Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

30 maggio 2011

Non tutti i mali vengono per nuocere

Sabato, al Wildpark. Ari si fa male a un ditino. Dopo la prima reazione piagnucolosa, riprende a giocare, come al solito. Dopo dieci minuti si blocca. Tiene il braccio fermo con l'altra mano. Controllo, il dito si sta gonfiando ed è livido. Via, al pronto soccorso. A Gerresheim. C'è poca gente, chiedo alle info dove andare per l'accettazione. In inglese. Mi rispondono in tedesco. Mi dirigo dove suggerito. Ari mi blocca: "Mamma, di qua, non di là!". "Sicura?", "Certo, ha detto a sinistra, non a destra.". "Ah."
Entriamo nell'ufficio dell'Aufnahme. La signora, cotonata bionda faccia da mucca buona, non parla tedesco. Ci pensa Ari, spiega il fattaccio e dove è successo, scandisce bene il suo nome e il cognome. Mi passa un foglio e la penna che la mucca le ha mostrato e mi dice, secca: "Firma qui.""Firmo per me o per te?" "La tua firma, mamma!".
Bon. Stessa scena dall'infermiera, poi al Roentgen, i raggi X , dove sparisce con un energumeno di circa 2 metri e il muso da "Bella e la Bestia". Della bestia, naturalmente.
Il gigante e la bambina riemergono dieci minuti dopo, chiedo delucidazioni, la bestia risponde, in inglese, che me le darà Arianna. La quale è così presa da quello che dobbiamo fare dopo che mi afferra la mano e mi trascina "dove lei sa dove dobbiamo andare". All'infermiera che provvede al bendaggio spiega ancora una volta come si è infortunata: "Al Wildpark. Conosci?" "Sì." "Ecco, dove c'è il nanetto di legno. Lì. Lo sai?" "Mah, ci sono stata una volta." "Io tante. Col papi. La mamma non le piacciono "i cinghialoni" -in italiano-" "Che brava quante lingue conosci?" "Tedesco, italiano e un pò di Russo...." "Russo?" "Sì -fa la ganassa- la mia migliore amica è russa." "Chi è?" "La Anastasia." "E'il nome di una principessina!" "Lo so, lo so però quella è morta...vuoi che ti canti una canzone?" "Sì, la sai?" "Certo! E attacca: Rascvetali jabloni i grushi,
Poplyli tumany nad rekoj,Vyhodila na bereg Katjusha,Na vysokij bereg na krutoj...

Vedi i vantaggi di non sapersela cavare da genitori? E' così che i bimbi crescono...davvero!

27 maggio 2011

Kolumba vola alto

...Semplicemente il più bel museo della Renania Westfalia!



La cosa impressionante è che tutto in quel museo è un pezzo da museo. La serratura del cancello del giardino come le sculture moderne come l'abside della chiesa gotica come le rovine della basilica romana come le finestre quadro sulla città come la cattedrale di Colonia riquadrata dalle finestre come i sassolini sferici e candidi delle aiole come il portaombrelli come le lampade della reading room come la lunga passerella in legno  come le scale che salgono verso l'alto come i disegni strazianti di uomini malati. Risucchiati dalle macchine mediche che li tengono in vita. Un Cristo crocefisso irrigidito dalla sofferenza e dalle forme gotiche li veglia...
Ah, l'architetto è Peter Zumthor, svizzero.


Gli altri musei:
http://www.inselhombroich.de/tour.htm
http://www.wallraf.museum/start_e.php
http://www.museum-folkwang.de/

23 maggio 2011

Non so se ti adatterai

Profumo di rientro. Aria di rientro. Puzza di rientro. 
Oggi sono partiti i miei ospiti. Gli ultimi qui a Dusseldorf. Ora, davvero, si comincia a impacchettare e a preparare lo sbarco in Italia. Che sembra un allunaggio.
Almeno, a quanto mi dicono quelli, molti, che mi trovano tanto, ma tanto, ma tanto bene qua. Così bene che non mancano mai occasione per dirmelo: "Vedrai che farai fatica, a rientrare."
Sarà. Mi concentro sulle positività. In Italia ho una casa, una casa mia intendo; i miei nipoti, che adoro e che voglio vedere crescere; la mia famiglia; i miei amici; la possibilità di ricominciare il mio lavoro.
Si impara a concentrarsi sulle cose concretamente positive, da migrante!

18 maggio 2011

La solita routine

Mi accorgo che Ari cresce anche da cose così. Oggi, mercoledì, all'uscita dall'asilo mi chiede il donut. Di solito me lo ricordo io di ricordarglielo. Che è mercoledì, giorno di wandertag, giorno in cui esce prima dall'asilo e c'è tempo per andare da Kamps a comprare il perlen donut.

