Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

4 aprile 2012

Side by side.

Ho la macchina con targa tedesca. Sono in Italia da quel mo'. Ora di re-immatricolarla. Ieri prendo tutto il mio coraggio e mi reco alla motorizzazione civile. Non frequento molto questi luoghi. Ma il ricordo della motorizzazione di Ddorf è ancora fresco. E il contrasto è scioccante.

Là un silenzio da clinica. Alberelli fuori, piegati dal vento, dentro un atrio bianco luminoso ospita il  box informazioni, circolare. Oltre all'informazione ti forniscono un numero, per l'attesa. A sinistra, nell'atrio, il caffè panificio... Ogni tanto un rumore straziante interrompe il soffice clock del cambio di numero del tabellone: proviene dal trituratarghe, un macchinario da film di fantascienza. Nel settore per pubblico ogni sportello ha la sua bella scrivania e le sedie davanti per i cittadini, come in banca per i servizi finanziari, nell'attesa che il burocrate esplichi le sue pratiche. Tutto questo, gli alberelli, l'ufficio informazioni, il caffè, il tabellone informativo,le seggioline,"là".  

Qua: camion occupano tutti i parcheggi dell'area, parcheggio fuori, l'asfalto del piazzale antistante è pieno di buche, un nugolo di bruti occupa la scalinata d'ingresso, vociando in idiomi sconosciuti, la porta d'ingresso non ha la maniglia...
All'interno, in terra bottonato nero con vistose pezze di rattoppo di linoleum color petrolio, code di persone di fronte a sportelli, separati da uno spesso vetro...le pertinenze di ogni sportello sono segnate in caratteri piccoli, facilmente leggibili solo a pochi palmi dallo sportello stesso..."C'è un ufficio informazioni?" Una voce stridula si eleva nel brusio. E' la mia; non ottiene alcuna risposta.
Applico la legge di Murphy, la "mia" coda è sicuramente la più lunga.
E lì mi metto, in coda. Un ceffo della coda accanto mi chiede brusco cosa mi serve, spiego "la rava e la fava" mi interrompe subito, dà un'occhiata agli incartamenti, si ragguaglia con un secondo ceffo sulla sua destra, mi confermano che la mia coda è giusta.
Qui si salutano tutti, a un dato punto con fare simpatico, nelle intenzioni, si sa mai abbia bisogno ancora di aiuto, dico: "ma cosa siete, un clan?", sostantivo poco acconcio, me ne rendo conto subito dopo averlo proferito, nessuno sorride. E io, finalmente, taccio.
E' il mio turno, dagli uffici dall'altra parte di questo muro di vetro spesso sale un lezzo di cicche di sigarette bagnate, escrementi di gatto, muffa...Appoggio l'incartamento sul ripiano, il tipo dall'altra parte mi allunga uno, due, tre bollettini di pagamento. Poi mi dice che devo andare in Germania, consegnare la targa e provvedere alla sua distruzione (nelle orecchie il crack crack del trituratarghe tedesco, SIII! Ho sempre desiderato schiacciare quel pulsantone rosso lucido e sentire la mia targa fare crack crack...), poi "loro" dovrebbero provvedere a fornire una targa temporanea, indi torno in Italia e per 4/5 giorni non potrò usare la macchina - sia furba, non faccia partire la pratica prima delle vacanze- pagamenti dei bollettini, documenti precedenti
l' immatricolazione tedesca, traduzione giurata del libretto e via.
Via. Esco dalla motorizzazione con un senso di liberazione. Ora inizia la car-odissea.

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