Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

8 agosto 2012

Un anno dopo.

Un anno fa, giorno più giorno meno, siamo rientrate in Italia. Io e Ari. E sembra ieri, soprattutto guardando la casa, che i lavori di congiunzione con il vecchio appartamento sono là da venire..., e sembra un secolo fa. Guardando a quanto si è passato.
Ihh, lo spaesamento dei primi giorni in Italia. Guidare in tangenziale, io che rispetto pedissequa i limiti, del tutto peregrini del resto, e le auto che mi starnazzano intorno coi clacson...il fastidio al supermercato, con gente e carrelli che si muovono seguendo traiettorie impazzite, come le palline di mercurio quando si rompe il termometro, lì, sul pavimento...il riassestamento familiare, io Ari e...basta, due coperti due sulla ribalta in cucina, che quasi avanza...l'imbarazzo del "dentro e fuori" di vicini e parenti e nipoti e amici, la casa che sembra un gruviera; e il primo giorno di scuola di Ari, facce nuove dinamiche nuove. Un anno fa tutto era casa, ma non era più casa...
Adesso, un anno dopo:
- faccio la spesa al super e non mi irrito se la gente urta il mio carrello. Mi perdo via, ancora, nella scelta di formaggi e salumi e verdure, ma già noto se mancano i limoni di Amalfi, e scatta pure il disappnto, o l'aglio piacentino... Sì perchè in Germania la spesa si faceva stringata e la parabola di scelta era limitata. Il disppunto nasceva dalla mancanza di carciofi, bietole, pomodori datterini, asparagi verdi, meloni retati, cose basiche, mica Dop e Igp...
- stiro i vestiti di Ari (meglio, faccio stirare).Che in Germania sembrava ben vestita ma in Italia,allestita allo stesso modo, sembrava fuoriuscita dall'antro del ciclope. Dapprima i vestitini, poi le magliette., infine i leggins..tutto sotto il ferro. Resistono, per ora, "nature" solo mutandine e canotte...
- vado dal parrucchiere e dall'estetista. Non spesso, ma con periodicità...
- ho smesso di sfruttare le ore di sole come se fossero le ultime gocce d'acqua di un naufrago. E questo un po' mi spiace. Che "su" si diventa smaliziati, a godere di ogni spiraglio di luce...E si sta fuori anche con temperature, e vento, e bigio, che qui neanche se ti pagassero.
- ho smesso di usare la bicicletta. Se non per gite di piacere, di tanto in tanto. C'è il fatto che arrampicarsi al cucuzzolo dove abitiamo, in bici, non è impresa banale. Chi lo fa, spesso, immortala l'impresa con scatto efoto su Fb.
Della Germania mi mancano, ancora, tanto: gli alberi, l'asfalto, la segnaletica ragionata e ragionevole, il pane, il burro, le mattine fresche, la luce delle sere di giugno, il multilinguismo come evento normale, i parchi, i parchi agli autogrill, la birra, il Belgio e l'Olanda a portata d'auto, i fiori, le decorazioni floreali, le affissioni pubblicitarie contenute, le librerie, le biblioteche, i ristoranti giapponesi, meglio: il ristorante giapponese, la reteWi Fi, gli amici...
Mi mancano,ancora tanto gli amici.

2 commenti:

  1. Ma no dai, la segnaletica tedesca è allucinante. Prova a contare quanti cartelli trovi in 200m di strada, c'è da far venire il mal di testa, manca solo il cartello che dice "attenzione, cartello tra 10m!"

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    1. Potrei tentare una risposta bipartisan se non fosse che sono troppo recenti le due trasferte tra Arno e Tevere. La segnaletica che ho riscontrato è il delirio. Quella pannellata è invasiva, martellante, frammista a pubblicità e comunicazioni di ogni tipo. Ma quel che è peggio frequentemente erronea. Lasciam perdere l'orientamento via gps che in Toscana mi hanno fatto andar per bricchi varie volte, e cercando Lucca Abetone mi sono ritrovata in un parcheggio della Lidl! La segnaletica del manto stradale poi...o sei un abile archeologo o vai ad sensum...L'ho scritto,lo penso: "Voglio l'asfalto tedesco!"

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