La nostra settimana scivola tranquilla e veloce tra appuntamenti e riti fissi. Il lunedì, incontro con le mamme d'Italia, uscita dall'asilo alle 15; martedì giorno pieno fino alle 15.45, la sera la mamma va a yoga; mercoledì wandertag che significa che i bimbi vanno in foresta e pranzano al sacco. E' uno dei momenti prediletti di Arianna. Si esce alle 15 e insieme si va a comprare il donut; giovedì lezione di violino, si esce alle 15; fino ad Aprile il martedì c'era la lezione di pattinaggio e, fino a gennaio, pure la ritmica musicale il sabato mattina e l'atletica il venerdì pomeriggio...Ma adesso Ari comincia anche a "stare" a casa relativamente tranquilla. Dio, tranquilla...un'ora a fare qualcosa senza coinvolgerti o rivoltare tutta la casa -in genere gioca con tutti i giocattoli a disposizione- è ancora un obiettivo lontano.
Però si sta avvicinando. Del resto cosa aspettarsi da una bambina che ha cominciato a gattonare alla fine del quinto mese? Neanche iniziato lo svezzamento. Mo suocero ha dovuto recintare il giardino che si era d'autunno e Ari usciva di casa, usciva dal giardino e si arrampicava fino all'orto, a metà collina.
E quando la tenevi in braccio o sulle spalle ti spronava come un cavallo. Vai! Ma anche in gravidanza non mi riusciva di stare ferma e, ora che ci penso, della bella valle dove è stata concepita ricordo ancora gli stambecchi che saltavano da una macchia di neve all'altra, da un versante all'altro... imprinting?

16 maggio 2011

Düsseldorf Marathon. Back stage

Inizialmente era il Mamme d'Italia team. Poi sembrava che non ci fossero quattro candidate. Eravamo rimaste in tre, poi due. Poi la terza del gruppo ci ha richiamato per far parte di un altro team, sempre italiano. La mia socia ha desistito, troppi impegni e poco tempo per allenarsi. E ci siamo trovate di nuovo in quattro. Tre mamme d'Italia.... e una futura mamma d'Italia.
Cambio di logo: Sorelle d'Italia. 
Martha ha creato le uniformi. Interamente frutto delle sue manine. Un pò di suspance per il posizionamento del logo. Che doveva coprire la schiena. Però oscurava  il cartello "Staffel". Abbassare! Abbassato. 
Uhm..forse troppo basso. No, ve lo immaginate un commento tipo "Italiane bunga bunga?". Che se sei in patria replichi vivacemente, ma qui...girano i cabasisi come pale eoliche ma che gli dici: " Meglio di voi brutti copioni?" Dai! Copiare la tesi sarà pure sconveniente, però al confronto è la colpa di uno scolaretto discolo contro i capi d'imputazione di Al Capone. Tra l'altro il loro "campione" si è pure dimesso. 


Poi ci siamo trovate il venerdì per la prova generale. E tutte e quattro insieme, di tricolore vestite...ah,come eravamo belle! Pure il lato b, ci guadagnava!


 Cheek to cheek!

1.02

Domenica 9 maggio Dusseldorf Marathon. Alle 8.45 sono già all'area di partenza. Sole accecante, mare di gente. Parcheggio la bicicletta. Sono tesa. Martha, la numero 2, mi chiama che hanno perso il treno e sono in ritardo. Argh. Dove lascio lo zaino? Dall'altoparlante cominciano a chiamare le squadre della staffetta. Un tipo vicino a me si sta allacciando le scarpe. Mi avvicino, titubante: "Do you speak English?"."A bit. Any problem?". "I do not know where to put my backpak, my partner is late"... "Martha?"..."Sì, Martha...ma, la conosci?". 


E il tipo che mi è capitato a tiro, tra 2.700 persone che come me corrono la prima tappa della staffetta, e migliaia di altri, tra corridori, amici, parenti, incaricati è proprio il compagno del marito di Martha! Mai visto prima. Giuro. Lasciamo gli zaini a sua moglie. Ancora incredula raggiungo con lui la dirittura di partenza. Lo sparo (sì, lo sparo!) e via. Si comincia.


Ecco i commenti al passaggio, io in tenuta tricolore come da foto di copertina:


*Viva l'Italia (5). 
*Bella Italia (plurimi). 
*Abbasso Berluskoni,viva l'Italien (1 -accento Sturmtruppen) 
*Bella italiana (1) 
*Forza azzurri (1- un bambino) 
*Que viva Mexico! (1) - confusione sulla bandiera 

*Dolce Italia (1)


La foto all'arrivo della mia tappa:
Stanca, ma felice...

Pausa Iso(tonica). Con le birre che girano qui devo proprio bere quei drink per sportivi duri e depressi?:


"Cucco" alla Kneipe -e che cucco! Ex elicotterista bello ciucco :


Arrivo tutte insieme, appassionatamente, baci e abbracci:


Grazie alla Vince e ad Anto e Elisa. Tutte e tre presenti e pure irreprensibilmente eleganti.
Grazie particolare a Marti e Maspy che: si sono spupazzati Ari la sera prima; sono venuti, puntuali, con le tre bimbe al mio arrivo,all'arrivo di Martha, di Monika, di Daniela; hanno fatto tutte le foto; portato gli zaini; brindato con tutti i compagni e amici incontrati per strada...
Grandi supporter!


