Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

19 agosto 2011

Trasloco, l'allunaggio...

Mi sono dimenticata di postarlo. Dopo il big bang dei primissimi giorni di trasloco ho fatto una breve passeggiata domenicale "su" alla Forcella del Sorriso. Al rientro ho preso una stradicciola, memore di quanto diceva mia nipote: "da lì si raggiunge la baita della Greta" la sua amica. Salgo, dunque, la stradicciola, per curiosità, e chi t'incontro, faccia a faccia?...la Greta! Che mi guarda con quegli occhi da cerbiatta birichina e mi invita a entrare. Guardo il cellulare, è l'una e mezza: "va bene, dai, prendo un caffè".
Chiaro che, di domenica, a Luglio, in Italia, l'orario non è proprio quello del caffè. Magari quello del post aperitivo, e di misura. Primo shock culturale da rientro.
Chiaro poi che i parenti e gli amici mi invitino a restare. Secondo shock culturale. Difficile facciano lo stesso.  In Teutonia. Per tutta una serie di ragioni, una cosa complessa tra valutazione delle risorse disponibili, rispetto del planning familiare, rispetto nei confronti degli altri invitati, cui si teme di sottrarre qualcosa, cibo o attenzione dei padroni di casa... Insomma un'altra di quelle situazioni da "trattenimento" tipiche della specie d'oltralpe.
Terzo (shock): gli uomini cucinano. Cucinano, non si limitano al BBQ. Quarto, le portate sono ottime e abbondanti. Mi ricorda, per contrasto, una delle ultime cene fuori, dai genitori del compagnetto di Arianna. Nemmeno un'insalata ad attenderci. Solo i piatti ben disposti e una bottiglietta di buon vino. Per il resto, ho portato tutto io. E per fortuna, che mi chiedo ancora se no che si mangiava...Ed era pure un invito!
Quinto, tutti parlano, si alzano, è un continuo incrociarsi di discorsi, braccia, sguardi, piatti...non posso fare a meno di sorridere, una punta di scherno?, quando qualcuno, attacca da leghista: "eh, siam mica come quelli "giù"....noo, come no, mica come loro. Uguali precisi! Penso.
Presente una cena in Germania? Uno parla, gli altri ascoltano, annuiscono, tracannano; poi parla un altro, gli altri ascoltano, annuiscono, tracannano...se ci si alza ci si alza tutti, se si è seduti tutti stanno seduti.
Qui sembra agli Obei Obei...Sesto: adulti e bambini. Si parla di corna, matrimoni, relazioni. Bordelli, prostitute, trans. Greta è con noi, i bimbi più piccoli prossimi. Nessuno fa un plissè, non si moderano i termini, non si sviano le traiettorie, non si abbassa la voce, insomma via, anche nei perigliosi mari, sempre autentici e riconoscibili...
In Germania, invece, no.

10 agosto 2011

Sembra ieri...

Notte di San Lorenzo, cielo bello lucido, stelle brillanti. C'è una cena sulla "promenade" del condominio, mi invitano al convivio. Incontro, volentieri, i genitori dei miei vicini, anziani, ma sempre pronti ad accendersi per nuovi paesaggi del sapere. Quando è stata l'ultima volta che ci siamo visti così, a tempi distesi? Certo, sei anni fa, Arianna appena nata. "Sembra ieri!" dice lui. "Sembra ieri...a voi" replico io.
In mezzo ci sono stati:
Una convivenza
Quattro traslochi (due internazionali)
Cinque case
Due asili nido
Una scuola materna
Un matrimonio
Due posti di lavoro (per me)
Quattro posti di lavoro (per Neanderthal)...
Quaranta voli Dusseldorf Orio
Sette up and down con la macchina
Tre macchine
Tre medici di famiglia
Sei controlli di crescita di cui due "U" tedeschi
Due commercialisti
Quattro conti bancari
Cinque cellulari
La polmonite di Ari
E poi: l'allattamento, lo svezzamento, le nanne -la mattina poi al pomeriggio poi, finalmente a ritmo circadiano, le vacanze con il bagnetto di plastica, poi la piscinetta, poi al mare, coi braccioli, poi senza...il pesciolino! Il marsupio, lo zainetto, il passeggino,  la prima passeggiata in montagna autogestita e quante, ma quante volte tra le braccia del papà e le gambe a penzoloni, addormentata come un sasso. Sulla bici di legno poi con le ruotine poi dritta e veloce, sulle due ruote, lungo la via della Cattedrale...
E poi, e poi, e poi...

