Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

14 maggio 2013

Una splendida giornata.

Per Città Alta
Ari è via.
Comincia a pesarmi la sua assenza. Ho capito che il tempo d'oro, coi figli, è questo che sto vivendo ora. Quando non più piccoli (tutta manutenzione) non sono ancora troppo grandi, protesi verso la loro vita che ci riguarda, a noi genitori, solo lateralmente...
E' mattina. Allungo la mano, siamo ancora ospiti da mio padre e io e la bimba dormiamo in due letti adiacenti, nella stessa stanza. Allungo la mano ma incontro solo coperte e peluches. Già, appunto. Ari è via coi cuginetti.
Mi alzo, mi lavo, esco, attraverso la strada per comprare le brioches fresche in pasticceria, il profumo delle frolle e della torta Donizetti invade le vie.
Tanta gente, oggi, in coda. E' la festa della mamma, le nonnine sono in gran spolvero coi gioielli buoni e la messa in piega e le calze velate e un timido tacco. Cuori, cuori, torte a cuore per tutti.
La colazione è un rito silenzioso, mi piace il profumo di Earl Gray dalla teiera. Per profumare il the già nell''800 si produceva il bergamotto; il migliore al mondo proveniva dall'agro palermitano e nell'agro palermitano, nell''800, nasceva la mafia, la più forte al mondo. Chissà dove lo producono oggi il bergamotto per l'Earl Grey e che mafie si spartiscono i proventi della produzione.

La grembiala ricamata
Mi vesto, una grembiala scovata in un baule, ricamata a mano da mia zia, fiori grossi e vivaci, le scarpette della Redoute di mia nipote, a 12 anni ha il mio numero di piede, e sono in cammino per la Città Vecchia. O Città Alta. I due nomi sono intercambiabili e tutti capiscono che si tratta del centro storico.
La città, questa città, in questi anni ha cambiato compagine.
Da una parte, paesaggistica diciamo, si è declassata:asfalti corrosi, cementi corrosi, muri corrosi, capannoni disabitati, aree verdi rarefatte, incroci folli, lavori perennemente in corso, centri commerciali elefantiaci e, soprattutto, l'areoporto di Orio hanno molto svilito l'immagine di piccola, ma pulita operosa cittadina lombarda.
Però, d'altra parte, mai come oggi la città è ricca di manifestazioni artistiche, letterarie, teatrali con una caterva di festival e happening e incontri e installazioni e locali all'aperto che ospitano e promuovono iniziative. Si sono moltiplicati i contenitori a disposizione ...penso ai nuovi musei che negli ultimi anni hanno aperto i battenti, quello del '500, l'ALT, il Museo del Tessile, la biblioteca Tadini. Penso al parco della Trucca, vicino al nuovo Ospedale, gli spalti di sant'Agostino, la Fiera, il nuovo Teatro Sociale, il Palamonti. E "i vecchi" contenitori si sono riattualizzati, il museo del Risorgimento, l'Orto botanico, l'Università coi chiostri. Ecco, raggiungo la Piazza Vecchia, cuore dell'orobicità. Una volta, per la ragione di cui sopra, era intoccabile. Oggi, non passa we che non succeda qualcosa che la trasforma, ne ridisegna gli spazi e i confini.
In piazza mi attardo, è bello vedere la gente vedere la gente. C'è allegria, le Comunioni e le Cresime fanno sbocciare corolle di bambine che vaporose nelle loro vestine saltellano sulle antiche pietre.
Incontro un'artista conosciuta giusto qualche settimana fa, l'accompagno a mangiare un trancio di pizza, lei è simpatica, i suoi tre figli pure, il marito anche. Fa il restauratore d'organo. Respiro l'aria serena di una famiglia unita.

Incontro: Patrizia mamma artista
Vanno. Io resto. Mi concedo una birra sotto il berceau della cooperativa Città Alta. L'unico posto in città dove si praticano prezzi pop, aperto per i pochi veri abitanti del quartiere sopravvissuti, e le loro esigenze di gioco delle carte e bianchini; intanto che si gioca a bocce, si ristruttura l'adiacente convento di Sant'Agata.
La coperativa di città Alta.

Il giornale, il sasso per evitare lo sfarfallio delle pagine.
Leggo il giornale, guardo la gente, la gente guarda me che leggo il giornale. Distrattamente.
La birra è fresca, la giornata calda.
Rientro. Oggi è giorno di trasloco, la fase b, per spostare i mobili accatastati in una stanza. Giacevano in attesa del "buco" tra i due appartamenti. Il buco c'è. I "gravi" si possono agevolmente spostare ai garage.
Per il trasloco mi sono, forse ingenuamente, consegnata al raket rumeno della bassa brembana...io do' una cucina a te, tu mi aiuti quando ne ho bisogno. Capito? Certo, ho capito, signora, capito. Vengo ma chiama prima chiama, capito signora? Ho chiamato,e ieri mi hanno bidonato. Oggi, domenica, un'ora dopo rispetto a quando concordato, dopo un paio di telefonate di sollecito, si presenta il boss dei rumeni. In mercedes da boss e occhiali da boss, con moglie vestita da moglie di boss e pargoletti. Mi sento intimorita e un filo allarmata da questo pacchiano carrozzone...speriamo che non lo vedano i vicini... Naturalmente, i vicini sono tutti fuori come le lumache dopo un'acquazzone. E vedono la band Kusturica che mi sono tirata appresso.
Poi è solo lavoro, sposta qui, attenta là, Dona portami questo, no qui non va bene, faccio io, prendilo sotto, alla francese, lo vedi che così non pesa? qui hai rovinato il mobile signora hai visto non va bene, così, no va bene...pure il rumeno mi rampogna...l'architetto mi rampogna, mio padre mi rampogna, il marito mi rampogna, il muratore, il gessista, l'elettricista, l'idraulico mi rampognano...
Via. Alla fine tutto è stipato. Altre stanze vuote. La luce del tramonto sulle colline.
E' una bella giornata di maggio. E la vita è ancora una giostra che gira.

Nessun commento:

Posta un commento