Uhm...Mica tanto vero. Che l'Italia è più superstiziosa della Germania. Non è stato così per il passato e, a detta di molti, non lo è per il presente.
La riflessione nasce da un gatto nero che attraversa la strada. E da qualcuno che, non credendo, precauzionalmente si ferma. Io, segnatamente.
Un'amica commenta: da quando sono in Germania ho dimenticato tutti i nostri gesti anti-iella. Gettare il sale a parte...
Il sale in Germania non porta né bene né male. Il gatto nero porta male. Passare sotto una scala porta male. Così come, a revers lato fortuna portano bene, lì come qui: i quadrifogli, le coccinelle, i ferri di cavallo.
Pure la monetina, le 5 lire vecchie in Italia, il pfennig - Glueckpfennig, in Germania.
Poi ci sono alcune differenze. Si tocca legno - auf Holz klopfen- e non il ferro per scacciare un pensiero molesto o la scarica di sfortuna. Il venerdì da evitare è il 13. Il 17 invece non se lo fila nessuno.
Sui gesti apotropaici, scacciaguai, c'è una lunga tradizione. Si tirano le orecchie, per mimare la "levata di capo", ma non durante i Compleanni...
Si stringono forte forte i pollici nei palmi, il dito medio eretto è ubiquo, niente corna però, e sul gesto dell'ombrello ci sono versioni contrastanti.
Secondo qualcuno è relativamente diffuso per influsso degli italiani.
Una differenza importante, con conseguenze rilevantissime nella vita di tutti i giorni è quella che riguarda i cocci. Da noi rompere uno specchio sono 7 anni di guai. In Germania, invece, Scherben bringen glück, i cocci portano fortuna. E per questo infestano ogni angolo di città, parco, fiume, e la rottura delle bottiglie in mille cocci celebra qualsiasi festa popolare degna di questo nome.
Quante gomme di biciclette squarciate e ginocchia di bimbi tagliate, in nome della superstizione!
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