Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

6 luglio 2013

Amarcord tra NordReno e fiume Po.

“Lo sai vero che ti ritroverai in mezzo a una strada?”
Il commento del padre tedesco a sua figlia 22enne, che gli annuncia che sposerà quell'italiano conosciuto due anni prima. In Sicilia.
Fine anni '70, che sembra ieri, ma sono millenni fa. Lei Iris, diciannovenne renana, decide di accettare l'invito di un'amica e prendono il treno che da Duesseldorf le porta a Milano, da Milano in Sicilia. In bus e autostop visitano Catania, Palermo, Trapani, le Egadi, infine Agrigento. L'ultima tappa prima del rientro. Ad Agrigento chiedono ad una ragazza, con il loro italiano stentato, dov'è la stazione. “Chiamo mio cugino, parla inglese!” E il cugino arriva. Faccia scura, occhi dolci. Camicia bianca, pantaloni neri. A ricordarlo, Iris ancora si commuove. “Siete sole?”, “ Non è bello. Sto con voi”. E si ferma, tutta la notte in stazione ad Agrigento, ad aspettare con loro il treno per Milano. Si ferma e s'invaghisce di questa ragazza tedesca dai capelli selvaggi, fiammanti d'hennè, i sandali di cuoio sui piedi ben saldi, la lunga gonna indiana, il libro “On the road” nello zaino. Si invaghisce di lei e di quello che rappresenta: è straniera, viaggia, fa l'autostop, vive già da sola, lontano da casa. Lui, di Bergamo, casa sua non la riesce a lasciare anche se ci vive male, lei si sorprende che pur lavorando da anni, non disponga di soldi suoi. Vengono versati alla madre a fine mese. Come tradizione.
Arriva il treno. “Non ci vedremo più!” fa lei. “Chi lo dice?!” fa lui. Un mese dopo, a Duesseldorf, al pensionato dove vive, lei riceve un biglietto aereo per Ustica. E' lui. La invita, ancora, in Sicilia. Le amiche la invidiano, già tanto se i loro boyfriend tedeschi offrono un caffè, ma la preparano: gli italiani sono così, infiammabili ma poco affidabili. Esattamente quello che pensa il padre di Iris, orgoglioso ferroviere renano di origini contadine.
Dopo Ustica, è il ragazzo, orgoglioso infermiere padano di origini contadine, che viene a Duesseldorf, a sorpresa, e a lui Duesseldorf sembra New York. Le ragazze che ricevono i ragazzi al pensionato, sarebbe vietato, ma si fa... i bagni al lago -tutti nudi- le saune...
Poi lei scende da lui. Per qualche mese, giustifica alla famiglia. In attesa che la chiamino all'Università. Non tornerà più, stabilmente in Germania. 
Lui si vergogna a riceverla in casa, prende coraggio e va a convivere con un paio di amici. Dopo cercano un appartamento solo per loro. “Infermiere cerca appartamento arredato per lui e la sua Fidanzata”. Un signora anziana li contatta. Nell'appartamento, che sa d'antico, c'è tutto: anche i pitali nei comodini! Loro non hanno nulla, neppure una federa. Lo stesso giorno da Croff Casa, si comprano scolapasta, piatti, posate e bicchieri. Il sapore di quella prima spaghettata in casa loro è indimenticabile: sapore d'indipendenza, di libertà, di futuro. Due anni insieme. Iris trova lavoro, come baby sitter da una insegnante tedesca. Poi si sposano. In Germania, con rito protestante. A lui va bene, rinuncia volentieri agli ingessati rituali cattolici. La suocera, invece, non le rivolgerà la parola per anni.
Il primo figlio, un anno dopo il secondo. Il terzo. La suocera perdona.
Un'altra casa, sempre in affitto, dal giardino immenso e - purtroppo- un unico bagno!
Trent'anni insieme. Anni densi.
L'anno scorso il padre di Iris si ammala.
E' grave. Iris e suo marito fanno continuamente la spola, Orio Duesseldorf, Duesseldorf Orio. L'unica persona che lascia avvicinare, a curarlo e provvedere alle sue necessità di malato, il vecchio ferroviere tedesco, è il genero italiano, quello che avrebbe lasciato la figlia per strada.
“Per me sei come un figlio. Meglio di un figlio.”

Fa in tempo a dirgli, con gratitudine. In italiano.

1 commento:

  1. Iris è la mamma tedesca della scuola di Arianna. Capelli corti, pantaloni, giacca sportiva, cestino delle compere, bicicletta, fischietto per richiamare i figli. In caso di necessità. Via! La classica brava mamma tedesca. E quando parla di se, come in questo caso, insieme alle nostre bimbe nei luoghi più selvaggi della valle del Giongo, sempre sorprendente. Come spesso le brave mamme tedesche.

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