"Lassù nella Renania, tra anse e ponti d'or, tra l'aspre nubi echeggia un cantico d'amor..." Una montanara DOC racconta la sua Dusseldorf...E il suo rientro nel patrio stivale.
Autunno
28 febbraio 2013
Ognuno ha i suoi metodi.
4-8-12-16-20-24-28-32-36-40
Brava Ari, la numerazione del 4 la sai benissimo....
Grazie mami....
Quella del 5?
0-5-10-15...
Bene. Del 2?
0-2-4-6...
Brava!
Del 3?
No. Quella non la ripasso. Tanto il 3 lo usiamo pochissimo.
!?!
23 febbraio 2013
Parti intime, logica conseguenza.
"Mamma, perchè il seno è una parte intima, non serve a dare da mangiare ai bambini?"
"Sì, infatti non dappertutto è considerata una parte intima, in Brasile no, in molte zone africane no..."
"Uhm... e allora quali sono le parti intime!"
"In genere le parti del corpo che i maschi non hanno delle femmine e viceversa..."
"Uhm...Quindi la barba è una parte intima?"
...
-E che le vuoi dire?
"Sì, infatti non dappertutto è considerata una parte intima, in Brasile no, in molte zone africane no..."
"Uhm... e allora quali sono le parti intime!"
"In genere le parti del corpo che i maschi non hanno delle femmine e viceversa..."
"Uhm...Quindi la barba è una parte intima?"
...
-E che le vuoi dire?
21 febbraio 2013
I veri problemi.
Certo, è banale. Le disgrazie altrui
sollevano dalle proprie. Specie se c'è una sproporzione tra le due.
A me è successo ieri, di consolarmi così, con un gran pugno nello
stomaco.
Sì ha preso tutto da mia moglie!
Il piccolo invece si vede che è distratto...
No, non è distratto, è che...che si sta spegnendo.
SI STA SPEGNENDO. Ma che dice. Lui riprende:
La foto è stata scattata prima di andare in onda su Rai Uno, la trasmissione sulle malattie rare...
Malattie rare?
Adesso sembra un poco irritato, ma io non so di che parla e ho stampato in faccia un punto di domanda grande così...sì, mio figlio ha una malattia genetica, - dice il nome, mai sentito- capita solo se entrambi i genitori sono portatori sani e mica sempre, dipende, infatti il primo dei figli è portatore sano, il secondo invece...no, non si può determinare prima del parto, solo se hai casi in famiglia ti fanno la mappatura del Dna. La spiegazione deve essere per lui come un mantra, ripetuta chissà quante volte, adesso infatti sembra più disteso.
Da qualche tempo a fine lezione, ogni tanto, il prof di yoga
ci propina un documentario, per riflettere. Credo.
L'occasione si colora di un momento
gastronomico, ognuno porta qualcosa da spizzicare e da bere,
rigorosamente veg e alcolfree.
Sembriamo scolari in gita culturale, ci
mettiamo tutti lì buoni buoni, la sala dove si pratica è un
auditorium o cosa simile comunque le sedie non mancano e sono pure di
ottima fattura, indi belle pese che ogni volta doverle impilare, o
disimpilare, ti comprometti la schiena...
Bon, ristorati e assettati in penombra
ci sorbiamo il pistolotto di turno. Sono documentari vecchiotti, pure nel
montaggio, con immagine e commento didascalico (presente? Immagine di
cervello, che pirla su se stesso come la ballerina dei carillon e
testo che recita: “il cervello umano è composto da 4
fantastiliardi di terminazioni nervose”. E qui parte tutto uno
sberluccichio di lucette pulsanti esemplificatrici dell'attività
neuronale, che la mia si stanca solo a vederle...) No, quello che mi
godo veramente sono le spigolature, i look degli intervistati, i
collettoni, le giacchine di renna, le demo ante computer grafica,
così lutulente che sembrano create per i Teletubbies.
... ecco, premessa esaurita, iersera
prima che iniziasse la proiezione, mi scappa l'occhio sullo
screensaver del pc dell'insegnante, l'unico veramente convinto
dell'utilità di queste serate. Sull'immagine ci sono lui, lei, due
fantoli nel mezzo, uno guarda in macchina l'altro è ripiegato sul
fianco, il volto un poco assente. I figli.
Bello il tuo primo...Sì ha preso tutto da mia moglie!
Il piccolo invece si vede che è distratto...
No, non è distratto, è che...che si sta spegnendo.
