Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

11 dicembre 2012

Mercatino di Natale. Tutto a 0,50 cent

Tra le cose che mia madre ci ha lasciato, scatole e scatole e scatole di addobbi natalizi. Dal 1963 al 2011. Tutti separati per tipologia e colore. Oro, rosso, verde, argento...ma anche rosa e azzurro, con un'incursione avanguardista nel lilla.
Ora, di fronte alla sterminata panoplia di alberi, babbi natali, renne, angioli, candele, cornucopie, palline, statuette del presepe, centrotavola, festoni, ghirlande abbiamo preso la coraggiosa decisione di metter tutto in vendita.
E organizzare un mercatino di Sant'Ambrogio a casa dei miei. Ex casa dei miei.
Facile a dirsi, come sempre l'impegno si è rivelato n° volte superiore alle aspettative. Per questo il blog si è zittito. Che poi tanto male, ogni tanto non fa.
Si sono coinvolte la Ari, mia nipote e poi le amiche della nipote. Che andavo a ritirare alle varie scuole, poi  tutte imbaccuccate una volta a destinazione ci avventavamo sui panini e mortadella, e via a disfare scatoloni polverosi e a passare in rassegna oggettini e oggettoni fino alle ultime luci del giorno.
Al freddo, nelle grandi stanze.
Posso dire oggi, due giorni dopo l'happening, che è stato quasi bello.
Per diverse ragioni.
La prima è personale. Non so per quanto tempo la casa dei miei rimarrà nostra. Vivere per qualche giorno ancora, tra quelle mura familiari, che mi hanno accolto bambina e hanno sempre rappresentato per me "casa" è stato bello.
Un addio dolce e silenzioso. Io e lei. Circondati dall'inverno.

Con le ragazze si lavorava insieme. Che è una delle dimensioni più rilassanti della condivisione umana, lavorare insieme. I riti, i ritmi, il fare, le parole...Si è cominciato il primo giorno che io ero la zia di, si è finito che si parlava di tutto. Insieme, appunto.
"Le letture sull'adolescenza che ci raccontano a scuola mi fanno proprio quell'effetto lì: deprimermi come gli adolescenti!". Una delle chicche delle conversazioni.
Pare che adesso a scuola si impartiscano pillole di educazione ai sentimenti. e, poveretti, i professori cercano di pescar nel mazzo proponendo stralci letterari sui vari disagi adolescenziali. La videodipendenza, le tendenze autistiche, la relazione conflittuale con la famiglia...Penso che all'uditorio succeda così, chi è del gruppo sensibile se ne fa un baffo che non ha la minima consapevolezza di appartenerci...altri si scioccano o, appunto, si deprimono all'idea di trascorrere un periodo esistenziale così sfigato.
Ma non avrei consigli alternativi da fornire ai professori. All'osservazione tutta femminile invece che i ragazzi o sono inconsiderabili o hanno la sindrome di Peter Pan e non sono pronti per l'amore vero, ho ribadito che essere dei Peter Pan a 13 anni ci sta. Anche a 15, fino a 24, via. Dopo, magari qualcosa si può eccepire.
Sono serie le ragazze a 13 anni. Nei miei ricordi anche a 20.
A 30, per fortuna nostra, si diventa più lepide.

Poi c'è stato l'allestimento del mercatino. Abbiamo deciso di ricreare un ambiente natalizio per ogni settore cromatico e così abbiamo fatto, cercando di vivacizzare gli habitat con cestini, ciocchi di legna, tavoli, vassoi...praticamente installazioni da fare invidia ai Xmas tree shop.
Il pricing ha seguito una e una sola regola: tutto a niente. Quasi. Che poi un poco mi è dispiaciuto, le statuette della Thun, mi dicono costino un botto. Mica 1 euro come al nostro mercatino! A me quei pipotti con gli occhi socchiusi e le bocche da bambole gonfiabili formato mignon, francamente...
Comunque sono state acquistate immediatamente, come quasi tutti i pezzi di porcellana fine. Vedi tu che occhi di falco girano tra gli amici.
Per accogliere i generosi acquirenti abbiamo pensato al Vin Brulè. Che ha spopolato. Tutti a fare complimenti, a chiedere cosa aveva di tanto speciale la ricetta. Una e una sola cosa. Il vino buono. Ottima e abbondante Bonarda piemontesa, a 13°. Eccolo il segreto.
Alle 11 am del fatidico giorno, l'8 dicembre, io ero già avvolta nei fumi dell'alcol. Letteralmente che ero ai fornelli dalle 9.30 con il pentolone e la cannella e le bucce d'arancia. Siamo scampati a un quasi incendio. Pedissequa, come ricetta imponeva avevo avvicinato il fiammifero alla superficie del vino, ma mica pensavo che le fiamme s'innalzassero come nel rogo di Troia!
Durante il trasporto abbiamo evitato lo scoppio della pentola a pressione contenente il liquido bollente, non so per quale fortunata configurazione astrale. Guidare con un sibilo ascendente nell'abitacolo mi ha riportato a certe scene di Indiana Jones e il Tempio maledetto. Dopo tante emozioni forti, ci stava, a destinazione raggiunta, un generoso assaggio della bevanda tonificante! Con lo stomaco rigorosamente vuoto, toccare il nirvana, è stato un attimo.

Come è andata dopo. Benissimo.
E ogni qualvolta si presentava un minimo problema rabboccavo semplicemente il bicchiere.




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