PS: 1.02 del titolo è il mio tempo di percorrenza. Qualcosa di più che in allenamento, ma...sono felice lo stesso! 

15 maggio 2011

Fatta!

A dicembre del 2010 mi sono ripromessa di lasciare Dusseldorf con un segno forte. Un evento simbolico, testimone insieme dell'avvenuta appartenenza alla città e dell'addio/avvio di un nuovo capitolo del libro della vita (la mia vita).
Detto, fatto.
Che non è che succede spesso nella vita (nella mia vita).

Alla Dusseldorf Marathon 2011 c'eravamo anche noi. Le sorelle d'Italia. Pure piazzate benino, in 4 ore e 42minuti! Questo post s'imponeva come commento alla foto di copertina. Seguiranno i racconti sui momenti topici. Bis Gleich!


I No che aiutano a vivere

Come lo sanno dire loro...nessuno. Che poi il bisillabo è simbolo condensato del potere. Fateci caso. La prima parolina che i bambini -tutti i bambini sia di qui che di là delle Alpi- tentano di usare è: "no", anzi: "NO".


La dici e già ti senti grande!


Il no in Italia è farlocco. Spesso è un: "Nooo!" oppure: "No, no,no...cioè". In Germania è semplice, quadrato. Un mattone. "No.". Detto così, come un "sì." Tranquillo. Senza esclamazioni, senza tensioni, senza recriminazioni. Spesso senza niente di personale. Se proprio si chiede perché segue spiegazione logica alla negazione di prestazione di un servizio, tanto per fare un esempio. All'inizio la spiegazione la chiedi....Condizionato dalle esperienze in patria dove tutto è riarrangiabile, figurati un no. Dopo qualche tempo impari a fidarti. Quel "No." piano, semplice e definitivo è...vero.


Tempo fa mi chiama un'amica, tra l'altro pure tedesca di nascita e passaporto, ma in Italia da quel mò. Ha intrapreso una nuova attività e quel giorno doveva telefonare a un cliente per comunicargli che non poteva fare fronte agli impegni presi, causa forza maggiore. "Non si può dire di no, occorre trovare una buona scusa, siamo solo agli inizi!". Che approccio strano. Siccome sei agli inizi inventi una fandonia, con il rischio che venga intuita, senza pensare che potrebbe pure rivelarsi controproducente. Perché non raccontare semplicemente quello che è successo, sottolineando che la propria politica è massima trasparenza e si è pronti a fornire uno sconto per il disagio...o quant'altro?


Insomma qui impari che il no esiste (orari dei supermercati, degli uffici, disponibilità delle persone, competenze...) come dato di fatto. E dove c'è il no c'è sempre un si. E ti adatti. Alla fine la bilancia è in pareggio. Se arrivi oltre il quarto d'ora dal dentista non t'incazzi e pensi sia razzista quando ti dice no, mi spiace, mostrandoti l'agenda fitta di appuntamenti e ringrazi sentitamente se invece ce la fanno lo stesso...


Sembra strano ma si vive, bene, con i "No."

10 maggio 2011

Finalmente soli

Ahhh....Oggi c'è in visita la migliore compagnetta di Ari, la bionda e affascinante Nastasia. Quindi la mamma è libera di fare quello che crede, visto che le due hanno altro da fare e da dirsi. Che il fatto di non parlare neppure la stesa lingua, io e la prole, in questi casi è un bel passaporto di indipendenza. Per lei. Già me la immagino:" Tanto mia mamma non capisce!", "Lei non parla tedesco", "Vuoi sentire come parla male la mia mamma?"...
Eh,eh. Piccole vipere crescono.
E finalmente mi posso dedicare al mio blog. Che è un attimo non scrivere per giorni! Basta vivere un pò più intensamene e...A Pasqua il black out mediatico è stato quasi totale, causa perdita della SIM italiana, collegamenti Internet difficoltosi e, soprattutto, tanto lavoro manuale in casa nuova!

Ecco, appena messa alla scrivania e arrivano le due con la richiesta di vedere un DVD. E che DVD! Le Winx! Un'altro successo del made in Italy.. Eh, cosa sappiamo esportare di bello e sano della nostra grande patria!

2 maggio 2011

E l'Osterhase decise di attraversare le Alpi



Pasqua in Italia. In macchina, prima timida prova di trasloco. A parte la prima tranche del viaggio; Arianna dopo 10 minuti, su 6 ore di viaggio previste, ha dichiarato un mal di testa imbattibile...A parte, dicevo, direi che è andato tutto bene. Arrivo in patria incoraggiante, cantando felici "Il gatto e la volpe" di Bennato incuranti delle code dei frontalieri a Chiasso e dei pendolari sulla A4...