SI STA SPEGNENDO. Ma che dice. Lui riprende:
La foto è stata scattata prima di andare in onda su Rai Uno, la trasmissione sulle malattie rare...
Malattie rare?
Adesso sembra un poco irritato, ma io non so di che parla e ho stampato in faccia un punto di domanda grande così...sì, mio figlio ha una malattia genetica, - dice il nome, mai sentito- capita solo se entrambi i genitori sono portatori sani e mica sempre, dipende, infatti il primo dei figli è portatore sano, il secondo invece...no, non si può determinare prima del parto, solo se hai casi in famiglia ti fanno la mappatura del Dna. La spiegazione deve essere per lui come un mantra, ripetuta chissà quante volte, adesso infatti sembra più disteso.
Il linguaggio oggettivo, con
l'approfondimento scientifico su come l'umanità proceda per
selezione ha il potere di rilassarlo, anch'io bevo dal freddo e
confortante mare della trattazione medica, che quel “si sta
spegnendo” mi è arrivato dritto non so dove, ma ha fatto
male...Come fanno male le frasi: quando ce l'hanno detto abbiamo
pianto una settimana abbracciati io e mia moglie...che ti fa male è
vedere la sua frustrazione, quando prima riusciva a salire sul divano
e ora non capisce perché non ci riesce e ci prova, ci prova...
Insomma, ero gnecca per le mie quattro
racole, il lavoro che non riparte, il progetto della casa, gli amici
che hanno perso il lavoro, ora mi sento proprio un'idiota. Peggio:
irriconoscente, una vera vanificatrice di talenti.
19 febbraio 2013
Fare, pensare, votare...
Per una serie di motivi io non c'ero, ma mi sarebbe piaciuto partecipare:
http://www.youtube.com/watch?v=KkYlSg-21ho
Un Flash mob nella mia città, già questo, banalmente, dà il segno del cambiamento...ma più ancora sconvolgente la partecipazione: tanti maturi e distinti signori cinquantenni e signore acconciamente vestite. Eh, la rivoluzione dei new media è silenziosa e indolore, ma pervasiva, sovvertitrice di abitudini e comportamenti.
http://www.youtube.com/watch?v=KkYlSg-21ho
Un Flash mob nella mia città, già questo, banalmente, dà il segno del cambiamento...ma più ancora sconvolgente la partecipazione: tanti maturi e distinti signori cinquantenni e signore acconciamente vestite. Eh, la rivoluzione dei new media è silenziosa e indolore, ma pervasiva, sovvertitrice di abitudini e comportamenti.
Mamma son tanto felice, che sei a cinque minuti da me...
Sempre a dire: "eh la Germania... in
Germania invece...nei paesi seri, come in Germania..." Spesso è
vero. Quando si arriva, ah che sollievo le strade ben asfaltate, la
segnaletica parca e funzionale, i begli alberi cicci dalle fronde
distese, alti e orgogliosi. Senza scendere, meglio “salire”, in
cose come l'occupazione giovanile, l'affidabilità dei servizi, le
infrastrutture, ecc, ecc ecc
Però un conto è parlare un conto è viverci, in Germania. Sulle grandi piccole cose della vita di ognuno, ecco che spuntano asperità, soprattutto per gli expat senza supporto familiare. Pauca res, ma per per chi c'incappa diventano macigni.
910 euro è quanto si spende a Ddorf per un asilo nido a tempo pieno, al mese, se la mamma deve/decide di rientrare al lavoro prima del compimento di due anni del bimbo.
Qualche asilo normale ha posti anche per i piccoletti, ma sono rari e ricercati. Indi l'alternativa è il privato. E non è il tetto massimo, 900 euro.
Ai Villa Luna, una catena particolarmente in ne chiedono 1400.
(Nessuna Tages mutter è attivabile per un tempo pieno, e le badanti a pensione, soluzione molto praticata in Italia da chi può, pare non siano diffuse...che ai tedeschi non piaccia avere estranei per casa?)
Bon. Ai 900 euro, la coppia che lavora deve aggiungere un contributo alla baby sitter che si occupa di ritirare il bimbo, qualche volta la settimana e stare con lui in caso di contrattempi, chiusure dell'istituto o uscite anticipate...
All'ora sono 10 euro. Minimo.
Che altro? Se il bimbo si ammala. I pur generosi 10 gg. di permesso annui consentiti al genitore vengono rapidamente assorbiti. L'asilo ti chiama per ritirare il bimbo prima del tempo, anche per un orzaiolo o l'indizio di una banale pediculosi...
