Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

14 agosto 2012

Benvenuto tra noi, Ino!

E'il 53°. O almeno penso...che contare i grandi è facile, i piccoli più difficile che migrano facilmente da una casa dei nonni all'altra. Noi di case dei nonni, per ora, con stanze dedicate ai nipoti ne abbiamo due. In Italia "la stanza del figlio" spesso resta uno spazio cristallizzato nel tempo. Non che venga murata, come facevano i Tuareg quando si sposavano, con la stanza della prima notte. Andava così: dopo la prima notte veniva chiusa e mai più utilizzata. Sorgeva nella parte centrale della casa, accanto al luogo di consumo dei pasti, il tinello via!, sempre sotto gli occhi del clan familiare. Come il centro della ruota, un punto virtuale, intorno al quale gira tutto il sistema...

Ino

Le stanze dei figli in Italia, dopo che questi sono adulti e via di casa, passano un periodo di utilizzo a singhiozzo da parte degli stessi,  o magari da parte di qualche ospite...poi rinascono a nuova vita con l'arrivo dei nipoti. Il lay out si rinfresca un po', di solito per giustapposizione di carabattole; nell'armadio insieme ai cappotti passati trovano posto i vestitini; le Barbie vecchie di 20 anni e passa, con i capelli tagliati rozzamente e strinati e le orecchie grigie di polvere, siedono accanto alle nuove, modello escort, e tra loro, sono certa, le criticano rimpiangendo i bei vecchi tempi e la meglio gioventù di una volta.

Nella stanza di noi tre sorelle, ex stanza di noi tre sorelle, uno stanzone con due finestre di cui una sovradimensionata - tirava sempre un'arietta!- da qualche anno troneggia un castello in plastica di gran formato, con tanto di torretta, scivolo, fire-place, portone d'ingresso. Per una cosa così, all'età di mia figlia, avrei dato tutto. Ma quando ero piccola io mio padre trovava "immorale" spendere troppi soldi per i regali dei bambini. Niente casa della Barbie, ordunque, e quando chiesi una bambola antica con le parti esposte in porcellana, mi rifilarono la riproduzione della Marisa Berenson di Barry Lindon...in plastica e boccoloni color rame in puro nylon 100%.

Però avevo anch'io la passione di mia figlia. Collezionare peluches. E di quelli  ne avevo tanti. E li volevo ogni notte con me, tutti nel letto e mia madre doveva rimboccare bene le coperte per contenerli,,, "Prenderai le pulci...", mi diceva. Le pulci non le presi, le pulci snobbano l'acrilico, però forse parte delle mie numerose allergie nascono da lì...

Amavo i peluches, li amo meno da quando devo provvedere a quelli di Ari. Che la sua sembra una passione senza limiti. "Ino", così si chiama il panda della foto è stato acquistato in un negozio del mercato equo e solidale, dove sono entrata per comprare il caffè. Niente l'aveva allettata in edicola, che non è facile con tutte le offerte che ci sono per i bimbi e le bimbe al giorno d'oggi! Lì invece, al negozio dell'equo, ha visto "Ino" e con motivazioni arzigogolate, ma inoppugnabili per una settenne mi ha fatto scucire il contante necessario (2.50€, no non mi sono svenata)..."Panda ha bisogno di compagnia!" - Panda è alto 80 cm, Ino 3, Panda ha già una amichetta Panda che si chiama Giovanna, se ben ricordo, ed è in ottimi rapporti d'amicizia con Trogly, il mammuth comprato al museo di Neanderthal- "Lo pulirò ogni sera mamma, con il mio spazzolino -argh!- ti prego mamma, ti supplico, ti scongiuro!"

E così, abbiam pure Ino. Che si chiama così per via del velo di Ino, dall' Odissea, letta in pillole alla Ari nella versione di Geronimo Stilton. Dove Ulisse è un topastro moro, con coda nerboruta e Penelope una topina dall'aria soave. Più della storia l'hanno colpita i nomi: "Che brutti mamma, Pe-ne-lo-pe, Te-le-ma co, sembrano i nomi, non so di una roba come di un telefono!..."

Beh, non ha tutti torti, ho pensato. Passi per Elena, Calipso, Circe...ma Antino.o?! Nausica.a? e poi "Feaci", "Scheria", "Proci". Sgraziati assai. Ino poi in realtà era una dea. Ma...nessuno è perfetto.






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