9 agosto 2011

E adesso?

E adesso che non serve controllare le tariffe Ryanair Orio-Weeze per programmare le discese in Italia fino ad aprile? Adesso che non occorre caricare la macchina di olio e pasta e pomodori, acciughe e capperi e candeggina e aceto di vino bianco per i consumi dell'anno,senza dimenticare gli amici? Adesso che l'autunno non è la discesa nel mondo del buio e agosto è vacanza solo in Italia? Adesso che Ari non ha bisogno dei pomeriggi con le mamme d'Italia per non dimenticare l'italiano e mamma e papà non sono più il suo unico riferimento educativo latino? Adesso che cenare intorno a un tavolo con una tovaglia è normale, stare coi cugini pure, sentire i nonni tutti i giorni anche? Adesso che abbiamo il giardino e la bici ce la possiamo dimenticare, i tram veloci pure? Adesso che siamo qui.
Io e lei.
Adesso che succede?

8 agosto 2011

Chiare, fresche, dolci acque.

Così, ho bisogno, a volte, di pensieri consolatori. La virata dell'accento di Ari verso il bergamasco greve e cantilenante riaccende il mai sopito rovello: "Avremo fatto bene a tornare in Italia?"
Oggi toccando un asciugamano passato in candeggina mi ha colpito la sua morbidezza. "Però,qui l'acqua è più dolce". Ho pensato, per un attimo sollevata.

7 agosto 2011

Trasloco, utenze. Il vicino maschio.

Per il gas, la cosa ha viaggiato un pò più lentamente della luce. Anche qui: il mercato libero esiste, ma spulciando tra le offerte si scopre che non viene coperta l'attivazione. O meglio la ri-attivazione del contatore, in questo caso. E la qual cosa in gergo tecnico si chiama "subentro".
Per scovare il gestore della rete sono andata in Comune, all'ufficio tecnico. Poi direttamente allo sportello del gestore, in città.
Allora. La panoplia di documenti originali da presentare fisicamente comprende: carta d'identità, codice fiscale...e fin qui. Stato di famiglia, dati catastali dell'appartamento e del garage, dichiarazione di conformità dell'impianto...Inoltre, e il gioco si fa duro: dichiarazioni di conformità relative alla caldaia e ad eventuali interventi sull'impianto, dichiarazione autografa che non sono state apposte modifiche successive all'ultima documentata, ultima bolletta del precedente proprietario - un numero per averla!..fortuna che a- la proprietaria non era in ferie b- l'ha scovata tra gli scatoloni dell'ultimo trasloco. Infine, la chicca: autocertificazione "in fide" che l'edificio originario è una preesistenza dalla data di costruzione incerta...
Fatto ciò, letto tutto -compreso l'atto d'acquisto per verificare eventuali anomalie- provveduto a restituirmi copia integrale, scucito 39euro per le spese, mi invitano ad attendere massimo 5 giorni lavorativi.
Era un martedì...venerdì chiamo per avere ragguagli, "la richiamiamo noi signora che l'operaio è fuori" e invece...nulla.
Il lunedì passa, martedì richiamo, furente. Stavolta è un lui,al telefono: "La richiamo io signora" "L'altra volta non l'avete fatto" Discettiamo un pò sulla cosa. Chiudo. Mi richiama, subito: "Guardi che il contatore è spiombato da venerdì!","Però il gas non arriva" replico. "L'operaio si sarà dimenticato di aprire la farfalla" "E io che faccio?" "Eh, ma lei doveva essere presente se voleva che l'aprivano" -così, all'imperfetto- "Ma se non mi avete detto che venivate come facevo ad esserci! Comunque adesso come faccio ad aprire il cancello e raggiungere il rubinetto del contatore, è chiuso!","Vebbeh, con una pinza si forza...Ma scusi, lei ce l'ha mica un vicino, un vicino maschio?"
Si ce l'ho. Poveretto lui.