Allora la soluzione ideale, qui come lì, è sempre una: la cara vecchia famiglia d'origine.
Nel caso specifico, due amici con pupetto di un anno e mezzo. mammetta ha preso il suo bel volo dalla Francia per recarsi ad assistere il nipote e supportare la figliola e il genero.
Succede anche nell'efficientissima, moderna, invidiatissima Germania.
Però un conto è parlare un conto è viverci, in Germania. Sulle grandi piccole cose della vita di ognuno, ecco che spuntano asperità, soprattutto per gli expat senza supporto familiare. Pauca res, ma per per chi c'incappa diventano macigni.
910 euro è quanto si spende a Ddorf per un asilo nido a tempo pieno, al mese, se la mamma deve/decide di rientrare al lavoro prima del compimento di due anni del bimbo.
Qualche asilo normale ha posti anche per i piccoletti, ma sono rari e ricercati. Indi l'alternativa è il privato. E non è il tetto massimo, 900 euro.
Ai Villa Luna, una catena particolarmente in ne chiedono 1400.
(Nessuna Tages mutter è attivabile per un tempo pieno, e le badanti a pensione, soluzione molto praticata in Italia da chi può, pare non siano diffuse...che ai tedeschi non piaccia avere estranei per casa?)
Bon. Ai 900 euro, la coppia che lavora deve aggiungere un contributo alla baby sitter che si occupa di ritirare il bimbo, qualche volta la settimana e stare con lui in caso di contrattempi, chiusure dell'istituto o uscite anticipate...
All'ora sono 10 euro. Minimo.
Che altro? Se il bimbo si ammala. I pur generosi 10 gg. di permesso annui consentiti al genitore vengono rapidamente assorbiti. L'asilo ti chiama per ritirare il bimbo prima del tempo, anche per un orzaiolo o l'indizio di una banale pediculosi...
Allora la soluzione ideale, qui come lì, è sempre una: la cara vecchia famiglia d'origine.
Nel caso specifico, due amici con pupetto di un anno e mezzo. mammetta ha preso il suo bel volo dalla Francia per recarsi ad assistere il nipote e supportare la figliola e il genero.
Succede anche nell'efficientissima, moderna, invidiatissima Germania.
Etichette:
sulla germania senza esagerare,
vita vera
18 febbraio 2013
Time flies
Conversazione tra amiche, al centro
quella che, dopo un paio di rendez vous con un amante si 'interroga sul
perché il figuro abbia preso il largo:
“Non è che l'hai spaventato?”
“Forse ti ha visto su Facebook con quel sorriso ammiccante e il vestito tutto scollato...”
“ O magari gli hai parlato del tuo ex...”
“ Non dirmi che l'hai coccolato dopo l'amore, lo sai che a loro non piace...”
“Sì, li fa sentire sotto pressione”
Un attimo e sovrappongo l'immagine dello stesso crocicchio con le stesse donne però un paio di decenni fa, tipo da ragazze ventenni:
“Non è che l'hai deluso?”
“Magari il profilo su Facebook, con quel sorriso da foto di liceale in gita alla sua mamma”
“Gli hai parlato vero dei tuoi ex?”
“No, non dirmi che ti ha coccolato dopo l'amore e tu hai detto no basta...”
“Certo, lo sai che li fa sentire rifiutati...”
Così, ricordi lontani...
http://www.youtube.com/watch?v=p8jm61vk2Ao
“Non è che l'hai spaventato?”
“Forse ti ha visto su Facebook con quel sorriso ammiccante e il vestito tutto scollato...”
“ O magari gli hai parlato del tuo ex...”
“ Non dirmi che l'hai coccolato dopo l'amore, lo sai che a loro non piace...”
“Sì, li fa sentire sotto pressione”
Un attimo e sovrappongo l'immagine dello stesso crocicchio con le stesse donne però un paio di decenni fa, tipo da ragazze ventenni:
“Non è che l'hai deluso?”
“Magari il profilo su Facebook, con quel sorriso da foto di liceale in gita alla sua mamma”
“Gli hai parlato vero dei tuoi ex?”
“No, non dirmi che ti ha coccolato dopo l'amore e tu hai detto no basta...”
“Certo, lo sai che li fa sentire rifiutati...”
Così, ricordi lontani...
http://www.youtube.com/watch?v=p8jm61vk2Ao
Etichette:
ma chi me l'ha fatto fare...,
nostalgia,
vita vera
14 febbraio 2013
Cuore. Infranto.
