Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

10 novembre 2011

Le cose che oramai non noto più.

Da qualche parte, deve esserci ancora. O forse l'ho proprio reso post e pubblicato: l'elenco delle cose che mi facevano pensare: "Dio, ma cosa ci faccio qui!". Per qui, in questo caso, intendo L'Italia (un elenco diverso nella sostanza, ma mosso dagli stessi moventi emotivi, giace scritto e dimenticato per quanto riguarda/va la Germania. Prima, questo succedeva prima del rientro.)
Ora però "qui" è il qui di ora e quell'elenco, e io che lo scrivo e lo stato d'animo che mi muoveva a scriverlo, ecco, sono lontani anni luce. Invece era solo 3 mesi fa.
Delle cose che non rilevo più come insopportabili:
L'andirivieni caotico e distratto delle persone al supermercato. Su e giù, avanti indietro e stop imprevedibili, con scontri di carrelli e di corpi, nessuno sguardo e scariche di irritazione subitanea. Ora non le vedo più. O probabilmente sono arrivata ad essere io, una di quelle persone.
Le macchine che accostano dovunque e pure si irritano, i conducenti, se mostri insofferenza.
Le macchine che sfrecciano a 60 orari, minimo, in zone residenziali.
I marciapiedi fantasma, che sono grandi, ampi e pavimentati poi si stringono e spariscono inghiottiti dalle corsie stradali. E i pedoni ciccia! A strisciar accanto ai muri delle case come gechi.
Le mamme che urlano ordini perentori, ma poi tralasciano di dare un seguito concreto... e persistono a sbuffare e inveire per ore.
La gente che parla, parla dei fattacci propri a voce sostenuta nelle sale d'aspetto, nei pullmann, negli uffici e nei punti vendita....e servono il cliente così, meccanicamente e pure, mentre stanno discutendo al telefono svelando al mondo le loro sanguinose faide familiari, nei momenti topici interrompono l'erogazione del servizio - la pratica del resto si inceppa, il palmo offerente parte del reso si blocca a mezz'aria, in attesa che l'altra mano completi il gruzzolo del totale dovuto...

E quelle cose, alcune almeno, che invece (ancora?) non mi vanno proprio giù:
Gli asfalti sconnessi delle strade, con il cotè di guard rail di lamiera distorta, le cartacce e lo sporco, i giardini le aree verdi semi abbandonati, l'assenza dei grandi alberi;
la città brutta, malgestita, la segnaletica improvvisata e poco leggibile, fagocitata da cartelli pubblicitari assordanti e sciatti, dalla grafica impraticabile;
l'impossibilità di un dialogo "oggettivo" senza schieramento di parte, la reattività immediata ad ogni accenno di non adesione, che sia un parente o l'edicolante all'angolo...

Se fossi giovane scriverei: "chissà se mai mi abituerò". Adesso, invece: "chissà quando mi abituerò!"

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