Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

30 dicembre 2012

E tu digli che è meglio di una testa piena di ...

...di merda. Non l'ho messo nel titolo che non mi piace. Però è testualmente quello che il Neanderthaliano ha suggerito alla Ari di rispondere ai compagni quando l'apostrofano: "scimmia pelosa". Acclaro: alla Ari, dove c'era il gesso, causa braccio rotto, ora è spuntato un bel tappetino di peletti grigio topo. Vabbeh, forse mica belli a vedersi, ma per la mamma ogni scarrafone è bello, e un topetto pure.
Pare che i compagni di scuola trovino al contrario l'arto piuttosto ributtante e non vogliono che Ari li tocchi con il braccio irsuto.
La Ari ci resta male. Ovvio.
E via. E' capitato a tutti, di essere presi per i fondelli.

Io ho suggerito di portare pazienza. Il nenderthaliano, coerente al ruolo di padre sfidante la instrada alla via dell'offesa: "Meglio il braccio peloso che il cervello pieno di merda". Con la spiegazione che in questo modo, non essendo diretta propriamente a lui, il destinatario non può neppure appellarsi all'insegnante per protestare...

A parte l'uso pecoreccio della parolaccia, non ho trovato particolarmente greve il suggerimento...Invece, parlandone con l'accolita di famiglia, alla vigilia di Natale, apriti cielo! "Dovevate dirlo subito agli insegnanti!", "Ma è terribile!", "Povera ari, chissà che disagio!", "Ma cosa le suggerite di fare, siete pazzi"...
Insomma si è aperto un dibattito. Chi, come me, ha l'età dei datteri, tutto sommato ritiene inevitabile il confronto con la vita. Il che per un bimbo di 7 anni significa confronto coi compagni, ergo ritrovarsi a fronteggiare situazioni cotali.
E non si deve, a mio sindacabile giudizio, ogni volta tirare in ballo il "grande", genitore o insegnante che sia, in funzione dirimente e sostitutiva.
Che già siamo così ipertrofici nella vita di questi ragazzini...

Chi ha meno dei miei anni invece si ritrova perfettamente nella delazione all'autorità (ai miei tempi era da vili "fare la spia"). Controllo stretto e intervento immediato.
Qualcuno adduce i propri complessi adulti, derivanti dalle offese da parte dei compagni di scuola.

Non ho punti di vista solidi, di fronte ai casi concreti. 
Dare del ciccio al ciccione della classe non lo sento come offensivo...dare del terrone al meridionale invece sì. Che si motteggi un bimbo con un difetto fisico grave, mi turba...che diano della scimmia pelosa a una bella bambina, e solo temporaneamente pelosa, bah, è fastidioso, ma via, non perseguibile.
Anzi, forse rappresenta pure una bella chance perchè la bimba affini l'arte della retorica, per cavarsela in futuro in situazioni altrettanto fastidiose.
O forse è proprio vero, si è figli dei propri tempi, nel bene. E anche nel male.

25 dicembre 2012

Ora inizia il bello. Meglio, è finito il brutto.

E' finita. Si è mangiato*, scambiato i regali, visto un DVD coi bambini, c'è scappata persino la tombola!
Come il 93% degli italiani il Natale l'abbiamo passato a casa, in famiglia. Con nonni, zie, zii acquisiti, nipoti... pure una prozia. E ora, finalmente, inizia il bello! E pure una bella dieta.

*
24/12/12
Lasagne (fatte in casa)
Arrosto ripieno
Lenticchie in umido
Salsiccia

Strudel
Stollen (industriale)
Bibenda: prosecco di Franciacorta, Chianti

25/12/12
Surmontè di salumi, tonno e salmone
Polpo in umido con patate
Patè de foie gras
Insalata russa con radicchio belga
Salmone affumicato - selvaggio
Porcini sottolio
Culatello di zibibbo

Tortellini in brodo (purtroppo non i "nostri" modenesi che pare non avessimo spazi sufficienti per lavorare, ma quelli di un maestro raviolista (?) del mantovano...meglio i nostri!)
Lesso con salsa verde - due versioni di salsa verde, con e senza uovo
Spinaci in umido

Zuppa inglese
Tirami su
Baumkuchen

Frutta secca e Torrone
Bibenda: Veuve Clicquot, prosecco, rosso pavese di lignaggio, rum giamaicano

24 dicembre 2012

Adventkranz, ultima candela accesa.

