Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

28 marzo 2013

Italians keep it better

Il lavoro di catalogazione tra i popoli, spulciando tra le abitudini domestiche, quotidiane delle persone è complesso, ma intrigante.

Per esempio, confrontando, si scopre che gli italiani sono dei grandi spigolatori. Noi, italiani, ci sorprendiamo delle micragnerie tedesche.

Sono capaci di mantenere le scatole di tutti i loro acquisti, anche i più irrisori, per poterli piazzare meglio in caso di rivendita su ebay. 

Possono mangiare da Aldi per tutto l'anno solo per non compromettere le vacanze a Maiorca. 

Ognuno al momento del conto paga per sé. E questa è la regola. 

Però gli stessi tedeschi su certe cose non ci capiscono. E sorridono di noi.

La raccolta dei sacchetti, per esempio.

Mia mamma li serbava in contenitori differenti e per i differenti usi. Quelli di carta, tipo per la verdura o per il pane, venivano tenuti per il pane secco, ma anche per scolare l'olio delle patatine fritte, avvolgere i panini alle gite...

Le buste di carta grandi in genere erano utilizzate per i vestiti da portare alla sarta o in lavanderia, o a stirare – a proposito: la Maria, la mitica cameriera dei miei, dice che aveva capito che mia mamma non stava bene quando le ha lasciato la plancia di comando della stiratrice...non era mai successo in 30 anni-

Quelle medie, sempre buste di carta, servivano per il trasporto di cose, oggetti, alimentari ed erano comode per raccogliere la carta della differenziata.

I sacchetti di plastica, invece: ridotti in comodi triangolini divengono passe partout da mettere in borsa per la spesa e tutti gli usi possibili immaginabili. Quelli grandi, resistenti, con le maniglie in plastica rigida, sono ottimi per il trasporto di cappotti, coperte, lenzuoli; quelli di plastica fina, trasparente per confezionare i maglioni a fine stagione; quelli lunghi delle lavanderie sono giusti per riporre i cappotti e i soprabiti in guardaroba, allegati al cono antitarme.

Io ricordo un contenitore anche per i sacchetti più piccoli, da farmacia o da drogheria Rossmann in Germania. Perfetti per le scarpe nelle valige o le cinture...

I sacchetti mica è l'unica cosa che si conservava – e in parte si conserva- religiosamente, a casa mia. Abbiamo sacchi e sacchi di carte regalo, riciclate, stirate, riposte per dimensioni e colore. E nastri e fiocchi, anch'essi divisi per colore. Poi stracci, cestini e tappi, anche qui: di plastica a fungo per gli spumanti; sughero per le bottiglie.

Lacci e laccetti, da quelli in plastica con l'anima di metallo a quelli in stoffa. E gli elastici verdi dei mazzi di asparagi? C'era un posto anche per quelli, finivano avvolti al rubinetto del lavandino...i bicchieri della Nutella e degli yoghurt in vetro, i bicchieri di coccio dei dessert...Ma qui si entra nel mondo parallelo del collezionismo domestico.

La cosa strana è che sono moltissime le case dove vedo le stesse raccolte. Forse i miei, potendo disporre di spazi grandi, esageravano in quantità... ma è un vezzo proprio diffuso, la spigolatura. E non dipende, almeno da mia esperienza, dal livello economico raggiunto. I miei suoceri, che sarebbero considerati benestanti secondo lo standard tedesco, raccolgono i vasetti di vetro per le marmellate e anche le buste degli insaccati, le vaschette in plastica delle verdure dell'orto, le etichette dei vestiti usati, che poi mia suocera usa per coperture artistiche di buchetti e tagli dei vestiti nuovi...

Ma il massimo l'ho ascoltato alla radio.

Un ascoltatore illustrava cosa faceva degli spazzolini usati: li spiumava delle setole, e poi ci mangiava il SUSHI al ristorante giapponese!

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