La prima barzelletta razzista.

"Mamma mamma, ti racconto una barzelletta!". Abbiamo ripreso il CRE alla piscina,dopo la settimana in montagna dai nonni, stiamo tornando giusto a casa. "Dimmi" faccio, incuriosita: "Sai perché i negri sono neri?" Andiamo bene..."No, perché?" "Perché mangiano tanta cacca!" Gongola, certa dell'effettone esilarante.
Cerco di non eccedere con la reazione bloccante, in fondo è la prima volta che si lancia in un barzelletta e penso a quelle, tante, battute politically incorrect che mi hanno fatto ridere fino alle lacrime...
Tento l'approccio soft: "Ari, non mi fa tanto ridere perché...ecco...è come dire che noi bianchi siamo bianchi che ci laviamo con la pipì!"..."Ma no, mamma! Quelli sono i Cinesi!"
...

2 agosto 2011

Trasloco, burocrazie. Acclariamo.

Come scritto, i tempi d'attesa per ottenere le utenze si sono rivelati consoni a un paese civile. Però il vacuum di informazioni utili fa ancora ben dire agli amici: "Bentornata in Italia, bellezza!"

Nella fattispecie.
Energia elettrica: tre giorni per reperire informazioni sulle varie opzioni offerte dal mercato libero. Dopo questo tempo ho ricavato che:
- se hai bisogno di fornitura rapida l'unico gestore sottoposto al vincolo di servizio è Enel Energia
- Enel Energia NON è Enel Mercato Libero, l'energia che ti ascolta. Stesso nome, stesso logo ma...due realtà diverse. La facile sovrapposizione crea molte confusioni e malumori. In rete c'è una black list che scoraggia anche i più incoraggiati dalle offertone di Enel Mercato Libero, quelli dell'energia che ti ascolta; tanto si tappa le orecchie.
- prima di passare a qualunque offerta occorre fare una valutazione attenta dei propri consumi. Le stime sono molto approssimative. Circola in rete un test di rapida stesura dal quale, a titolo d'esempio, il nostro consumo stimato annuale è di 2400w. Spulciando le fatture degli anni 2005/2006 scopro di non aver mai superato i 1000. Siccome le offerte sono tarate sul consumo previsto, il dato è rilevante.
- ultimo non meno importante: se pensate che aver sposato un ingegnere elettrico, che pure ha lavorato nel mercato dell'energia, possa in qualche modo esser d'aiuto, bene, ecco: scordatevelo.
Per la scelta dell'operatore il suo laconico consiglio è stato: "Cercatelo come condominio". E, sull'attivazione: lui si recava in visita liturgica al locale contatori a verificare che le lucette rosse volgessero al verde. Invece bastava sollevare l'interruttore. Fortuna che al terzo giorno di processioni vane ho chiamato io l'operatore che ha svelato l'arcano...

Su gas e asl, aggiornamenti a venire...

1 agosto 2011

Trasloco, parte seconda: burocrazie

Intanto solo una nota tecnica:
attivazione luce: 2 ore
attivazione gas: 3 giorni
iscrizione al sistema sanitario e ai medici di famiglia: 1 ora

Adesso vediamo l'attivazione Internet!

24 luglio 2011

Due cose Due...