24/12/2012 -8.15

Ps: ecco un post dove si spiega il perché e il percome della tradizione, che ho assimilato in Germania e siccome mi piace me la tengo stretta.

La corona d'Avvento: regole da rispettare perché sia significativa

La corona d'Avvento è una tradizione che ha origini scandinave precristiane, 
accolta dalle chiese luterane e "battezzata" come candelabro d'Avvento. 
Piano piano è passata dal Nord Europa attraverso i cattolici d'oltralpe 
fino all'Italia settentrionale, diffondendosi a macchia d'olio in parrocchie, 
oratori e case private.
Ma cosa significa la corona dell'Avvento e come è fatta? 
Purtroppo sovente tocca vedere nelle chiese "accozzaglie" di candele 
o addirittura lampade a olio tra frasche di ogni genere o fiorellini, 
a volte senza nessun richiamo alla forma tonda della corona, 
e con colori d'ogni genere.

Qualche anno fa Zenit aveva intervistato Dom Juan Javier Flores Arcas, 
osb, Rettore del Pontificio Istituto Liturgico dell’Ateneo Sant’Anselmo 
di Roma, che così spiegava le regole simboliche di questo oggetto 
di devozione:

“La corona d’Avvento deve avere quattro candele viola e senza fiori, 
ed essere collocata vicino l’altare”.
Qual è il significato delle quattro candele della corona d’Avvento?
Ogni tempo liturgico ha i propri segni che lo contraddistinguono. Anche 
l’Avvento ha i suoi. La corona d’Avvento ha origine nel Nord d’Europa, 
precisamente in Scandinavia, e negli ultimi anni è entrata con forza nelle 
nostre comunità cristiane. Essa consiste in un supporto circolare, indica il 
tempo che ciclicamente ritorna, ma simboleggia anche l'attesa del ritorno di 
Cristo, rivestito di rami verdi [cioè di piante sempreverdi: nel cuore dell'inverno
si aspetta la primavera, gli abeti rimangono del colore della vita e della 
speranza quanto tutti gli altri alberi sono spogli] sul quale vengono
collocate quattro candele. 
In America è costumanza il viola, in Europa e Italia va molto il rosso per 
le candele, che si accendono una alla volta, sempre le stesse: nel loro 
consumarsi si vede visibilmente il passare del tempo e l'avvicinarsi del Natale, 
mentre di settimana in settimana la luce aumenta: niente lampade a olio o 
lumini elettrici...
Queste candele simboleggiano le quattro settimane del tempo d’Avvento e 
vengono accese una ogni domenica. La corona deve essere collocata in un 
luogo visibile del presbiterio, vicino all’altare e vicino al pulpito, su un tavolino 
o su un tronco d’albero, o pendente dal soffitto. La corona pendente dall'alto 
è la collocazione tradizionale, come in un vero candelabro antico, la luce 
scende dall'alto.


Testo preso da: La corona d'Avventohttp://www.cantualeantonianum.com

Natale, albero.




23/12/2012 - 16.48

23 dicembre 2012

Eh...come si cambia.

Un link tutto natalizio. 10 campagne d'antan con soggetto di stagione.
Un brivido all'annuncio delle Lucky Strike. Il buon Babbo Natale con una sigaretta in bocca, ai nostri tempi, colpisce e stride non poco con l'idea del buono e del giusto che il Natale reca seco.

http://www.contaminazionipositive.it/if-xmas-meets-vintage-10-pubblicita-depoca

E' Natale, siamo tutti più isterici.

Il mondo si divide in due. Chi ama il latte e chi lo odia, chi adora la cannella e chi la detesta, chi l'ahhh! l'aglio e chi argh!l'aglio. Chi ama il Natale e chi no.
Io no. E offro delle buone ragioni a sostegno.