Appena messo i piedi fuori dall'auto Ari annuncia ai cuginetti l'arrivo imminente dell'Osterhase. Il coniglietto pasquale. La tradizione, pare, provenga dall'Alsazia. L'effervescente roditore dissemina uova benauguranti per casa o nel giardino e i bimbi tedeschi la mattina di Pasqua si dedicano gongolanti alla caccia al tesoro. I bimbi tedeschi. Gli italiani mangiano le uova di cioccolato, si baloccano per pochi minuti con orripilanti sorprese in plastica made in China e morta lì.
Questo delle diverse ricorrenze e dei diversi riti è un pò un problema del biculturalismo. Per ogni festività occorre decidere se omologarsi (esempio concreto: san Martino e l'esposizione degli stivali per ottenere dolcetti) o se lavorare per sostituzione ( San Nikolaus il 6 dicembre viene sostituito in casanostra da Santa Lucia il 13, a Bergamo tradizione molto sentita... e ora Ari è probabilmente l'unica bimba del Nord Reno Westfalia ad essere allietata dalla visita della povera cieca).
Spiego che l'Osterhase è un coniglio, e come tale si stancherebbe troppo a valicare le Alpi. Le abbiamo giusto passate da poche ore, conto sulla memoria ancora vivida delle impervie cime innevate. Pare che funzioni. Fiuuu! Penso.
Giusto il sabato precedente Pasqua ci rechiamo al vicino maneggio per prenotare una lezione. Incontro fortuito con mamma tedesca, pure insegnante di lingue. Si attacca bottone, si passa alla presentazione della rispettiva prole. Si incita la prole a dialogare in tedesco. E quale argomento diventa oggetto della conversazione?: "Ce la farà l'Osterhase ad attraversare le Alpi?". Risposta secca della novenne teutonica: "Sono quattro anni che viviamo in Italia e ce l'ha sempre fatta!". Arghh...Penso.

Come è andata a finire: Pasqua da mamma. La chiamo, la invito a preparare 3/4 uova sode e a nasconderle per il giardino, impacchettare corrispettivi 3/4 regalucci. Sbuffa un pò ma si piega alla ragion di Stato e ...l'Osterhase viene celebrato degnamente anche a Scanzorosciate, Bergamo.

Vedremo se l'anno prossimo circolerà ancora a disseminare uova o ce lo cucineremo in fricassea con buona pace di tutti.

14 aprile 2011

Le aspettative soddisfatte e quelle deluse. Parte prima



Comincia il Countdown, psicologico, al fatidico rientro. Me ne accorgo perché capita spesso di pensare a quelle cose che mi hanno sorpreso durante la mia esperienza tedesca; positivamente e negativamente. Quando sono arrivata non avevo copertura culturale di questo paese. Non conoscevo la lingua, non avevo studiato nulla di specifico a scuola -che non fossero le vicende storico-belliche e qualche bla-bla di storia della filosofia-
Diciamo che avevo dei preconcetti, ma non sapevo di averli. Il riferimento concreto più attuale mi era offerto dalle pagine dei numerosi cataloghi di corrispondenza che sfogliavo distrattamente a casa della Marghe, specificamente nel cesso, e da qualche racconto delle mamme delle mie amiche italo-tedesche...Ma quelli erano tranche de vie di un'epoca comunque distante. Poi all'idea, sempre generica, di efficienza, solidità, affidabilità teutoniche contribuivano, così alla rinfusa, i cataloghi delle istruzioni di lavatrici, macchine e lavastoviglie; le cucine Bulthaup, tutto un riflettere di acciai e cassetti che sccccivolano silenziosi su cuscinetti in materiali sofisticati; le sorelle Kessler -Omsa che gambe!- che in un'intervista dichiaravano la loro ossessione per la puntualità.

Per la pomposità le musiche di Beethoven, per me legate sempre e solo alle musicassette nel contenitore in similpelle "Selezione del Reader Digest", che troneggiava nella macchina di mio padre. Quella della quinta sinfonia era smangiatissima, risultava di gran lunga la più ascoltata. Seguivano quelle della sesta, la pastorale, la nona..le altre credo giacciano ancora intonse nel loro sarcofago di plastica sagomata...Per le insane abitudini riguardo all'alimentazione delle famiglie tedesche ricordavo un famoso "nanetto" dei bambini che si mangiavano il dentifricio, dai tempi delle vacanze a Jesolo, quelli che sugli spaghetti ci volevano la ketchup, la cipolla tagliata fresca e divorata sul pane nero alle otto del mattino...E poco altro.