Ping Pong a Düsseldorf  per il we- inciso: che bello scrivo da una tastiera tedesca, dotata di Ü!- Venerdi` si chiudeva l`asilo e ci tenevo Ari salutasse le sue compagne che non rivedra` tanto facilmente...
Ammetto che rientrare nel paesaggio ordinato, che si urbanizza gradualmente senza mai abbandonare la presenza di piante e fiori, e`stato serenizzante.
Un piccolo stringimento al cuore quando abbiamo imboccato la via di casa....svoltando un poco prima per raggiungere la gentile amica ospitante.
Il giorno dopo neppure mi ha infastidito l ária pungente....meglio, non subito.

Pero` poi...dal commercialista ho chiesto un caffe` ...delusione cocente all`árrivo della consueta broda schiumata...Il desiderio di un espresso mi ha tormentato tutto il giorno...
E poi, oggi ancora piu` di ieri, ma che e` sto tempo bigio e piovoso, ma dov`e` l`estate, ma come si fa a vivere senza estate?

21 luglio 2011

Bilinguismo yes, pota!

L'altro giorno parlavo al telefono con un'amica e raccontavo che, tra le cose perdute nel rientro in Patria, c'era il bilinguismo. A Ddorf molti bambini adoperano quotidinamente almeno due lingue. Perchè sono molti i matrimoni misti, molti gli stranieri, perchè la città è vicinissima ai confini con Olanda e Belgio, il Belgio Valdese dove si parla francese...

Ari deve aver ascoltato e ieri all'uscita dal CRE mi aggiorna che anche qui i bambini parlano due lingue. Davvero? Mi ringalluzzisco io.
Intanto attraversiamo il mercato, passando accanto a una signora che sbraita a un'altra, a distanza siderale: "So che, che dedrè a chel del Pes!"

"Ecco, senti?", mi dice Ari, "che non è litagliano, è l'altra lingua."

Ebbeh, che si pretendeva dal CRE di Almè?

15 luglio 2011

Le Frau del CRE.

Installazione nella nuova casa e intrattenimento estivo di Arianna non sono compatibili. Fortuna che esistono i CRE. Acronimo di non so che, ma suona come il Fronte di Liberazione Mamme Assediate.
Quello che ha accettato Ari da subito è un CRE legato alle piscine locali, dignitose e non particolarmente pacchiane nei gonfiabili e nei giochi d'acqua a disposizione dei bimbi affamati di esperienza balneare.
Con 145 euro bisettimanali, pranzo incluso, si ha la bimba in piscina con gruppo di coetanei, nella fattispecie soprattutto maschi -si sa devono scalmanarsi, e io mattinate tranquille a gestir pratiche e "spaccare" scatole. L'insermento al CRE è stato rapido. Ci ha accolto una vigorosa trentenne, abbronzata, dalla pelle liscia, bagliori bronzei, un corto peplo bianco fermato in vita da una cinturetta metallica. Calzoncini neri attillatissimi; ai piedi, con smalto luminescente, infradito trasparenti. La Raffaella ha, da subito, preso Arianna per le spalle e, mentre illustrava l'avvincente programma del CRE, ha ordinato i ragazzetti del gruppo Bimbolandia, quello di Ari, come si fa coi faldoni. Afferrato saldamente il destinato l'ha infilato preciso tra i due, quello precedente e il susseguente. Così, palpandoli ben bene, ha organizzato tutti i bimbi, in fila per tre.
Ho dato un occhio ad Ari, così poco avvezza alle mani delle insegnanti; non sembrava particolarmente scossa. Anzi. Ha preso la borsa e si è docilmente lasciata mettere in fila.
Oggi però che è il 4° giorno, mi ha detto: "Certo che le Frau del CRE sono tutte diverse dalle altre Frau!"

E penso ai piedi della Raffaella e a quelli delle Frau, piedoni lunghi e pallidi, nei sandaloni comodi di forma incerta, le unghie spesse color pergamena, le vene azzurrine in rilievo, che si allungano sul collo e poi sulla caviglia. Eh sì, le altre Frau sono tutte diverse.