- Natale appartiene ai giorni più corti dell'anno.
In pianura padana spesso anche i più inquinati.
- Tra la fine di novembre e dicembre si assommano tutti i pagamenti. Anticipo iva, saldo imu, pulizia scale, rata condominiale.... Solo come esempi.
- I bambini si ammalano. E i progetti di vacanza saltano.
- I viaggi costano di più. Tutto costa di più.
- Lavoro, lezioni, progetti, ogni cosa si deve chiudere prima di Natale se no "ciccia" fino a febbraio.
- Gli elettrodomestici si spaccano (a me quest'anno: lavastoviglie, aspirapolvere, cellulare, occhiali...non è un elettrodomestico ma senza di quelli non funziono). I tecnici e gli idraulici ingrassano.
- Impazzimento per i regali.
- Impazzimento per gli allestimenti natalizi (presepe o albero? E le lucine che non funzionano mai? 15euro a filo)
- Impazzimento per il mercatino della scuola e la lotteria di Natale (contattare gli sponsor, redigere la lista, inviarla, ritirare i blocchetti, piazzare i biglietti)
- Il traffico stradale si assucca
- Si sta in coda anche per entrare col carrello al supermercato
- La luce radente nei giorni di sole disturba la guida al volante
- Si moltiplicano gli incidenti
- Prima neve. Areoporti bloccati, voli ritardati.
- Alla vigilia i single si deprimono. Chi ha famiglia si isterizza.

Il giorno di Natale tutti: mangiano ingrassano e litigano.
Fortuna che l'indomani è un altro giorno!






22 dicembre 2012

Tolleranze domestiche.

Tre giorni che la famiglia se ne è iuta in Germania, per la revisione della macchina, un'altra lunga saga di burocrazie nazionali non comunicanti, e io me la spasso.

Com'è lo spasso per donne in odore di climaterio caricate della routine imposta dai figli piccoli? Niente Mauritius e Maldive, figurati! Discoteche, aperitivi e mondanità? Niet! E macché sesso matto con sconosciuti. E con chi poi...no, no, no. Lo spasso è: “fare quello che si fa di solito, ma coi tempi tuoi”. Sembra poco? Hiii, è poco solo per quelli che figli non ne hanno!

Indi, ieri sera bagno profumato, pure a lume di candela; l'altro ieri a Milano a veder mostre e pure un paio di amici; la prima sera di libertà eccomi a un temporary shop ad attaccar bottone con un garden designer che intrecciava rose e licheni per i centro tavola natalizi delle sciure denarose...Rientri a casa “comodi”, niente lavastoviglie, né lavatrici, né raccolte compulsive di oggetti e libri per i pavimenti di casa...

Oggi lo s-passo a fare pacchetti e pacchettini, e perdo pure qualche istante a scegliere i nastrini, un buon té, il cioccolatino belga che si abbandona in bocca perdendo i suoi veli e i suoi vizi. Up and down rapido a scuola di Ari a prendere libri e compiti (fortuna che in Italia non sono così fiscali sulle frequenze scolastiche e le vacanze fuori dai periodi ministeriali), radio24 a go-go (ma come mi piace la voce di Sebastiano Barisoni!)...

Sono in uno stato di grazia che mi permette di contenere il disappunto alla vista del regalo di Natale di Ari...alla faccia dei prodotti biocompatibili, della scelta dell'asilo steineriano, i giochi intelligenti, i materiali naturali, il riciclo, il regalo come emozione opposto al regalo oggetto...
Ecco cosa riceverà quest'anno la ari a Natale:



Per il nenderthaliano nessuna contraddizione: “è Natale e le si fa quello che vuole lei”. Ipse dixit. E io, ob torto collo, impacchetto.

21 dicembre 2012

No, perchè è così facile trovarne uno...

Avolte mi chiedo se sto vivendo una vita diversa. Oppure se gli sbagliati li conosco tutti io. No perchè qui, ascoltando i vari media, pure quelli seri, come Radio24, veh!...
I consigli per evitare di incappare nell'uomo sbagliato vanno da: "assolutamente no a quelli che non vogliono baciare" (mancanza di vera fiducia) a "vade retro coloro che non apprezzano l'ironia"  (ps: dopo una lunga fetta di vita invece, penso che sì, certo gli uomini possono apprezzare l'ironia, ma nella panoplia di doti che deve possedere la loro donna, preferiscono non compaia.)
Mica finita:"Guai a intrattenersi con uno splilorcio" (avaro di soldi e di sentimenti). Meglio evitare chi è appena uscito da una lunga relazione (sta cercando una figura "caronte", da abbandonare appena sbarcato su lidi più sereni)
Diamo per scontato lo scontabile: no ai gay latenti, ai mammoni, ai senza occupazione, ai sessualmente depravati, ai puttanieri, ai dipendenti da alcool o droghe, ai giocatori incalliti, a quelli che tradiscono, ai bigami, ai violenti, ai pregiudicati, agli zozzoni, ai non supportivi nelle faccende domestiche, ai sadici, agli impotenti, agli anaffettivi, ai disagiati mentali, agli ossessivi, agli stalker, ai lavoratori indefessi, agli appartenenti agli ordini religiosi, agli sposati, agli indecisi, a queli che non hanno tempo...alla fine, se si comincia a spulciare dal mazzo, leva, leva ne rimangono giusto tre o quattro.
E per certo quei pochi sono già impegnati.
Già in paradiso saremo (?) quasi tutte donne e qualche maschietto. Almeno sulla terra, qualcuno ci dia qualche speranza in più.