Quattro anni dopo ecco l'elenco, in ordine rigorosamente sparso, delle illusioni deluse e delle realtà confermate.
- La lingua...impossibile! adesso capisco perché gli immigrati poterono stare in Germania 20 anni senza imparare un tedesco decente!
- Un rapporto più disinibito con il corpo. Negativo. l'impressione in Italia è viziata dal fatto che, ancora, qui sussistono le saune unisex...ma c'è molta ritrosia e diffidenza rispetto al corpo "sensuale".
- Il cibo...Non so se sono capitata in un'onda mediterranea, ma almeno a ddorf si trova praticamente tutto quello che serve a un italiano medio per riproporre le ricette di casa nostra. Magari un pò più caro, ma a volte anche no.
- Il cibo. La cucina locale. Difficile da trovare nei locali e quasi impossibile nelle case dei tedeschi...però alcune ricette meritano di essere provate. Grande uso di carne di maiale, e la base sono sempre i lardi e le sugne animali, schmaltz, però, ogni tanto. Standing ovation alla birra, alle Matjes, le aringhe sfilettate servite con anelli di cipolla bianca e pane nero, al pane, alle noci, alle fragole...l'elenco si fa lungo, occorre dedicarci più righe.
Tanto questo è un post "to be continued", intanto ecco il link alla mia kneipe preferita!

11 aprile 2011

Tutto in uno

Fine settimana intenso. Venerdì cena con le Mamme d'Italia, e abbiamo scoperto parlando con le nostre "rivelatrici culturali", le due mamme tedesche che hanno figliato con due italiani,  che mentre in Italia le parti genitali dei bimbi si indicano con nomignoli simpatici, vezzeggiativi, in Germania invece già da piccoli: quella è la Scheide e quello il Penis...
"Ari, vieni che puliamo la sabbietta dalla vulva!", agghiacciante.
Per puro intento ludico sto raccogliendo i nomignoli italiani: frinfina, pimpinella, passerotta, giuseppina, farfallina, patatina...E, per lui: pisellino, giovannino, pipino...

Sabato a passeggio in Flingern. Raccatto Vince che dimentica la chiave nell'appartamento; a Ddorf  le porte degli appartamenti si chiudono a scatto, clack: 100€. E' il costo dell'omino che te la riapre. 2 secondi la durata dell'intera operazione. Comunque la Vince la chiave di scorta l'ha lasciata alla vicina di sotto che però rientra nel pomeriggio. Usciamo e decidiamo per un caffe da Zia Pina, un barino - in realtà si chiama Oma Erika- che ha l'indubbio vantaggio di fronteggiare il parco giochi della piazzetta. Ci sediamo, ordino contro il suo parere, un espresso, difendo la mia scelta quando nella tazza scorgo una bella schiumetta, "è troppo chiara" fa lei,secca. Assaggio, disgustoso, penso, disgustoso dice la mia faccia, "te l'avevo detto" dice la Vince. Non replico non perché non voglia, ma perché ci viene incontro Ari che era sgattaiolata al parco giochi, ora sembra una maschera di sangue. Argh. Farfuglia qualcosa, pulisco bene e scopro che il dentino dondolante superiore anteriore destro, è caduto. Lo salvo da sicuro inghiottimento. Brandisco al sole il piccolo trofeo. Ari è felice. Vince ha un mancamento -non sopporta la vista del sangue, e io mi sento vendicata. Per il caffè.
E per il dente, ci voleva una bella altalena in faccia per chiudere questo lento dondolio...

Sabato sera suggello della riconciliazione con R. A casa sua. Discorsi piacevoli, sembrava tutto come due anni fa, prima che R. si separasse. Stessi mobili, stessa gente, il carrello degli antipasti...Tutto. Quasi. Sono cambiati due fidanzati, il padrone di casa, e il fidanzato dell'amica americana, il contenitore -la casa intendo- che adesso è un appartamento, e c'è un solo gatto...Ma, come due anni fa, la televisione è accesa, su Rai uno. Nessuno ascolta, si discute appassionatamente, di politica. Italiana. Che di quella tedesca, se mai si discute, lo si fa con pacatezza e distacco.

Domenica c'è il sole e, finalmente, fa caldo. Passiamo in bici per i parchi in piena fioritura, l'erba è verde e lucida. Pioggia di petali dai rami,...
La sera alle 20,30 è ora delle nanne. Ma c'è ancora tanta luce. Tre giorni fa era buio. Penso che la Primavera, così come in Germania, non l'ho vista mai.

6 aprile 2011

Due culture diverse.

