Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

26 gennaio 2012

43- Ho imparato a fare la spesa da Aldi

Pesco a caso tra i punti condivisi dell'elenco del post precedente. Ah, per correttezza: http://memy89.wordpress.com/2012/01/24/sessione-desami/ (sempre questa soggezione a citare il blog di qualcuno. Dimentico che se c'è un blog è per farsi leggere, e più lo leggono meglio è...in questo, come già detto non ho ancora risolto il conflitto tra raccontare e raccontarmi, indi trasferisco la mia pruderie sugli altri blogger, in genere ben più disinvolti).
Chiuso, via. Ah! E mutatis mutandis rispetto all'originale Lidl=Aldi.

Aldi in Germania è un'istituzione. Aldi nord e Aldi sud sono proprietà di due fratelli. I più ricchi contribuenti tedeschi. Aldi era sinonimo di prodotti di bassa qualità a bassissimo costo. Esempio negativo di come si possa mangiare male solo per risparmiare qualche euro...Tipico da -certi- tedeschi.

Layout basic, scatoloni aperti e lasciati a terra, con gli avventori che ci pescano dentro fino ad esaurimento scorte, stagionalità dei prodotti, primoprezzo. Da qualche tempo, almeno da quando siamo atterrati in teutonialand, Aldi si è arricchito di linee di prodotti di qualità. La cucina italiana, per esempio, ma anche una linea bio e i freschi, carne, verdura e frutta e, a rotazione, persino deli da tutto il mondo. Cosa resta del vecchio Aldi?

L'allestimento scarno, le luci al neon che rendono tutto poco appetitoso, la logica del prezzo rasoterra, la rapidità schizofrenica delle cassiere, la loro indisponenza. Già normalmente le procedure alle casse sono accelerate rispetto all'Italia. Le merci devono sparire dal banco nel giro di pochi secondi. Il banco dove staziona la spesa alle casse è ridotto. Non più di 40cm (presente i nostri? una pista d'atterraggio!). In genere la gente prepara il contante contato. Così che non ci si cincischia nel raggiungere la borsa, ravanare alla ricerca del borsellino, e guarda se ci sono i soldi, ti cade la carta di credito, poi cerchi il bancomat e via discorrendo...I vecchi sono ancora più pedanti dei giovani. Al contrario che da noi. Poi le borse sono ben predisposte all'accoglienza sul carrello. Piccoli incoraggiamenti allo smaltimento veloce.

Ma da Aldi la cosa raggiunge il parossismo di Tempi Moderni. Una volta una commessa, chiaramente infastidita dalla mia "lentezza", mi ha rovesciato i prodotti direttamente nel carrello e non si è fermata neppure quando, per lo spostamento dei gravi in caduta libera, il carrello si è discostato dalla cassa così che tutto cadeva fragorosamente a terra...A quel punto sono scoppiata a ridere, la scena era comica, una risata che in Germania spesso sortisce degli effetti positivi (in Italia invece il più delle volte viene presa come risata di scherno,quindi esaspera). Ecco. Allora, e solo allora, si è fermata...

Ah, la spesa da Aldi...un'altra di quelle cose che NON mi mancherà della Germania...

25 gennaio 2012

Cosa ho imparato in 4 anni in Germania.

Il titolo l'ho rubato. Da una blogger ventenne, più o meno presumo, dopo un'esperienza Erasmus in Germania. Ecco l'elenco suo in versione integrale, in neretto le esperienze che sento di condividere:

