"Lassù nella Renania, tra anse e ponti d'or, tra l'aspre nubi echeggia un cantico d'amor..." Una montanara DOC racconta la sua Dusseldorf...E il suo rientro nel patrio stivale.
Autunno
31 gennaio 2011
Sono seduto sul ramo e mi sento bene.
Correva l'anno 1989. Allora lavoravo con un grafico, Marco, anzi Marchino, che in ufficio c'era un altro collega omonimo di stazza superiore. Quindi: Marco e Marchino. Marchino aveva la passione per i film. Quelli d'essai, quelli dei festival...quelli che di norma non li vuole vedere nessuno. A me piaceva accompagnarlo. Non tanto per vedere i film, ma per assistere alla sua passione per i film. Come si preparava quando si era in stagione del festival del cinema a Venezia!.. capace di dormire in stazione per non perdere un'anteprima. Insomma, Marchino era, e spero sia, un cinefilo di quelli puri. La sua passionaccia erano i russi. I registi. Sapeva a memoria titoli e titoli di film russi...
Col tempo avevamo notato che faceva colpo quando "parlava russo". Allora a volte mi prestavo al giochetto, lui di fronte a qualcuno, più spesso qualcuna, interessato faceva così en passant: "Dai chiedimi qualcosa che te lo traduco" e io mi inserivo "..See, tipo sono seduto sul ramo" e lui: "SEDIM NA KONARI..." e io: "...e mi sento bene?" e lui " facile: A JE MI DOBRE..".
Il titolo di un film cecoslovacco. Pure passabilmente divertente, Come possono essere divertenti i film cecoslovacchi degli anni '80. L'happy end si è fermato oltre cortina.
Sono seduto sul ramo e mi sento bene è il "nickname" della abat jour del Neanderthaliano. Non sapevo come posizionarla rispetto al letto e agli spazi un pò risicati dalla cassettiera. Poi l'ho avvolta al ramo che decora la testiera del talamo.
E lì sta. Bene. Seduta a penzoloni.
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