Quando sono arrivata in Germania mi sembrava tutto così diverso e distante. Un altro mondo. Poi, piano piano sono diventata un pezzetto di questo mondo. E adesso faccio fatica a rintracciarle tutte quelle differenze, e soprattutto a percepirle come disagevoli. Esempi acclaranti. La gente ferma immobile alle fermate del tram; il silenzio nei tram; la gente che arriva sempre tutta insieme, puntuale, 5 minuti prima in palestra e 5 minuti dopo la lezione, è già scivolata via, silenziosa; la verdura, certi cavolfiori, le lunghe radici nere, il rabarbaro...; il banco dei latticini; tutti in bicicletta e sdraiati al parco quando c'è il sole e due ore dopo, con la pioggia, non c'è in giro nessuno. E dove si sono rintanati?; l'arredo delle vetrine dei negozi, un tripudio di galline e animali aiensi; l'abbondanza di deco più o meno kitsch legate alla stagione, la Pasqua, San Martino, il Natale; le notti. Così buie. L'inverno, così lungo...E mille altre. Ora tutto scorre intorno a me e io con la corrente.  E le previsioni si seguono ora per ora, e non è un problema, in palestra ci si va 5 minuti prima e 5 minuti dopo, via veloce tutta roba in borsa, si è già in strada, alla bicicletta; ogni tanto mangio pure le radici che hanno un gusto tra la patata e l'asparago...

Però ogni tanto incappi in qualcosa così platealmente ambiguo, a seconda del punto di vista cambia totalmente di significato. In genere ha a che fare con quella cultura che s'iscrive nei nostri corpi. Tipo questo:


All'ingresso del Saturn, un invito per le grandi offerte del periodo. In Italia, via, l'invito a entrare lì dentro creerebbe qualche timore...

Sai, lui è malato per la frinfri...

Sabato è giorno di pulizia accurata, anche dell'ostrichetta. "Ah, se Amrid vedesse così la mia frinfri." Commenta Arianna. "Come scusa?" Faccio io, antenne sollevate- Amrid è un suo compagnetto dell'asilo: "Amrid è malato per le frinfri..."."Cioè?". "Cioè -sbrigativa- come tu sei malata per lo Yoga e papà per il Russo, lui è malato per le frinfri, gli piacciono, proprio..."." E cosa fa?". "Le guarda!". "Ah, e a te non dà fastidio". "Mah...mamma sai, è la vita..". Arianna la saggia.
Ieri mattina all'asilo guardavo Amrid, il piccolo indiano Sikh con le passioni carnali, e pensavo che l'imprinting sessuale di mia figlia è indissolubilmente legato ad un maschio magro, alto, scuro di pelle, con una lunga treccia di capelli lucidi e neri avvolta a cucù -per mesi l'ho scambiato per una bimba- e grandi occhi verdi chiari.

Mooolto multiculti...

4 aprile 2011

Stereotipi in musical, vai Romeo Ca(l)zone!

Domenica è stata una giornata particolare. Siamo state alla Tonhalle con Arianna. La Tonhalle è la filarmonica di Dusseldorf:

 e all'interno:


Alla Tonhalle organizzano rassegne, alcune per i single vetusti che (s)popolano questa città, altre specificatamente dedicate ai bimbi, le Sternschnuppen. Lo scopo è avvicinare i bimbi alla musica, attraverso rappresentazioni e gli strumenti musicali "dal vivo". Bello vero? Peccato che trovare posto è quasi impossibile. Dati il costo abbordabile e le molte richieste... Caso ha voluto che Petra e Tomek, i genitori di Pola, compagna di Arianna, siano dovuti partire,  lei in Tibet e lui in Polonia con la bimba. E avevano dei biglietti inutilizzati...ed ecco che domenica siamo qui.
Arriviamo, Ari sfoggia un vestitino di velluto rosso e un paio di scarpe "normali", e non i soliti scarponcini che accompagnano i bimbi tedeschi dal primo anno di vita fino alla pensione, si fionda al centro dove hanno predisposto cuscini multicolori Dopo una decina di minuti entrano gli attori-musicisti; si presentano: Mozzarella, Romeo Calzone (pronunciato Cazzone) e Diavolo...Occhiali scuri, gestualità spiccata...Il sorriso mi si è, come dire, un attimo bloccato sulle labbra...
La trama è pressapoco così: un gruppo di suonatori di origine italiana non riesce a suonare bene insieme, si accusano l'un l'altro dell'insuccesso, litigano, alla fine chiamano un commissario specializzato in "musicalità" e questo, anzi questa che è una lei, coinvolgendo nell'indagine i bimbi, scopre le ragioni dell'insuccesso, legate al fare musica. Si aggrega infine al gruppo e ne diventa la prima ballerina.
I quattro attori sono bravi, ci sanno fare coi marmocchi e l'happy end spazza via il sospetto di razzismo. Ma tutti,proprio tutti gli stereotipi sugli italiani sono sciorinati con dovizia di particolari, dall'aspetto esteriore: abito scuro stile pizza connection, capelli neri, occhiali scuri, gesti esagitati e, venendo alle caratteristiche umane, litigiosità, tendenza alla corruzione e al non rispetto delle regole, timore dell'autorità, servilismo, seduzione compulsiva...
Che dire. Io non mi ci ritrovo. Però con le nostre alte sfere che non fanno altro che reiterare e ratificare questi atteggiamenti, e in Italia non ci si rende bene conto di quanto costi perdere immagine, mi sa che hanno ragione loro...

