Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

17 agosto 2012

Bagno Bemi.




A Luglio sono passata in Versilia a trovare mia zia, e in quell'occasione mi sono ritrovata al bagno dove andavo da piccola. Bagno Bemi. Stessa insegna, con il carattere a palloncino degli anni '70, stesse cabine azzurre, stesso odore nelle cabine. Un misto tra effluvi di legno, di salsedine e di vernice, quelle con base oleosa, che per recuperare i pennelli occorre l'acqua ragia, per intenderci.

Un odore che mi ha riportato con prepotenza alle estati della mia infanzia. Nella cabina dove provvedevo a cambiarmi, complice la memoria olfattiva, mi sono ritrovata bambina, con mia cugina accanto -il suo corpo adolescente, ambrato, prorompente, dal profumo penetrante - che mi diceva: "controlla che nessuno sta spiando, lì, dove c'è il buco". Tra un'asse bianca e quella azzurra c'era una fessura e oltre la fessura, effettivamente, un occhio spalancato.

Effettivamente qualcuno spiava.

E' che a volte mia cugina si arrabbiava, e con la mano chiudeva la fessura, a volte invece si divertiva a provocare. Nuda, si prendeva i seni pieni, alti e sodi tra le palme e li faceva saltare come due caprioli...la sua risata roca e profonda accompagnava il numero da streap tease. Forse per quello l'occhio, la volta che lo spiai a spiare, si ostinava a fissare nella cabina, malgrado fosse stato "sgamato".

Il ricordo era così vivo che mi sono ritrovata a cercare la fessura, che non c'era. Ovvio. Poi il bagno Bemi è molto più di allora un luogo per famiglie. tanti bimbi, molti vecchi, qualche mamma post gravidanza, pochi papà, nessun giovane, estendendo la qualifica anche, come si usa ora, ai quarantenni.

O forse lo era anche allora, un bagno per famiglie, ma allora le maglie dei controlli sugli adolescenti erano più lasse, le mamme inamovibili dai loro ombrelloni e i padri, meno gravati di impegni familiari e facilitati dalla congiuntura economica ad accumulare ricchezza, più liberi di provare la loro versione di "amici miei".

Uscita dalla cabina, mi avvicino all'ombrellone e incontro un viso noto. "Ciao!", mi fa. Rispondo cordiale, ma poi metto a fuoco. Certo! Quella stronza della Monica! Un paio d'anni più di me, ricciolina, capricciosa e scostante. Si divertiva a darmi appuntamenti e ad invitarmi a giocare con lei e le sue amichette per poi darmi buca. Sempre a ridicolizzare quello che dicevo, forte della maggiore età e della posizione al comando della sua piccola gang.

Devo aver cambiato espressione perchè lei mi restituisce uno sguardo perplesso. Oggi quella stronza della Monica è una signora di 50anni, un bel fisico malgrado le plurime gravidanze. Ha i tratti tirati, causa le notti insonni ad assistere prima il padre, poi la madre anziana...Mia cugina non c'è più, morta giovane, lei e la sua risata roca, inimitabile. La vita ci rende tutti uguali, penso, come i ciottoli sulla rena del mare. Di provenienza diversa, sotto il lavorio delle onde si levigano, si riducono ad una misura sola. Così che a vederli sembrano tutti della stessa provenienza.

E' sui ciottoli della rena del bagno Bemi che una mia parente ritrae con la sua bic, dal suo ombrellone le persone al mare. Ogni ciottolo un ritratto.

Un bel gesto, per restituire un' identità ad ogni ciottolo...
Ad ognuno di noi? 



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