14 luglio 2011

Trasloco, atto primo.

Il giorno fatidico. Comincia con la pulizia della cucina io e Mustafosca, che poi mica si chiama così ma è il suo cognome macedone e...con questo nome la conosco. Lei è la cognata della signora che faceva le pulizie al primo asilo di Arianna, in Davidstr. L'unica che mi sorrideva sempre quando la incontravo sul 712, accompagnando o venendo a prendere Ari. A lei chiesi se poteva venire da me a darmi una mano...lo feci a gesti e a disegnini, ma capì. E io capii che lei non poteva e che mi avrebbe fatto arrivare la cognata. E Mustafosca arrivò, quietamente si fermò. Per carità, non è un fulmine di guerra e a volte è un pò svagata. Ma ha qualità umane e poi è affidabile. A me basta. Poi pulisce meglio di quanto faccio io anche se peggio di quello che mi piacerebbe fosse fatto.
Divago. L'ultimo giorno in Simrock è stato memorabile. Su e giù da quelle scale. Svuotare una casa è impossibile. Resta sempre qualcosa. Ieri ho fatto il riassunto: le mie adorate piante d'arredamento, tutte scampate ad altri traslochi, di amici. Il lungo ramo che fungeva da icona beneagurante sulla spalliera del letto, rubato in foresta dopo che un temporale epico aveva sfrondato le cime degli alberi di mezza città. Un ometto dimenticato sui tiranti per le tende in soggiorno. Un sacchetto di bottiglie vuote scordato appoggiato in cucina. L'asta in legno dell'armadio di Arianna, che è stato un bel numero sostituire adattando un manico di scopa...Un paio di portavasi da balcone, i gessetti di Ari, il suo ritratto sul muro.
Alle 16.30 arrivano gli operai, il magazziniere della Toshiba e un suo scagnozzo. 15euro l'ora, pochi sporchi e subito. Anche nella corretta Germania il nero è più apprezzato di quanto si possa imaginare.
Puntuale anche il trasportatore, amico dell'amico dell'amica, " I miei rispetti signora!", accento siciliano, "Mi chiamo Catania, ma non sono di Catania..." E ammicca. Chissà perché. Lui 1100 euro, sempre black. 3.000 in chiaro avevamo pagato -meglio, la ditta- per il trasloco in andata.
Alle 18.30 è tutto a bordo, compresa una cassa di attrezzi da giardino del condominio. Che per i tedeschi è peggio che far sparire un carico di coca ai narcotrafficanti. Immagino la faccia della Grunewald al nunzio! Terrea.
Alle 19 arriva Luebke, il padrone di casa. Controlla velocemente, nemmeno fa un plissè quando accenno a uno sconto riscaldamento per avergli procurato nuovi acquirenti. Una cosa è certa. La generosità non circola copiosa in questi lidi. Però è in auge la correttezza. Se c'è un regolamento scritto a far da riferimento...se no, ogni scherzo vale.
Via, alle 19.30 siamo fuori di casa. Un ultimo sguardo all'entrata porta. Mi mancherà la mia bella casetta, dalle stanze grandi e comode, ognuna con una piccola sorpresa a renderla caratteristica, e le finestre sui verdi grandi alberi ...

26 giugno 2011

Arguzie da trasloco.

Questo sarà il 17°nella mia vita. E il 4° in quattro anni: il primo dall'Italia in Lakronstr., poi da Lakronstr a Josef Neubergerstr., poi in Simrock e alla fine di nuovo in Italia. Stavolta scialiamo, pure trasloco doppio, che c'è anche l'appartamentino di Paolo, una deliziosa topaietta da trasformare in bomboniera per single di ritorno, o sedicente tale. Diciamo che tenendoci così allenati alcune piccole arguzie le abbiamo capite. Mantenere sempre le scatole degli elettrodomestici, per esempio, e pure dei complementi d'arredo.
Ti fan risparmiare un sacco di tempo! Prendi l'oggetto in questione, la sua scatola con la foto e il nome ben stampato, l'anima in cartone acconciamente sagomata e oplà. Lo sbatti dentro. Niente carte da giornale, bottonato, nastro adesivo che si impeciola per via...