Per chi fosse interessato: Kommissarin Flunke und die Schurken

31 marzo 2011

Loro lo dicono con i fiori...


E fanno bene.
L'appartamento dove viviamo è in vendita. Tra l'altro, anche due anni fa, quando accettammo l'affitto a tempo determinato, era in vendita. A 205.000€. Oggi, invece, son già 230.000€. Però!
Con gli annunci è cominciata la processione dei possibili acquirenti. E via con il tira e molla delle visite. Tira e molla nel senso che il Makler, l'agente immobiliare (che s'intasca una percentuale del 3,54) vuole strappare più appuntamenti possibile. Ora, all'inizio ho scialato, offrendo 3 date in 10 giorni. Pensavo che ne scegliesse una sola -son tedeschi, mi dicevo, rispettano la privacy!- Invece, anche qui tutto il mondo è paese...visite per tutte e tre le date.
Alle visite dei papabili, sempre quando si avvertono di più, ovvio, la sera che giusto si va in tavola (noi, che i tedeschi mediamente mica si siedono intorno al tavolo o cucinano...), o il sabato mattina...Alle visite, occorre aggiungere le presenze del padrone di casa, pure simpatico, che viene a dare qualche tocco di maquillage alla casa...
Insomma, ultimamente è un gran via vai.
Certo, sono tutti gentili. I visitatori si muovono persino guardinghi. S'informano sempre se possono visitare le camere, una sbirciatina veloce e poi... via! si ritraggono come attratti da un magnete; la dispensa (e questa davvero non la capisco, che nelle camere qualche mutandina ballerina o magari la boccetta del colluttorio può anche saltar fuori ...ma nella dispensa che s'aspettano di strano, un trancio umano appeso a seccare?) e mai che appoggino nel guardaroba borse o cappotti...Comportamenti "in apnea" che, se possibile, fanno sentire ancora di più a me, a noi l'imbarazzo della presenza estranea.
Se solo si muovessero tranquilli e rilassati e magari scambiassero quattro ciarle, come sarebbe tutto più facile...
Ah e i fiori? Sono da parte del padrone di casa. Per scusarsi dell'incomodo. E fa bene!

27 marzo 2011

Però, anche loro porelle...

Mi è capitato abbastanza spesso. Di incrociare il loro sguardo un pò rassegnato,  geloso anche se non invidioso, lo sguardo delle mamme di maschi. Uhm...gli aggettivi non descrivono bene l'espressione...ci lavorerò su. Per carità, nessuna delle mamme rinuncerebbe mai e poi mai ai suoi cuccioli per una prole fioccorosa. Come dire, sull'amore materno non si discute.
Ma certi commenti tornano insistentemente: "Eh, coi maschi è diverso"."No, ma loro non capiscono." "Eh, bisogna accettarli così."...
Cosa fanno i maschi per fare sentire alle loro mamme il rilievo di una rinuncia?
Ci provo: non capiscono il contesto, se la prendono facilmente, hanno paura di tutto, reagiscono in modo violento, si appiccicano alla mamma come colle e vogliono, anzi pretendono la sua presenza, sono maneschi, la logica del branco ha spesso il sopravvento, devono "scalmanarsi"...e soprattutto, sto sempre azzardando, non c'è condivisione di piaceri legati alle preparazioni domestiche, allo shopping, alle scelte per la casa e....ultimo, ma non meno importante, i loro giochi sono tristi, ripetitivi e annichilenti!
Ci pensavo ieri sera, in visita da un'amica. Tre figli maschi. Inchiodati davanti allo schermo gigante e per un'ora solo sparatorie, ammazzamenti, annientamenti, mostri spigolosi, espressioni crudeli, o bloccate in un ghigno sprezzante, anche le palette dei colori. Che cupi, smorti: viola, nero,  bagliori aranciati, verdi marci. Sduing, gogoing, bang, spang, crash, piun piun (il laser). Dio, che cabasisi!
Non c'è telefilm della Barbie da confrontare. L'approfondimento psicologico dei personaggi del secondo - Barbie- è roba da scuola di Vienna rispetto al primo - Gioco di mostri.
Sduing, gogoing, bang, spang, crash, piun piun, piun piun...
"Eh, è così tutte le sere..." mi dice, con un sorriso lontano, la mamma di maschi...

"elegante nel suo velo, col suo bianco capellin..." Il favorito viene vestito per il palio...

24 marzo 2011

Sursum corda!



E' difficile rendere il sapore di una festa. Anche perché si era in tanti e sono capitati vari eventi lieti. La passeggiata sulle collinette vicine alla fattoria, uno sciame di bimbe ha provato la gioia di rotolare per le chine erbose...poi la passeggiata allo stagno, e tre ditini si sono tagliati con le canne e il Dottor Gatti ha dato il suo supporto medico pure stavolta...Il taglio della torta, la nascita dei 2 capretti, l'apertura dei regali, la passeggiata sui pony...Poi anche i grandi si sono cimentati coi giochi dei piccoli...Il salto alla corda, per esempio...