11 dicembre 2012

Mercatino di Natale. Tutto a 0,50 cent

Tra le cose che mia madre ci ha lasciato, scatole e scatole e scatole di addobbi natalizi. Dal 1963 al 2011. Tutti separati per tipologia e colore. Oro, rosso, verde, argento...ma anche rosa e azzurro, con un'incursione avanguardista nel lilla.
Ora, di fronte alla sterminata panoplia di alberi, babbi natali, renne, angioli, candele, cornucopie, palline, statuette del presepe, centrotavola, festoni, ghirlande abbiamo preso la coraggiosa decisione di metter tutto in vendita.
E organizzare un mercatino di Sant'Ambrogio a casa dei miei. Ex casa dei miei.
Facile a dirsi, come sempre l'impegno si è rivelato n° volte superiore alle aspettative. Per questo il blog si è zittito. Che poi tanto male, ogni tanto non fa.
Si sono coinvolte la Ari, mia nipote e poi le amiche della nipote. Che andavo a ritirare alle varie scuole, poi  tutte imbaccuccate una volta a destinazione ci avventavamo sui panini e mortadella, e via a disfare scatoloni polverosi e a passare in rassegna oggettini e oggettoni fino alle ultime luci del giorno.
Al freddo, nelle grandi stanze.
Posso dire oggi, due giorni dopo l'happening, che è stato quasi bello.
Per diverse ragioni.
La prima è personale. Non so per quanto tempo la casa dei miei rimarrà nostra. Vivere per qualche giorno ancora, tra quelle mura familiari, che mi hanno accolto bambina e hanno sempre rappresentato per me "casa" è stato bello.
Un addio dolce e silenzioso. Io e lei. Circondati dall'inverno.

Con le ragazze si lavorava insieme. Che è una delle dimensioni più rilassanti della condivisione umana, lavorare insieme. I riti, i ritmi, il fare, le parole...Si è cominciato il primo giorno che io ero la zia di, si è finito che si parlava di tutto. Insieme, appunto.
"Le letture sull'adolescenza che ci raccontano a scuola mi fanno proprio quell'effetto lì: deprimermi come gli adolescenti!". Una delle chicche delle conversazioni.
Pare che adesso a scuola si impartiscano pillole di educazione ai sentimenti. e, poveretti, i professori cercano di pescar nel mazzo proponendo stralci letterari sui vari disagi adolescenziali. La videodipendenza, le tendenze autistiche, la relazione conflittuale con la famiglia...Penso che all'uditorio succeda così, chi è del gruppo sensibile se ne fa un baffo che non ha la minima consapevolezza di appartenerci...altri si scioccano o, appunto, si deprimono all'idea di trascorrere un periodo esistenziale così sfigato.
Ma non avrei consigli alternativi da fornire ai professori. All'osservazione tutta femminile invece che i ragazzi o sono inconsiderabili o hanno la sindrome di Peter Pan e non sono pronti per l'amore vero, ho ribadito che essere dei Peter Pan a 13 anni ci sta. Anche a 15, fino a 24, via. Dopo, magari qualcosa si può eccepire.
Sono serie le ragazze a 13 anni. Nei miei ricordi anche a 20.
A 30, per fortuna nostra, si diventa più lepide.

