Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

26 marzo 2013

Il dispetto delle regole...

Parlavamo oggi con un'amica che vive a Parigi, ma è di Taranto- a me da quando sono in Orobieland manca il sud...che a Dusseldorf gli italiani sotto Arno erano numerosi, per mia fortuna che ho passioni balenghe.

Si parlava e dicevamo che è poi difficile definire se certe abitudini sono legate ad una appartenenza nazionale oppure dipendono da scelte individuali. 
Non ci si riferiva alle feste collettive, dove la linea di demarcazione è più facile...se là c'è il carnevale renano con il lancio di dolci sulle platee di bimbi – a proposito, cortini i cortei quest'anno e decisamente meno i dolcetti, sostituiti dai kleenex. Segno dei tempi?- qua, invece, ci sono le feste di mezzaquaresima. 
Ma questi, appunto sono i custom di un popolo, consacrati da letteratura e storia, tradizione.

Le abitudini nei comportamenti privati, meglio: nella sfera relazionale più privata, sono invece quelle che danno il senso della differenza e, insieme, sono le più difficili da acquisire per un neo expat.

Sono anche le più soggette ad interpretazioni e accomodamenti contestuali. Tanto che risulta davvero difficile generalizzare; variano a seconda delle persone (modifica individuale) e a seconda del livello di intimità raggiunto con le stesse (modifica relazionale).

Acclariamo con un esempio concreto, che qui non ci si raccapezza. 
Le festine di compleanno, stracitate. Si può tranquillamente affermare che in Germania sono in genere molto strutturate; 
prevedono una serie di microeventi nell'evento, coi due momenti clou, l'apertura dei regali e della torta
nascono con un Einlandung originale, completo di ogni informazione; coinvolgono un numero riservato di persone – da 5 a 10 bambini; 
si annunciano con almeno tre settimane di anticipo; 
comportano da parte degli invitati dei regali come da noi, ma meno costosi che da noi (da 3 a 5 euro cada invitato)

In Italia, per le stesse celebrazioni, si opta per le feste con adulti e bimbi; 
si assiste a una certa deregulation nelle attività, i bimbi in genere si autorganizzano; 
i buffet sono open e rivolti anche agli adulti, una boccia di spumante non manca mai; 
gli inviti si dilatano, fino a considerare la normalità una ventina di bimbi e altrettanti genitori e parenti di supporto; 
gli inviti vanno recapitati una decina di giorni prima, in genere ci sia accontenta di un fogliettino prestampato delle Winx o di qualche altra creatura digitale del momento.

Ma quanto esposto sopra, in fondo, è una regola generalissima.
Se penso alle nostre esperienze in materia...

Al nostro primo compleanno all'asilo Waldorf abbiamo fatto fatica a raggiungere il quorum di 12 bimbi. La ragione poi era più legata alle procedure anomale adottate, con l'invito a cartellone collettivo, che nessuno guardava, e mica a una vera e propria reticenza.

Il secondo anno è andata a mio parere benissimo: giusto compromesso tra organizzazione teutonica (invito, anticipo di tre settimane...) e deregulation italica (20 bimbi, attività spontanea, pappa ottima e abbondante...)

Il terzo, quello dell'addio sono intervenute circa 60 persone. Conoscendoci tutti meglio, molti si sono felicemente adattati alla nuova interpretazione “italiana” della celebrazione di compleanno infantile (ecco cosa si intendeva per modifica relazionale di una consuetudine). Poi dove si mangia e si beve gratis...i crucchi sono attenti a queste cose.

Ma, il dispetto delle regole l'abbiamo conosciuto anche qui, eccome. L'anno scorso che non conoscevamo nessuno la Ari mi ha chiesto di invitare due bambinette a casa. Le bambinette pure l'hanno chiesto e richiesto fino alle lacrime. Beh, le loro mamme hanno sempre accampato scuse per rimandare l'incontro. Ci sono rimasta pure con l'amaro in bocca. Che ne sapevo io che sono le separatiste basche della comunità. Per par condicio non permettono alle loro bimbe di recarsi ai compleanni e loro stesse non invitano nessuna delle compagne...Ancora oggi mi chiedo perché (quest'anno però separatiste a parte, se mai ci si chiedesse, è tutto un fiorire di “vieni qui”, "viene da noi?" Eccetera. Tutto va come deve andare)
E' così. Quando l'esempio si fa concreto è difficile sostenere una differenza culturale. Però c'è. E qui, nel blog, non si fa altro che cercare interpretazioni e fili conduttori. Parafrasando l'aquinate: meglio una conoscenza imperfetta di una cosa grande che una conoscenza approfondita di una cosa irrilevante".

...Che l'aquinate, e questo è certo, si ribalta nella tomba, ad essere citato per una qusquilia come le festine di compleanno!

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