Questa poi. Premessa, succinta. Sono al mare, siamo al mare, con la Ari. Da una settimana (ma solo oggi mi sono recata all'urbe più vicina per comprare una chiavetta e collegarmi. Che qui nel "pagus" non se ne rintracciavano). Da una settimana, la sera, sola soletta a fare la guardia alla settenne dormiente mi sollazzo con letture amene. "Le mie prigioni" del buon vecchio Pellico nazionale, in questi dorati arresti domiciliari cadono a pennello. Sono al punto in cui dopo la permanenza a Milano, il nostro viene trasferito a Venezia, ai Piombi. Dopo la sentenza, atterrito apprende che lo trasferiranno allo Spielberg. E così commenta: "Essere costretto da sventura ad abbandonare la Patria è sempre doloroso, ma abbandonarla incatenato, condotto in climi orrendi, destinato a languire per anni tra sgherri è cosa sì straziante che non v'ha termini per accennarla!"
Ora. Il buon Silvio ci aveva testè descritto il martirio del caldo e dei miasmi e dei nugoli di zanzare che gli s'appiccicavano al corpo giorno e notte. A Venezia. Ma peggio di così, climaticamente parlando, cosa poteva mai aspettarsi in Moravia?
Eh, il classico vecchio luogo comune del clima salubre di casetta nostra...duro a morire!
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