Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

28 gennaio 2013

Ma dov'erano una volta le mamme di oggi? Poveri loro.


Ecco, finito di leggere Jules e Jim di Henri Pierre Roché. Romanzo poco memorabile che ha ispirato il celebre film di Truffaut, con Jeanne Moreau una Kathe bella e credibilmente pazza. Tutti lì a eccitarsi per il triangolo amoroso lui lei l'amico di lui, in realtà molto impettito, e nessuno bada a un piccolo dettaglio. Per dedicarsi ai viaggi e alle fantasie erotico sentimentali con il nuovo partner lei molla reiteratamente le figlie, 3 e 5 anni, mica maggiorenni. Ora. Io non so con che energie e che disponibilità reale si riesca a conseguire ciò. Con due bimbi di quell'età che ti trasformano in un erogatore di servizi all'infanzia 24su24ore. Ma tant'è. Forse li stordivano con il cloroformio.

Tra Anna Karenina, quella sciroppata dell'Anita Garibaldi, le madri dei fratelli Karamazov, le protagoniste femminili dell'Educazione Sentimentale, del Grande Gatsby, della Vedova Couderc di Simenon...appena ti rivolgi al passato l'abbandono totale o parziale dei figli da parte delle mamme, a tate, parenti e in qualche caso mariti, non era infrequente o legato a morte prematura o questioni d'indigenza. E, cosa inaspettata, non creava particolare riprovazione. Alle donne si riconosceva uno stato di parziale infermità mentale. Meglio di non possesso della piena lucidità e capacità di discernimento. Dal momento che da sole non si reggevano è chiaro, si lasciavano condizionare dal maschio di turno. Da qualcuno di più forte. Faceva parte della Natura del sesso debole, insomma, l'instabilità.
Poi i bimbi storicamente venivano cresciuti da balie, tate, vecchie zie, suore, contadine povere. E morivano come mosche, almeno da piccoli.

Sia come sia, in Jules e Jim non un accenno che Kathe sia una cattiva mamma, tutt'altro, anche se si allontana da casa per settimane e poi decide di compiere l'estremo gesto lasciando due orfanelle (risparmia il padre, che fanciulla previdente).
Così solo buone parole per la signora Arnoux che internava la figlia in un collegio per il brutto carattere...(sono tutte notizie date en passant, e forse proprio per questo ancora più scioccanti per il lettore moderno). Che anzi... Frédéric, il protagonista dell'Educazione Sentimentale, trova quasi buffo che ogni fine settimana Rosanette, la sua donna, voglia recarsi in campagna dalla balia a stringere tra le braccia loro figlio neonato (solo il fine settimana badi ben...). Dell'Anita Garibaldi poi tutti a costruire icone da eroina risorgimentale, non un cip! sul fatto che abbia mollato la numerosa prole alla suocera per tallonare l'amato pene, pardon, bene (che dell'unione della penisola a lei brasiliana siamo poi sicuri che gliene inciuciasse molto?). Lei stessa, del resto, scopro leggendo, era stata sposata a forza appena quattordicenne a un calzolaio che le forgiasse il carattere ribelle.

Venendo a noi, mio zio è stato allevato dalla bisnonna, mio padre a 9 anni entrava in collegio, e ci usciva per raggiungere la famiglia pochi giorni all'anno. E nessuno ritiene mia nonna una mentecatta per essersi così alleggerita di due dei suoi tre figli. E no, non erano affatto indigenti. La mamma di mia suocera, 10 figli, appena sgravata affidava il neonato alle figlie più grandi e il giorno dopo il parto tornava a lavorare. E no, non erano affatto indigenti.
Azzardo una spiegazione. Le donne i figli una volta spesso li subivano. Si maritavano per ignoranza, obbligo, tradizione, per sfuggire dalle famiglie d'origine. Se restavano incinte e ci restavano a detta di molti con una facilità che oggi ce la sogniamo, abortire era difficile oltre che perseguibile. A volte il deterrente era il contesto. Resti incinta e fuori infuria la guerra, tuo marito è al fronte, corri il rischio di rimanere vedova, sei obbligata alle vessazioni di tua suocera, tua madre...oppure il figlio è una conseguenza di una violenza, un marito ubriaco, violenze di guerra, di strada, di rivolte, un adulterio subito.
Le protagoniste dei telefoni bianchi, di figli non ne avevano oppure via, giusto uno. Che questo era il sogno segreto della platee femminili del 20ennio fascista, mica le italiche fattrici coi fianchi spioventi da plurime gravidanze, ma una vita di mollezze e amori sospiranti, corpi androgini, dagli sguardi assassini, fasciati in lussuosi vestiti argentati.

L'istinto materno fungeva da correttivo -e ha funto spesso se no non saremmo qui, ma a volte faceva cilecca. Ecco, azzardo pure il proclama post-femminista: la consapevolezza ci ha reso molto, ma molto più sole. Disincantate ed esigenti. E anche troppo critiche. Ma almeno quando decidiamo di averli i bambini no, non li abbandoniamo tanto facilmente. Soprattutto per compiacere i desideri di un paio di braghe qualsiasi.
Evviva la modernità, per una volta tanto.

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