  1. Ho imparato a parlare tedesco
  2. *Ho imparato a lavare i piatti senza farmi la doccia
  3. *Ho imparato ad usare Skype
  4. *Ho imparato a sentirmi orgogliosa di essere italiana
  5. *Ho imparato a bere litri e litri di birra senza ubriacarmi
  6. *Ho imparato a scegliere in fretta cosa ordinare al ristorante
  7. *Ho imparato le linee dei tram di Dresda
  8. *Ho imparato a scrivere un testo argomentativo in inglese
  9. *Ho imparato ad aprire e chiudere contratti di telefono, internet e affitto in tedesco
  10. *Ho imparato che l’Italia è l’unico Paese europeo dove Andrea è un nome maschile
  11. *Ho imparato ad immatricolarmi in un’università estera
  12. *Ho imparato che niente è per sempre
  13. *Ho imparato cos’è la nostalgia
  14. *Ho imparato che se vai a ballare con la tuta non importa, conta divertirsi
  15. *Ho imparato che l’autostrada tedesca non ha limiti di velocità nè caselli
  16. *Ho imparato che gli uomini sono incomprensibili indipendentemente dalla nazionalità
  17. *Ho imparato a scrivere in tedesco senza dizionario
  18. *Ho imparato a modificare la lingua di inserimento degli sms in 5 nanosecondi
  19. *Ho imparato a dire “cin cin” in tutte le lingue europee
  20. *Ho imparato a prendere l’aereo da sola
  21. *Ho imparato a viaggiare da sola
  22. *Ho imparato a fare colazione
  23. *Ho imparato ad incazzarmi
  24. *Ho imparato a ricredermi sulle persone, dopo averle conosciute meglio
  25. *Ho imparato che in Germania non è tutto così oro come sembra
  26. *Ho imparato a distinguere le diverse birre e le diverse salsicce
  27. *Ho imparato che anche i treni tedeschi a volte fanno ritardo
  28. *Ho imparato a mangiare un kebab senza rovesciarmelo addosso
  29. *Ho imparato ad apprezzare le cose belle in mezzo alla miseria
  30. *Ho imparato molto sulla storia della DDR
  31. *Ho imparato come sono le feste tedesche e i locali tedeschi
  32. *Ho imparato cos’è un Vorparty
  33. *Ho imparato una forza che non credevo di avere per andare avanti
  34. *Ho imparato quando piangere e quando smettere
  35. *Ho imparato a prepararmi in 5 minuti
  36. *Ho imparato a non aver paura di parlare con sconosciuti
  37. *Ho imparato quando smettere di bere
  38. *Ho imparato a fumare il  narghilè
  39. *Ho imparato ad usare Megavideo
  40. *Ho imparato a prendere appunti in tedesco
  41. *Ho imparato a tradurre con metodo
  42. *Ho imparato a volermi bene
  43. *Ho imparato a fare la spesa al Lidl
  44. *Ho imparato quanto sia bello tornare a casa dopo mesi lontani
  45. *Ho imparato che per chi ti vuole bene la distanza non conta, loro ci sono
  46. *Ho imparato di chi fidarmi e di chi no
  47. *Ho imparato a dormire in una stanza singola
  48. *Ho imparato ad essere fredda e razionalizzare le espressioni d’affetto (tipico atteggiamento tedesco XD)
  49. *Ho imparato a studiare in un’università estera
  50. *Ho imparato come funziona l’università in Germania
  51. *Ho imparato che non tutti i ristoranti italiani all’estero sono buoni
  52. *Ho imparato che in Germania c’è pieno di italiani
  53. *Ho imparato a darmi da fare per cercare libri per la tesi
  54. *Ho imparato a capire film interi in tedesco
  55. *Ho imparato che non è vero che in Erasmus tutti fanno sesso con tutti
  56. *Ho imparato che non è vero che l’Erasmus bisogna farlo da single
  57. *Ho imparato che voglio Starbucks e Nordsee in Italia
  58. *Ho imparato la puntualità
  59. *Ho imparato che a volte basta una chiacchierata per abbattere anni di pregiudizi
  60. *Ho imparato solo 3 parolacce in tedesco
  61. *Ho imparato a viaggiare con poco peso
  62. *Ho imparato quanto sia bello riabbracciare e persone
  63. *Ho imparato cosa siano gli addii
  64. *Ho imparato a declinare gli aggettivi senza pensarci 5 minuti
  65. *Ho imparato a prendere decisioni importanti da sola
  66. *Ho imparato a chiedere
  67. *Ho imparato cosa vuol dire dividere una cucina con altre 7 persone
  68. *Ho imparato a capire cosa voglio da me stessa e dagli altri, a chiederlo e a ottenerlo
  69. *Ho imparato ad organizzarmi
  70. *Ho imparato a non perdere un attimo dei 6 mesi che ho vissuto
  71. *Ho imparato ad andare all’università alle 9, dopo aver fatto festa fino alle 4 del mattino
  72. *Ho imparato ad aggiornare un blog regolarmente
  73. *Ho imparato per cosa vale la pena arrabbiarsi e a non prendermela per le bambinate
  74. *Ho imparato a lasciarmi andare
  75. *Ho imparato il carpe diem
  76. *Ho imparato che l’università tedesca su tante cose è più avanti della nostra
  77. *Ho imparato a risparmiare
  78. *Ho imparato che le occasioni vanno colte sennò le perdi (o magari le prende qualcun altro)
  79. *Ho imparato che un sorriso a volte vale più di mille parole
  80. *Ho imparato ad amare la neve e i  mercatini di Natale
  81. *Ho imparato ad uscire sempre senza dizionarietto
  82. *Ho imparato nuove strade, conosciuto nuovi luoghi, apprezzato nuove compagnie
  83. *Ho imparato che i tedeschi bevono un sacco
  84. *Ho imparato a non bere mai più vodka polacca
  85. *Ho imparato ad apprezzare il silenzio
  86. *Ho imparato che in Erasmus gli amici sono una famiglia
  87. *Ho imparato a non lamentarmi
  88. *Ho imparato a fare e spedire pacchi
  89. *Ho imparato ad essere essenziale
  90. *Ho imparato che non tutti i biondi sono belli XD
  91. *Ho imparato a bere il caffè americano
  92. *Ho imparato a tenere un’agenda
  93. *Ho imparato ad apprezzare le salse
  94. *Ho imparato a mangiare la pasta come contorno
  95. *Ho imparato cos’è il vero freddo
  96. *Ho imparato a conoscermi meglio
  97. *Ho imparato a spingermi dove non credevo di poter mai arrivare
  98. *Ho imparato a cercare offerte di voli, treni, autobus
  99. *Ho imparato a non perdere nessuna festa
  100. *Ho imparato che quest’Erasmus mi ha cambiata, maturata e cresciuta

