Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

17 luglio 2012

Vero wurstel tedesco.

Sono rientrata la mattina presto, da Milano. Grazie ai miei ospiti, dalle abitudini alquanto mattiniere, sono in strada dalle 6.40. Una mattina splendida, oggi, ventilata, luminosa, e uomini abbronzati e donne snelle ne hanno approfittato per fare jogging con il cane. Non c'è  traffico, anche perchè è luglio. Le case, gli edifici, i palazzi, i cortili si disegnano netti contro un cielo di maiolica blu.

Ne approfitto per fermare la macchina, recarmi in un paio di posti dove ho abitato e prendere qualche foto. A Milano ho abitato in 9 appartamenti: via Aretusa, via Previati, via Veronese -zona Bande nere/Fiera. Via Vetere, via Gola, via Banfi -zona Porta Ticinese. In c.so Buenos Aires, via Piattoli - zona città studi/Lambrate. In viale Molise - zona Vittoria. Un bel Monopoli.

Ho deciso di fotografarle tutte, le case dove ho abitato a Milano. E, piano piano, giretto dopo giretto, la collezione si completa.
Dopo aver rinverdito ricordi e galleria fotografica, cerco il caffè pasticceria dove mi attardavo la mattina, quando vivevo da queste parti. "Bastianello" è sempre lì, anche non si chiama più così. L'ambiente anni '60 è lo stesso, il cappuccio da manuale, con la schiuma soda al punto giusto, il kranz meno fragrante che nei ricordi. L'attitudine al rilascio centellinato dello scontrino identico a come ricordavo...
Prima di me cinque o sei avventori, "famigli" evidentemente, e io sono il primo scontrino della giornata...quale onore.

Bevo, mangio, pago...e alle 7.15 ho finito quel che dovevo fare. Ah, compro pure il pane che per ragioni mai acclarate è spesso più buono che a Bergamo. Sarà l'ozono? Il particolato degli scarichi d'auto? L'unica spiegazione organolettica calzante è che l'acqua a Milano è migliore.Viene direttamente dalle Orobie, scavalcando noi, i legittimi proprietari. O almeno questo è quanto mi hanno sempre raccontato da bambina nelle saghe versus i "milanes borghes".

7.17 e la solida Mitzubishi color medusa velenosa di dirige verso il sole nascente, sempre più accecante lungo il nastro autostradale dell'A4 Milano Venezia. Alle 8.30 sono già dai suoceri, post caffè all'ennesimo barino, alle 9 ho già fatto la spesa per la serata, alle 10 perfetta dal meccanico per il tagliando annuale, alle 11 da Leroy Merlin per comprare numero 1 canna per innaffiare il giardino da 15mt, standard, e numero 2 ripiani 1mtx50cm, in laminato bianco, standard.

E da Leroy Merlin s'interrompe il ciclo virtuoso della mattinata...solo dopo due ore due riemergo con le tre carabbattole nel carrello, stravolta e delusa dall'iter d'acquisto, affamata come un lupo della steppa.
Sono nel parcheggio, davanti a me lo snodo della superstrada; 32°all'ombra, ma niente ombra. Però qualcosa arresta il mio girovagare, un profumino delizioso e ricco, che s'insimua tra la zaffa di plastica cotta che proviene dal tendone depandance dedicato ai mobili da giardino.

Scruto il panorama desolato alla ricerca della fonte dell'invitante aroma e finalmente la scorgo: un camioncino giallo, un po' oscillante. La scritta esterna recita: "Il vero wurstel tedesco". Accompagna il claim l'effige di un preparato da forno sventrato a metà nel senso della lunghezza con un insaccato color fegato epatico e, sopra, uno zig zag di senape nerastra, a guisa di pomata cicatrizzante.
Roba da far diventare vegani immediatamente.
Però quel profumino...Rompo gli indugi, mi avvicino; abbarbicati sui due tavolini in metallo tre o quattro avventori, paiono usciti da un remake in versione urban del film di Leone: "il Brutto, lo Storpio, il Cattivo"... Cicatrici, orecchini e tatuaggi come se piovesse,  e magliette aderenti senza maniche, che pensavo sparite inghiottite dall'oblio insieme ai ciabattoni di gomma con banda a ponte, blu...Invece toh, un'enclave di fossili viventi.

Il gestore della ristorazione volante non è da meno dei suoi avventori: alla maglietta, tatuaggi, orecchini, lunga cicatrice sul cranio aggiunge calzoncini in raso lucido rosso corallo (beh, almeno la nuance è in trend con quest'estate...) e cappellino da benzinaio color oro. "Signora cosa prendi, 5 euro panino e bibita...abbiamo panino con salame nostrano, con stracchino, con salamella..." Dall'accento s'intuisce la sua origine nord africana... "Io le consiglio la salamella, è buona, la prende al "piantù" di Grassobio..." Il robusto latore del consiglio deve equivocare il mio sguardo sorpreso se rincalza:"...Guardi che è vero, la paga 8 euro il chilo al posto dei 5 0 6 delle solite, commericiali..si fidi!".
Ordino la salamella.
Ha ragione il ciccio. Ottima!

Mi assetto, trovo persino il modo di ciacolare con i tre di " C'era una volta il West", meglio, il Nord West della Padania Centrale. Alla fine mi offrono pure il caffè...
Quando saldo mi rivolgo tranquilla al gestore: "Ma il wurstel tedesco? Che fine ha fatto?"
"Ah, quello? L'ho tenuto per un pò, poi non lo ordinava nessuno. Mantengo solo la pubblicità."

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