Che bello, che bello.
Stasera vento bizzoso di Primavera...con il cielo grigio d'ardesia certo, però ci si accontenta. E l'amico B. mi ha insegnato un pò di trucchetti per gestire il Blog.
Chiunque, probabilmente, li avrebbe appresi semplicemente leggendo le istruzioni a video, cliccando sui bottoni...Io no.
Ho bisogno del momento rituale della trasmissione orale. La parola arricchita dalla voce e dall'esempio. Che sono cose che ci accompagnano dai tempi primordiali però ormai decisamente in disuso.
A me, a differenza del mio amico B. il disuso attira. Il vintage piace. Mi piacciono tutti i momenti, le situazioni, gli eventi, le età della vita in cui la performance, la competizione, il confronto, la vanità, la modernità, la velocità, l'attualità, le aspettative vengono meno.
Mi piacciono le bocciofile, i vecchi caffè con le vecchie signore che bevono il thè e si dimenticano di avere già messo tre zollette nella tazza, le sale d'attesa alle stazioni di periferia, gli uffici postali, i bar delle stazioni di periferia, le panchine ai giardinetti, i mobili usati, i cappelli, i giocattoli rotti, le piante d'appartamento spelacchiate, i gatti grassi, le grotte di Lourdes formato giardino, la madonna con la veste in plastica fluorescente e la lacrima in rilievo rappresa sul volto, le coppie sul Po' d'estate, lui che pesca e lei sulla sdraio di plastica bianca che legge "Chi", intorno l'aria afosa ferma come l'acqua del fiume, i baracchetti dell'anguria e i loro avventori, la polpa zuccherina dell'anguria e le mosche scure che si confondono con i noccioli scuri...
Mi piacciono le balere, le estetiste "da Betty", gli oratori, i musei dove si sente solo il rumore dei tuoi passi che rimbombano nelle sale e le didascalie sono di carta ingiallita e vergata con calligrafie eleganti, un pò tremule sugli apici...trattoria "il pescatore", trattoria "il cacciatore", Albergo Miralago, Miramonti, Miramare, le soffitte, i cantonali, i cassettoni, i cassetti dove ci trovi chiavi arrugginite e portacarte da gioco con il coperchio damascato e dentro i due mazzi con le carte stondate, incurvate come se avessero la scoliosi, e un vago sentore di sigaro.
La tecnologia, invece, più è alta, più mi è distante.
E chi ti dice che il disuso e il vintage non mi piacciano? Ti sembra che il ristorante libanese sia un esempio di modernità dusseldorfiana o un posto "slow life"?
RispondiEliminaI posti che descrivi piacciono anche a me, quando sono dietro una macchina fotografica.
PS: la malattia a cui ti riferisci è la "scoliosi". La "scogliosi" viene alle persone che passano troppo tempo leggendo "Chi" e si riferisce probabilmente allo stato del loro cervello e non a quello della spina dorsale.
Uhm..adesso capisco perché l'attivazione dei "commenti" è pericolosa...Capo cosparso di cenere per il refuso medico -da parte di figlia del dottore pure con l'aggravante- che però rimane nel post, papale papale...
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