Oggi San Valentino, ho questionato con
tutti gli uomini con cui ho dialogato...Non c'è male, una celebrazione anticonvenzionale...
Etichette:
ma chi me l'ha fatto fare...,
vita vera
Paese che vai, usanze che -ti- ritrovi.
Così è. La cultura che ti ospita ti
dilava. Piano, piano.
Io e la
mamma tedesca della scuola di Ari stiamo diventando amiche. Prima l'interesse mio per la
lingua, poi le bimbe che vanno d'accordo tra loro, la sua grande è
persino diventata la baby sitter di Ari quando vado a yoga...
Quest'anno lei ha perso il
padre. Io la mamma. Viviamo di emozioni condivisibili. Oggi vado a
ritirare da lei la Ari, che non sta bene, non ancora e uffa 'sti virus
malefici... una settimana di arresti domiciliari...ma questa è un
altra storia.
Funf minuten di gioco richiedono le
bimbe a gran voce. "Drei!" Rispondo io secca. Io, poi.
E via, ci sediamo in tinello, io e la Iris. Chiedo
di sua mamma, ora vedova, lei di mio papà, ora vedovo...mi mostra le foto
di suo padre, dagli anni '60 in avanti, un omone grande e sorridente,
accanto una moglie austera.
Ecco le
cartoline di condoglianze, tanto diverse dalle nostre...Le loro, tedesche, sono serene,
gioiose...di solito riportano immagini di un elemento naturale, il
torrente, gli alberi... metafora dei cicli della
vita...A volte qualche strofa poetica ispirata al tema della nuova esistenza.
Tutto in colori chiari, primaverili...Parte il mio elogio sperticato.
Anche solo i colori, dico, da noi siamo ancora ai tetri
paludamenti barocchi, viola e nero, marrone sangue
rappreso per i più up to date... mi blocco che la vedo trastullarsi con una immaginetta, un po' titubante me la mostra. Nooo!
Il classico santino dei morti, con il volto sorridente del defunto in
b/n, un po' sgranato che è un ingrandimento di un originale di
piccolo formato, accanto c'era la moglie ma è stata scapitozzata e
di lei resta solo una inspiegabile spalla bianca. Completano il
santino la data di nascita e di morte sotto crociazza nera: “Bella
vero? Ci ho pensato io con il fotografo di qua, adesso
mando le copie in Germania ...anche a Berlino che mio papà veniva da
lì. Eh, con la foto è meglio così ce lo ricordiamo tutti.”
E certo. Così anche per il decor funebre
avanza, purtroppo avanza, la linea della Palma.
Etichette:
sulla germania senza esagerare,
vita vera
11 febbraio 2013
Carnevale. Che strano scherzo.
A Düsseldorf. Per il Carnevale renano. Il Carnevale e`quello che ho imparato a conoscere, condividere, apprezzare, a volte evitare...con la gente mascherata per strada, i party improvvisati e quelli organizzati nelle rock kneipe (cantine dove si fa musica), gli ubriachi abbruttiti, le belle sfilate di carri, con i lanci di dolcetti ai bimbi, gli "Helau!" che rimbalzano da una parte all`altra della citta`...e mai come quest`anno mi e`chiaro il calendario: la sfilata dei bambini in Altstadt al sabato, come sempre ci si trova con altre mamme assiderate e bimbi irrequieti davanti al panificio piu` famoso del centro. Il giorno dopo e`la volta della sfilata di Gerresheim, il quartiere dove abbiamo vissuto e dove ancora oggi Arianna va periodicamente dal dentista. Anche qui, persino gli angoli piu`assolati, dove sostare in attesa dei carri, sono noti e riconoscibili...Rosenmontag si chiude con una gran parata, una gran bevuta e un gran ammasso di vetri ovunque.Tutto e` come sempre. Ma stavolta e` diverso.
Stavolta non so...non e` piu`casa mia.
Via, si puo` scrivere "The end" al capitolo Düsseldorf. Chiuso, anche questo, come tanti altri nella mia vita.
Stavolta non so...non e` piu`casa mia.
Via, si puo` scrivere "The end" al capitolo Düsseldorf. Chiuso, anche questo, come tanti altri nella mia vita.
Eccolo. Anche qui, lui sempre lui. Del resto il tema di quest`anno era la politica...
Etichette:
nostalgia,
sulla germania senza esagerare,
vita vera
Iscriviti a:
Post (Atom)