Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

25 novembre 2011

Sono andata a Torino, uno.

Questa primavera ho dato una mano a un'amica di Ddorf. Si dovevano selezionare gli articoli meritevoli di pubblicazione tra quelli, scritti a suo tempo, dalla mamma giornalista.  Le serviva un occhio "altro", emotivamente non coinvolto, poco avvezzo alla vita della città che faceva da sfondo agli articoli.
(E' stato bello, passare le ore inseme, a spulciare documenti e fogli fitti fitti battuti  a macchina, rivivere storie di persone, le loro passioni, le loro occupazioni. Un'antologia di Spoon River nostrana. Con la differenza, fortunata, che in questo caso molti dei protagonisti erano ancora vivi.)

E, ieri sera c'era, finalmente, la presentazione del libro. A Torino.

Volevo essere presente.

Smarcarmi dal trantràn per risicare un'uscita infrasettimanale è stata una fatica soverchia.
Questo post è sostanzialmente l'elenco delle cose che si sono dovute risolvere per poter andare una sera a Torino e rientrare la mattina dopo (...e una dimostrazione concreta del perché le mamme sono spesso o troppo stressate o tropo rinunciatarie, rinunciando ad ogni loro passione precedente l'esperienza di un figlio)

a- cercare una sistemazione per la notte a Torino (da un'amica...). Azioni correlate: chiedere la disponibilità all'amica ospitante via mail, accennare all'amica curatrice se eventualmente si poteva allargare l'invito all'amica ospitante.
b-cercare i biglietti del treno. Azioni correlate: consultare orari e costi -e rendersi conto che per 23minuti di meno a tratta si può spendere più del triplo, grazie ai Freccia Rossa- Prenotare con anticipo, problemi con il portale (non accetta la carta di credito tedesca?) recarsi in stazione la sera prima, dopo l'ora di yoga e dopo aver accompagnato la baby sitter di Ari a casa...
c- trovare ospitalità per Ari (dallo zio del condominio). Che è meglio che resti a casa o limitrofi che con la scuola e il turn over di libri e quaderni...Azioni correlate: preparare la valigina con pigiama, libro per la notte, ciabattine, spazzolino elettrico, completare con la tuta di ricambio che venerdì ha "motoria", aggiungere i quaderni, preparare in anticipo il buono della mensa, datarlo e firmarlo.
d- organizzare gli spostamenti di Ari da giovedì all'uscita da scuola fino a venerdì, all'uscita da scuola. Cercare qualcuno che s'incarichi di prenderla il giovedì e portarla alla festa dell'amichetta Greta. La sera poi, lo zio la va a riprendere. In soldoni: accordarsi con una mamma di un'altra bimba invitata, avvisare Ari e la maestra. Preparare anticipatamente il regalo per Greta,  impacchettato e con dedica e allegarlo alla cartella del giovedì mattina. Scrivere il numero di telefono dello zio sul diario di Ari, che qualunque cosa accada i genitori di Greta sanno a chi rivolgersi...dare allo zio l'indirizzo della casa da cui prelevare Ari dopo la festa e il cellulare dei padroni di casa Ricordare allo zio gli orari di prelievo e di inizio scuola il venerdì mattina.
e-preparare la cena per bimba e zio, sugo al pomodoro e zucca e coste al burro e parmigiano, mettere tutto in frigo nei Tupperware e indicarne l'esatta ubicazione ai fruitori.
f- cercare gli ingredienti per i lavoretti di Natale. Entro venerdì occorre dotare Ari di 2 confezioni di spilli con capocchia plastificata e 2 confezioni di caramelle gocce di pino...e ce lo comunicano mercoledì pomeriggio. Mumble, mumble...calcolando che giovedì pomeriggio scompaio e riemergo venerdì, sempre nel pomeriggio, mando qualche sms di richiesta orientamento alle mamme sui pusher di 'sta roba, mi giungono altrettanti sms di richiesta orientamento dalle mamme.
Le gocce di pino, date per ubique in qualsivoglia negozio di alimentari, sono in estinzione, sostituite da sontuosi cristalli smeraldini...vistosi, gustosi ma ai fini dell'artefatto, mi spiegano, inutili. Invece servono proprio le gocce, più piccole, dalla forma oblunga e morbide...dopo tre negozi, al quarto scopro una confezione. Una, non due. Per gli spilli, prenoto la fornitura alla merceria del paese. E mi accordo con la merciaia di chiedere ai vari genitori che hanno fatto lo stesso, ma che non conosco direttamente, se i loro bimbi sono nella stessa classe di Ari. In caso positivo lei gliela consegna, la fornitura, con preghiera di riconsegna alle maestre di Ari, la mattina del venerdì.
 E questa è andata...Adesso occorre scrivere l'avviso sul diario di Ari, rivolto alle maestre: gentili maestre la cosa è così e così, io sono via e non posso provvedere diversamente. 
Confesso che l'inghippo del lavoretto di Natale, e tutto quello che ne è conseguito, mi ha fatto quasi desistere dal progetto di fuga...
g- chiudere casa: stendere i panni, passare l'aspirapolvere, "lanciare" il lavastoviglie, raccogliere le immondizie, pulire le lettiere dei gatti, preparare la loro pappa, portarli nella sala di là, bagnare le orchidee...
h- preparare la borsa, con la guida di Torino, i biglietti stampati del treno e dell'invito, verificare i vari indirizzi su Google maps, ricercare gli orari di apertura musei e mostre alla ricerca di qualcosa aperto e compatibile con la mia schedule, verificare il look alla luce degli impegni mondani, della praticità, delle necessità del soggiorno, comunicare alla padrona di casa l'orario di arrivo previsto, prevedere nel bagaglio i dolcetti di marzapane tedeschi, omaggio alla gentile ospite... rifare la manicure, aggiustare la depilazione, scegliere i gioielli -gioielli...'na collanina e un ring da pura presenza-, un salto dalla parrucchiera per la messa in piega (e la stampa delle mappe di Google saltano, quando ubi maior...)
Che elenco noioso.

Adesso, è tutto il giorno che penso. Se fossi stata da sola? Senza prole intendo. Se fossi stata sola i punti da risolvere si sarebbero limitati drasticamente in numero e in complessità di intervento.
Si sarebbero ridotti infatti da 8 a 4: a, b, g e h.
Il punto f, chiudere casa, si sarebbe rivelata procedura parecchio più snella, pur rispettando sempre i parametri di ordine domestico minimo standard. Lassi, assicuro. Mica sarebbe occorso sistemare il caos della bimba e, soprattutto, lasciare la casa in ordine, meglio, attivabile nei suoi processi normali al rientro...

Altra notevolissima differenza, rispetto al se fossi stata sola, appunto, il rientro:
Oggi, appena messo piede fuori dalla Stazione ho provveduto alla spesa per la sera,  mi sono fiondata a casa, cambiata in tutta fretta, scesa a scuola a prendere Ari, provveduto al bagno di entrambe, recuperato vestiti e masserizie sparse dallo zio, presieduto ai compiti di Ari da svolgere a casa,controllato le comunicazioni dalla scuola,  preparato la merenda prima,e la cena dopo, cambiato le lettiere ai gatti, fornito la pappa; dopo la cena, lavaggio dentini, pipì, pettinare i capelli ingarbugliati da ieri, rigovernato casa...
Ecc, ecc, ecc.

E io non ho una occupazione fissa e ho solo una bimba! E se ne avessi avuto due di bimbi e lavorassi? Ecco, anche nel caso, improbabile, in cui fossi, ostinatamente, comunque andata a Torino....non ci sarebbe certo stato il tempo di scriverlo questo post!

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