L'elenco si divide in tre fonti d'ispirazione. Una legata alla tipica esperienza Erasmus (e qui non ravvedo sovrapposizioni); una all'esperienza da expat, lontano da casa; una legata agli aspetti dei tedeschi visti dagli italiani. Che non li metti a fuoco finché non ci sei, da italiana in Germania... Alcuni punti meritano, a mio parere, una spiegazione più diffusa...tipo il due: "Ho imparato a lavare i piatti senza farmi la doccia."
In Germania il monolavello in cucina è la regola. Alla richiesta del perché, anche con spazio a disposizione, anche a fronte di disponibilità economiche, si rinunci alla vistosa comodità del doppio lavello la risposta è sempre la stessa: abbiamo la lavastoviglie.  E qui si apre tutto un mondo di quesiti..ma la frutta la lavano mai? ma la lavastoviglie la movimentano anche solo per risciacquare le tazze la mattina (risposta:no, che l'acqua costa cara) e non capita mai di lavare qualcosa che in lavastoviglie non ci sta (quasi mai e comunque nel caso non la si risciacqua dal detersivo...) Conclusione. E' un'altra delle schizofrenie tedesche.   

Il resto a dopo....

22 gennaio 2012

Quelle scalette che tu mi fai far...

Sapete quei depliant da stampa  litografica, i rossi e i blu sparacchiati, i dettagli  delle foto fuori registro...ne ho scovato uno, qualche tempo fa, dedicato alle scalette di Bergamo, con descrizione degli itinerari. Che poi il testo era la parte vincente di questi pieghevoli. Tutto un fiorire di prose rotonde, citazioni dotte, inviti alla distensione e alla contemplazione delle meraviglie artistiche della nostra città....le cartine erano, erano...sono!, invece assolutamente approssimative, cara grazia che ci siano, e le indicazioni pratiche, assolutamente random.
Le Lonely Planet erano di là da venire.

Oggi ho preso la cinguetta, sfuggito il pranzo domenicale coi nonni, che poi, cara grazia numero due, bene che ne circolino ancora quattro, ma il dribbling si fa doppio...scarpe comode, borraccetta, mela e via! Con il nostro vetusto depliant sottobraccio su per le scalette di Bergamo.

Lasciata la macchina in zona piscine, che io ricordavo sempre sgombra, invece oggi  ci sono pure i parcheggiatori abusivi...non lasciando la mancia ho persino temuto ritorsioni...abbiamo iniziato con la scaletta delle More. Dove abitava il primo moroso di mia sorella. Sempre stata oculata nello sceglierli ben strutturati. Lungimirante!

Da lì, salendo, è sceso un mare di ricordi. Non so davvero quando è stata l'ultima volta in Città Alta per scalette (ce ne sono diverse, ma le più tipiche, che attraversano ville e orticelli e gradoni collinari offrendo viste "mozzafiato" sulla parte monumentale della città, "cartoline nelle cartolina", sono queste occidentali.)

Mò cerco le foto -i virgolettati sono tratti dal depliant, un mito dell'ispirazione turistica romantica...


Eccone una, di primavera...

E un'altra,tanto per ribadire.

