posizione di ricattabilità somma. I suoi figli ormai vivono all'estero e la reversibilità di rientro in patria è complicatissima. E comunque tutta sul suo groppone.

Per quanto possa sembrare antitetico rispetto alla premessa di modernità insita nella fuga all'estero, l'espatrio attuale ha più possibilità di successo, e meno rischi di frustrazioni, se la candidata:

1- è moglie che NON lavora e NON ha ambizioni professionali

2- è giovane. Inconsapevole. Poco colta (meglio le tre cose insieme)
3- è una di quelle donne che vive con gusto l'arricchimento, il godimento degli status symbol derivanti dal maggior benessere economico: macchina, casa, cane di razza...
4- non ha ambizioni di socialità, necessità di condivisioni di vedute, credo politico e/o sociale.
5- condivide l'impegno familiare con un marito RICONOSCENTE e CONSAPEVOLE (caso raro, ma non escludibile in via preventiva)

In tutti le altre specifiche: donne, preparate i fazzoletti e dotatevi di manuali in cui vi spiegano con parole suadenti che ogni motivo di sofferenza è virabile in opportunità di crescita interiore e di arricchimento cognitivo.

Sta a voi convincervi o meno e in caso negativo, tirare le opportune conseguenze.