L'idea l'ho carpita dai tedeschi. Lo so, lo fanno anche gli italiani, ma i tedeschi di più. Loro le scatole le tengono sempre. Per svariate ragioni. Ricicli perfetti alle ricorrenze, supporto alla vendita del proprio usato sui numerosi siti dedicati a questo hobby, amatissimo, rivendere le proprie carabattole anche per pochi spicci, e , appunto accelerare l'imballaggio in caso di trasloco.
Altro "copione", mantenere gli scatoloni Umzug,quelli grandi da trasloco. Belli impilati. C'è sempre qualche amico che te li chiede, poi si restituiscono e l'etichetta prevede che quelli rovinati vadano ricomprati. Oppure gli scatoloni si rivendono...Giuro che qualcuno lo fa...E qualcuno li compra!

Il vento fa il suo giro.

Oggi è l'ultima notte in Simrockstr. Il trasloco "vero" è il 30, ma abbiamo deciso di trasferirci dalla Anto, per qualche giorno. Così si possono interrompere i cicli continui della casa, lavatrice e cucina, e pulire e raccogliere le eventuali carabattole.
Si dorme coi materassi a terra, proprio come la prima notte in Simrock Strasse. Era inverno, la prima notte e la neve scendeva a fiocchi radi. Stasera è tornato il sole, fuori  è estate. Mi ricordo che avevo dormito bene, quella notte. Malgrado il freddo nella grande stanza.
"Dove siete? Lì nella casa bianca? Lì viveva Katarina", mi ha detto oggi il mammo italiano che ho incontrato in Trattoria - il Jap sotto casa, giusto la settimana scorsa.  "Dove, a casa mia?" "Credo di sì, aveva quattro anni quando si sono trasferiti, lei e la famiglia, era una buona amica di Elisa"...Elisa "nuova" come la chiama Ari, è la figlia del mammo. Oggi ci siamo incontrati per fare giocare le bimbe, poi Ari si è fermata a pranzo, vivono giusto di fronte a casa nostra, in una specie di comune new age che condivide l'asilo e qualche spazio riunioni.
Ora ricordo, la bimba, la madre... Yvonne, si chiamava Yvonne, ma il cognome non mi sovviene. Erano gli affittuari di questo appartamento prima che subentrassimo noi. Ricordo questa donna gentile, la bimba grandi occhioni che si stringeva alla sua gamba e un bimbo, sembravano sereni e mi era piaciuta l'idea di abitare in un luogo che ospitava famiglie serene. Il pianoforte nel soggiorno, una grande casa delle bambole di legno. Per tanti mesi è rimasto l'odore di quella famiglia, di quella casa, un odore piacevole di legno e borotalco. Poi, un giorno, quando ho aperto la porta, quell'odore non c'era più.

8 e mezzo.

Otto euro e mezzo per risuolare i tacchi alle mie ballerine. Ecco un altro motivo per cui NON mi mancherà la Germania!

24 giugno 2011

Nuvole.

E' la notte di San Giovanni. Fa freddo, ha piovuto quasi tutto il giorno, ma la sera il cielo si è aperto, un sole rosso si fa strada tra le nuvole bigie. Lancia lampi lampone. Mi ricorda le prime settimane a ddorf. Abitavamo in un grazioso appartamento, all'ultimo piano, dalle finestre dell'esterno si vedeva solo il cielo. Queste nubi grosse che correvano, si scontravano, si accavallavano, si superavano, mi ipnotizzavano.
Il cielo in pianura padana è noioso. Qui grandioso. Lontano e potente. Irraggiungibile, imprevedibile. Rosa, viola, strisce color zafferano. Anche stasera un grande show. Come allora, i primi tempi. Poi, la mattina, al solito piove.