Dopo le More: lo Scorlazzino e lo Scorlazzone, dai nomi tanto giocondi. In realtà -leggo- erano attrezzi da macellaio. Le scalette ai tempi miei erano passaggi angusti, i muri deformi accoglievano rovi e ortiche, d'inverno si scivolava sul ghiaccio, d'estate la fanghiglia scoraggiava romantiche passeggiate. Erano buie e prescelte dai "maniaci" per condividere con le ignare ragazzine la vista dei loro pregiati gioielli...Noi, ragazzine, le evitavamo, ma a volte ci arrischiavamo perché da lì "si faceva prima" ad arrivare a scuola.

Una volta "su" in San Vigilio, all'arrivo dello Scorlazzone, si può solo scendere al passeggio di Città Alta, che oggi era traboccante di gente. Avevo promesso ad Ari un gelato e così siamo entrate nella pasticceria dove andavo sempre. I ricordi sono diventati "papillari". Sapevo esattamente il sapore di quei panini con la crema di pollo, di quelle frittelline ripiene di crema, della crostata alla frutta...che lì la tagliano a fette molto oblique come per le potature o i gambi dei fiori recisi...l'effetto è spettacolare.
"Lì" è qui:

Il pomeriggio sportivo ha lasciato il posto a quello culturale, al Teatro sociale, che ricordavo in splendida decadenza. Invece è stato restituito alla città in una rinnovata aggraziata versione ottocentesca. Tutto giusto ma...come mi manca il vecchio teatro, l'odore di legno, le sue macchine, i palchi sfregiati da un antico incendio, il buio sinistro oltre il loggione...


...La rappresentazione era una versione di "La bella addormentata nel Bosco". Niente di più appropriato, per me, oggi.  

21 gennaio 2012

Hallo!

Nuovo anno. Quest'anno ho deciso di cambiare tante cose, rispetto ai precedenti inizi d'anno. Prima fra tutte niente più lista dei buoni propositi. Ci sono talmente tante fonti di frustrazioni, inutile aggiungerne. E niente più  planning per organizzare vita, ferie e spostamenti. Con l'età l'istinto si è auto-regolato. Come con la sveglia.

Quando è già puntata, qualcosa mi fa svegliare qualche minuto prima dell'allarme. Una volta, dovendo rientrare in Italia da Ddorf, forse proprio due anni fa quando Neanderthal e prole rimasero tre giorni a rimbalzare come palline di flipper tra gli aeroporti dei due Paesi, causa neve...
...Dovendo raggiungerli, mi svegliai la mattina del volo alle 4.45 constatando, con sgomento, che l'allarme delle 5 era disinserito.
Quando è il tempo di fare le cose, viaggi, vacanze, tac...mi attivo a tempo debito. Più o meno. Ma più che se l'avessi programmato.

Il post però approfitta del saluto di inizio d'anno per parlare di un'altra cosa. Ci sono parole che assumono significati affatto diversi dai loro propri, se usate in un contesto colloquiale e in certe situazioni dialogiche. In inglese si chiamano particles. In Italiano..non lo so che ho trovato solo il termine inglese.
Una particle tedesca di particolare effetto è, appunto, "Hallo!"

Sì, vuole dire ciao. E fin qui...Si dice un sacco anche "ciao!", come in italiano. Ma solo quando te ne vai, che se lo usi quando incontri una persona ti guardano male (tra l'altro "ciao!" lo pronunciano benissimo. Così bene che viene facile pensare che chi lo dica sappia anche tutto il resto. Poi controllando l'etimologia salta fuori che effettivamente pare derivi da "Tschüss!" tedesco. Che vuole dire, ça va sans dire: "ciao!")

Hallo pronunciato: "Halòòò", con la mano davanti al volto come per proteggersi da un riverbero insidioso e rivolto a un'altra persona invece significa: "..Azz stai facendo, cretino!"
Sì, sì. Proprio così. Tagli la strada a un ciclista, per esempio, quello frena bruscamente, tira su la manina di taglio, ti guarda e fa: " Halòòò!"
Mica avevo capito, all'inizio. E io rispondevo bella giuliva, sorridendo rasserenata di una reazione tanto accomodante, malgrado le mie evidenti malefatte: "Hallò, good morning!"
Ricordo una coppia anziana che al mio gongolante saluto rimase letteralmente impietrita. Immobili come statue di sale. Che non è mica facilissimo sconcertare i tedeschi!
Poi come sempre, tutte queste espressioni idiomatiche, tanto suonano assurde all'inizio tanto facilmente poi ti restano dentro.
Si apprende come  i bambini, se le parole si associano a particolari stati emotivi, le ricordi meglio.

http://german.about.com/library/weekly/aa010806a.htm