Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

14 settembre 2011

Il primo giorno di scuola. Parte prima.

Il primo giorno di scuola di Ari è andato così. Ci siamo vestiti tutti in silenzio che sembrava una cerimonia sacra. Neanderthal si è munito di tutti gli apparati di riproduzione immagine che possediamo e alla fine pesava 100 kili. Poi siamo scesi da casa a piedi per dare il buon esempio alla bimba, ci siamo impaludati in un passaggio wild, lì dove non passano le scale - gli è che come bonus per il permesso di sbancare la collina e costruir villette le imprese dotano di belle scalette lastricate il territorio...ma solo negli spazi prospicienti dette villette. Prima e dopo è terra di nessuno. Terra però e come tale sporchevole assai. Tutti sudati e inzaccherati siamo giunti davanti all'ingresso della scuola. 24 minuti prima dell'ora prevista (le 9). Il papà ha iniziato la sua sporca guerra, imbracciato l'artiglieria da foto e ha sparato almeno un centinaio di scatti alla mono espressiva Ari fissa immobile di fronte alla mono espressiva entrata di cemento grigio dell'edificio scolastico. Poi (ma poi, poi...) sono arrivati gli altri. Io guardo le mamme, Ari i bimbi, Neanderthal sua figlia. Che adesso ha lo sguardo acceso e le pupille dilatate dalla curiosità.
Così a freddo ho identificato 3 gruppi di mamme: le senguene, le hi pop, le piegate.
Le ultime due sono rintracciabili anche a Dusseldorf.
Le senguene no. Il termine è direttamente tratto dal dialetto di Orzinuovi, Rovato, nella enclave linguistica BG-BS. La soggetta è una tipa che non teme la categoria del pacchiano, volgare, appariscente. Abbronzatura giallo itterico anno '80, stivaloni over knees anche d'estate, abito strizzatissimo, capelli o oro platino o nero corvino, gioielli plurimi e ubiqui, comunque vistosi. Le senguene stanno al paese come le palline d'oro all'albero di Natale. Impossibile farne senza. Attenzione, l'aspetto da pantera da tinello non tragga in inganno Di solito sono mamme presenti e dolcissime. Gli è che ricche emotivamente sono povere culturalmente. E questo è un assioma.

Le piegate sono...piegate dalla vita. Scialbe, spesso sciatte, tutto in loro si curva alla legge della gravità: le spalle, le tette, la testa, gli angoli degli occhi e della bocca. Poco trucco, sempre sbagliato. Parrucchiere semel in anno, e quella volta sbaglia la tinta. Il resto del tempo,conseguentemente, è dedicato a far tornare la capigliatura al color naturale, quindi sai che glamour. Abbigliamento:  scarpa -sempre- comoda, piatta. Osano mise come Lacoste e calzoncino al ginocchio, coloniale. Tanto per rendere chiaro il soggetto. Se non eccedono con la lamentatio, ma di solito la fanno corta che hanno raggiunto da tempo immemore i lidi palustri della rassegnazione, sono validi supporti per orientarsi nel mondo scuola. Conoscono tutto, le insegnanti, vita morte e miracoli dei bidelli. Certo, bimbi a parte una conversazione con loro è in genere allegra come il processo di Norimberga.

Le hi pop sono le popolane evolute. Sono poco vistose, portano gli occhiali, frequentemente, ma l'occhio è vispo e attento, come quello di spigole appena pescate.  Corpi tonici o comunque gestiti. Hanno interessi, minimo le superiori le hanno frequentate, e, di solito, lavorano. Nella versione urban (come a Dusseldorf) si dividono in molte tribù più o meno eco oriented, più o meno shabby chic. Nel paesello ci si accontenta della rappresentanza. Allora, a parte quando attaccano con la psicologia da supermercato, o ti espongono ispirate qualche pratica di elevazione morale (dal cattolicesimo riscoperto al tantra yoga con tutto quanto in mezzo) sono il gruppo più vivace  e stimolante per le conversazioni "kissandfly" davanti scuola. Almen per me.
Chiusa la parentesi e la parte uno.

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