Poi c'è stato l'allestimento del mercatino. Abbiamo deciso di ricreare un ambiente natalizio per ogni settore cromatico e così abbiamo fatto, cercando di vivacizzare gli habitat con cestini, ciocchi di legna, tavoli, vassoi...praticamente installazioni da fare invidia ai Xmas tree shop.
Il pricing ha seguito una e una sola regola: tutto a niente. Quasi. Che poi un poco mi è dispiaciuto, le statuette della Thun, mi dicono costino un botto. Mica 1 euro come al nostro mercatino! A me quei pipotti con gli occhi socchiusi e le bocche da bambole gonfiabili formato mignon, francamente...
Comunque sono state acquistate immediatamente, come quasi tutti i pezzi di porcellana fine. Vedi tu che occhi di falco girano tra gli amici.
Per accogliere i generosi acquirenti abbiamo pensato al Vin Brulè. Che ha spopolato. Tutti a fare complimenti, a chiedere cosa aveva di tanto speciale la ricetta. Una e una sola cosa. Il vino buono. Ottima e abbondante Bonarda piemontesa, a 13°. Eccolo il segreto.
Alle 11 am del fatidico giorno, l'8 dicembre, io ero già avvolta nei fumi dell'alcol. Letteralmente che ero ai fornelli dalle 9.30 con il pentolone e la cannella e le bucce d'arancia. Siamo scampati a un quasi incendio. Pedissequa, come ricetta imponeva avevo avvicinato il fiammifero alla superficie del vino, ma mica pensavo che le fiamme s'innalzassero come nel rogo di Troia!
Durante il trasporto abbiamo evitato lo scoppio della pentola a pressione contenente il liquido bollente, non so per quale fortunata configurazione astrale. Guidare con un sibilo ascendente nell'abitacolo mi ha riportato a certe scene di Indiana Jones e il Tempio maledetto. Dopo tante emozioni forti, ci stava, a destinazione raggiunta, un generoso assaggio della bevanda tonificante! Con lo stomaco rigorosamente vuoto, toccare il nirvana, è stato un attimo.

Come è andata dopo. Benissimo.
E ogni qualvolta si presentava un minimo problema rabboccavo semplicemente il bicchiere.




Sguardo multiculti su un villaggio svedese nel 1959

Una cosa bella che ti lascia l'esperienza di espatrio è che guardi da più punti di vista. Il che poi è tipico delle esperienze  più dense, quelle che ti impongono di riscrivere i tuoi ritmi, le gestualità, i modi di esprimerti...quelle che incidono sul corpo. Che so, maternità, malattia, galera, viaggio...
La mia vita a 4 zampe è un film svedese, ambientato nella Svezia degli anni 50/60. Un bimbo deve affrontare la dura esperienza del lutto. La mamma muore di tisi, il padre è lontano e se ne sta lontano - niente di nuovo sotto il sole- il fratello va da uno zio e lui è destinato a un altro zio materno. Nel lutto perde il cane cui è affezionatissimo.
Storia a parte, nella ricostruzione della vita di un villaggio svedese di 60 anni fa, alcune cose sorprendono noi mediterranei. Altre molto meno.
Sono esperienze comuni:
Un passato molto più comunitario, per esempio. Tutti si conoscono al villaggio dello zio, nella vetreria del paese ci si trova per lavorare, ma anche per giocare a carte o per scaldarsi, i bimbi sciamano nelle viuzze, la gente si invita a casa con spontaneità, i vecchi burberi vengono presi in giro dai monelli (una cosa del genere attualmente è impensabile, qua come là...)
A dispetto di quanto -noi mediterranei- potremmo immaginare c'era molto pudore in Svezia negli anni 50.
E' vero che la bbona della vetreria posa nuda per un artista...ma si fa accompagnare dal ragazzino che veglia sulla sua virtù. Il capo della vetreria distrugge le brocche pettorute di un designer avanguardista...
A corrispettivo, gli uomini sono arrapati, come i mediterranei. In una scena gustosa il vecchietto infermo chiede al ragazzetto di leggergli stralci di un catalogo di lingerie femminile...lo zio richiede goloso particolari sulla carrozzeria della bbona che il bimbo ha sbirciato nell'atelier dell'artista.
I bimbi vivono molto più tra loro. Organizzano incontri di box, vanno a fare il bagno al fiume, si lasciano lanciare da una navicella spaziale, era il periodo della conquista dello spazio, sulla fune della teleferica...
E fin qui, le corrispondenze.
Le differenze:
Le donne sono molto meno mamme. Tralasciando la mamma del protagonista, poveretta, a letto con la tubercolosi, che ogni tanto esplode di rabbia contro i figli discoli, piangendo poi di disperazione e senso di inadeguatezza, anche tutte le altre figure femminili del film amano la loro privacy, detestano il rumore...e seminano volentieri i bimbi dai nonni (tra l'altro se si ascolta l'intervista del regista, tra la sua esperienza e quella dello scrittore...tanto senso di esclusione e insofferenza da parte delle(loro) bionde mammette)
C'è più affettuosità e confidenza tra padri, quelli che restano, e bimbi.
L'iniziativa sessuale la prendono le bambine. E sono parecchio dirette, quasi feroci. E, almeno ai miei tempi , via, questa non era proprio cosa.