21 giugno 2011

E Ryanair merita un posto d'onore...

Tra le cose che NON mi mancheranno della Germania eccelle Ryanair, e la sua comoda linea Weeze-Orio....

20 giugno 2011

Cose che non capirò mai, due.

Via cartacce e immondizie. Ma il vetro invece no.
La Germania è più pulita dell'Italia. Punto. Poche cartacce, anche ai bordi di strade e autostrade, il verde pubblico è amato e rispettato. Gli spazzini sono dappertutto, non c'è evento che non s'inauguri con la sfilata dei mezzi della polizia e non termini con il camion aspiramonnezza (bello lindo e scintillante nei suoi colori vivaci, e già che sfila, aspira...)
Però frammenti e schegge di vetro sono ubique e rappresentano un pericolo potenziale nei parchi, sulle spiagge del Reno, le piazze. Ma perché il vetro "no"? Nei riti della bevuta conviviale, pare che ci il lancio della bottiglia sia il momento clou. Durante l'interminabile Carnevale renano è davvero difficile dribblare i mucchi di vetri e bottiglie sui marciapiedi. Le bottiglie sono frequentemente consumate per strada, ricordo lo shock nel vedere i gruppi di ragazzini e ragazzine marciare passandosi la bottiglia da cui bevono "a canna"; il venerdì sera è normale trovarsi sulla scalinata fronte Reno e bersi la bottiglietta in piacere solipsistico. In questi casi, tra l'altro è consuetudine lasciare il vuoto in qualche angolo discosto. Un barbone la raccoglierà e ci ricaverà qualche spicciolo. Una maniera tutta tedesca, senza contatto umano e scambio verbale, di fare beneficenza!
 

19 giugno 2011

Cose che non capirò mai.

Comincia un elenco, parziale e sempre aggiornabile, dei controsensi teutonici.

Primo:
In ogni bagno di casa, ormai, c'è il notouch dispenser per il sapone (evita ogni contatto digitale tra gli utilizzatori) però penzolano "en plein air" le pezzette afferenti ai vari deretani della famiglia (...e quando non penzolano, c'è poco da stare allegri che, a queste latitudini, il bidet non c'è)

18 giugno 2011

Quello che non mi mancherà, della Germania...

Sigh,sniff, sob. Ci siamo. Tutto si addensa. Tempo di trasloco, di scatole dovunque, di bimba nervosa che si aggira in un paesaggio domestico sovvertito, di documenti da preparare per il rogito, di pratiche da sbrigare, di ciao senza arrivederci, di pensieri densi sul futuro, da ridisegnare. La spinta positiva si assottiglia, le energie calano. Il sorriso si spegne. E allora, ogni tanto prendo nota, mentre mi vedo vivere, delle cose che NON mi mancheranno.Che non rimpiangerò. Penso che sarà bello, per esempio, cantare in macchina con i finestrini aperti qualche canzonetta. Qui istintivamente ormai i finestrini li chiudo, che ti guardano tutti come se fossi matta. In Germania non si fischietta, né si canta. La musica a paletta è presidio tamarro. Lo fanno solo i bambini, cantare, e pure malvolentieri. Penso che sarà bello andare al bar e prendere un caffè, che è un espresso vero e magari anche un cappuccio di dimensioni normali e con la schiuma regolarmente fitta. Sarà bello bere un aperitivo, parlare fuori dalla scuola con le altre mamme, mandare a quel paese gli automobilisti nella tua lingua, sorridere al postino e aspettarsi un sorriso di risposta. Penso che sarà bello fare la spesa in un supermercato dove scegliere tra vari tipi di mozzarella, di parmigiano,di cacciatori,di pasta. Andare in montagna. In gita al lago. Al mare in un mare dove puoi farci il bagno. Ascoltare le canzoni. Andare al cinema. Discutere di politica. Uhm. Ma davvero sarà bello?