La mia vita a quattro zampe (Mitt liv som hund) 1985 diretto da Lasse Hallström, basato su un romanzo di Reidar Jönsson.

6 dicembre 2012

Questa poi...

Anche se lo sbobbone di iperico mi rende, se possibile, ancora meno attenta del solito alla cura del mio corpo, ogni tanto mi avvedo che è l'ora di un refresh trucco-parrucco-strappo pelo superfluo.

E vado dai soliti noti. E ripartono le solite chiacchere.

Col parrucchiere, che è con-condomino, si parla del condominio...attualmente l'emergenza sono i furti da parte di bande rumene.

Che poi va così. I mandanti sono senz'altro locali (questa parte della collina, racconta il suocero brigadiere, è storicamente dedita al bracconaggio e alla delinquenza di piccolo cabotaggio...) ma siccome se li beccano in casa i ladri qui capaci che li saccagnano di botte, gli esecutori sono rumeni.

E' vero, il rischio furto è reale, ma vedere i miei vicini armati fino ai denti a mo' di Sancho Villa, non è che mi tranquillizzi...Figurati. Trattasi di due figuri più rotondi che alti, di oltre 50 anni e sempre a casa con mammà. Quelli, i rumeni, mi rubano quattro gioiellini, questi mi violentano la figlia, inchiodano i gatti sulle porte e su di me sfogano tutta la rabbia contro la madre castratrice che altrimenti non saprebbero sfogare...

Tutto 'sto ragionamento, al parrucchiere non convince. Se arrivano i ladri bene che i vicini prendano le loro chiappe come i target del poligono di tiro. Punto.

Il secondo appuntamento bellezza casalinga, qualche giorno dopo, è con la parrucchiera del paese, anzi: la pettinatrice. Si chiama ancora così. 10 euro e lava e piega che è una meraviglia. Fisso come il nostro appuntamento, l'argomento delle nostre conversazioni: figli e famiglia.
"No perchè mio marito..." " E poi sua madre..." "Io lo dico a mio figlio, non devi diventare come lui...". Ogni tanto, raramente, indulgiamo in qualche confronto con le famiglie coi figli "strani" che riscontriamo a Scuola...Nel caso inseriamo tutti i correttivi concessivi. "Pare che..." "Però non è detto...""Si fa a presto a dire magari ha una patologia che non dice..."

Insomma, puro gossip paesano condito con una dose di psicologia da supermercato.

Infine, dall'estetista. Lei è senza figli, un matrimonio fallito con uno psicopatico. E con lei i discorsi si fanno più piccanti. Tra una striscia e l'altra,  e nel momento dello strappo la Franci alza la voce che sa che se no rischia di lasciar lì la cliente sul più bello, si dipanano storie di incontri e tentativi di relazioni.

Ogni volta l'ultimo resoconto è più allucinante del precedente.
Quello di stamani poi...
La Franci, caruccia, magretta, occhi intensi, un'attività avviata, una nipote adorata, un'appartamento sotto casa di mammà, un cavallo...incontra lui, trentasettenne, separato, un figlio. Beneducato, dicono al paese.
All'inizio lui sembra normale, pure attento, è beneducato!, le propone di andare a fare shopping e conosce tutti i negozi dell'outlet.
Affettuoso, premuroso. Una volta a casa però l'affettività si spegne per lasciar posto ai racconti fiume sulla moglie (ex) e di quanto se la spassavano a letto loro due.
Evvabbeh, vamos a ver...Pare che proponga la frizzante estetista.
Ma quel giorno il nostro ha il mal di testa, un altro ritiene meglio per loro dare tempo al tempo, un terzo ha promesso alla mamma di pranzare insieme...

Rimanda oggi, rimanda domani lei tentenna poi tronca. Richiesta da me, curiosa come una scimmia, del perchè: "Sai cosa mi ha detto l'ultima volta? Da lì ho capito che era troppo strano...Alla domanda come hai scoperto che tua moglie ti tradiva, mi ha risposto: "mi ero accorto che le si era allargata, e ho chiesto conferma a mia madre. Era chiaro che andava con uno che ce l'aveva più grosso di me."

E con una bomba-gossip così sono uscita dall'estetista bella paga e soddisfatta.