23 marzo 2011

Il villaggio delle fate


A grande richiesta, la ricetta per la torta "il villaggio delle fate", opera a 4 mani (grazie Anto!) che ha allietato il compleanno di Arianna. Oltre che bella era anche buonissima.

Per la torta:
12 uova
360 grammi di zucchero semolato fino
200 grammi di farina 550 (00 italiana)
2/3 gocce di essenza di vaniglia

Per la farcitura interna:
2 tuorli d'uova
cacao
300cc latte
2 cucchiai rasi di farina
2 cucchiai rasi di zucchero
1 buccia di limone bio

Per la farcitura esterna:
300 cc di panna da montare (Schlagsahne)
1 confezione di frutti di bosco scongelata (il succo serve come colorante)
in alternativa: colorante per alimenti

Per le torri del villaggio:
400 grammi di marzapane - rohmasse,
300 grammi di pandispagna o savoiardi sbriciolati
10 coni mignon tronchi (per le due torri più alte)
cioccolato bianco per la farcitura
Scritte di zucchero (zucker Schrift) giallo, rosso, marrone e verde

Per i tetti:
10 coni da gelato (le cialde, che sono più resistenti e non s'inzuppano)
cioccolato bianco per la farcitura
zucchero e/o perline decorative

Esecuzione
Si comincia dalla torta. I tuorli si lavorano con lo zucchero in una bella terrina capace, che poi tutti gli ingredienti si mischiano lì, fino a che il composto risulta bianco e quasi spumoso. Poi si montano a neve fermissima gli albumi. Fate la prova rovesciando la terrina quando sono montati (giusto un secondo).Non devono scivolare. Aggiungere ai tuorli la farina setacciata e incorporare gli albumi, girando lentamente dal basso verso l'alto. Aggiungere l'aroma, se piace, e versare il tutto in una teglia capace. Nota importante: sul fondo si può mettere un disco di carta da forno per evitare che la torta incolli, ma, a meno che siate maestre di origami, sui bordi meglio evitare la carta e spalmare solo un po' di burro. Le pieghe della carta infatti creano delle orlature irregolari. E' importante, al contrario, ottenere una forma regolare. si capirà dopo.
Infornare a 170° a forno già caldo per 35/40minuti. Spegnete il forno e lasciarci dentro la torta fino a che sarà tiepida.

Nel frattempo montate la panna per la farcitura esterna e procedete con la crema per la farcitura interna.

Crema per la farcitura.
Avete bisogno di un tegame antiaderente dai bordi alti (almeno 12 centimetri). Mescolate i tuorli con lo zucchero e la farina, velocemente e senza fare grumi, sul fuoco basso. Aggiungete il latte, meglio tiepido, a filo e portate a bollore. Quando la crema comincia ad inspessirsi unite la buccia di limone e terminate la cottura. Dividete il composto e nella seconda metà aggiungete un po' di cacao.

Ora sfornate la torta, rivoltatela per offrire alla vista la parte inferiore, più regolare, e ricavatene tre dischi con un coltello a lama piatta e affilata. Tra il primo e il secondo spalmate la crema semplice, tra il secondo e il terzo la crema con il cacao. Cercate di sovrapporre i dischi come erano prima del taglio...le irregolarità saranno ridotte.
Rivestite la torta farcita con la panna montata, cui avrete aggiunto un pò di succo di lampone, colore rosa, o di mirtillo, colore violetto, curando bene i bordi.
Se volete potete già passare la granella di zucchero sui bordi della torta (fatevi aiutare, una persona cerca di sollevare la torta in modo da offrire i bordi e l'altra sparge la granella. la maggior parte comunque si sparge sul piano della cucina!)
Questa fase si può rimandare, prima di inserire le torri.
Mettete in frigo la torta e concentratevi sul "villaggio".

Le torri.
Per le 2 torri più alte ho utilizzato dei conetti tronchi circa 4cm di diametro, ne ho impilati 5. Gli spazi tra un conetto e l'altro li ho riempiti con delle briciole di torta paradiso che avevo cucinato il giorno prima. I savoiardi o i pavesini vanno altrettanto bene.
Stendete uno strato di marzapane, per unirne 2 pezzi usate un po' d'acqua. Non ho mai lavorato il marzapane prima, per stenderlo ho utilizzato una bottiglia di vetro, meglio del mattarello che tende ad appiccicarsi. 
3/5mm di spessore vanno benissimo. Rivestire i conetti con il manto di marzapane, tagliare gli eccessi con un coltellino affilato. Rimboccare coi savoiardi per riempire eventuali vuoti interni. Per le 3 torri più piccole, di 5/6cm, ho approfittato della torta Paradiso che avevo precedentemente cucinato. Lavorando con un coltellino ho ricavato 3 tronchetti e li ho rivestiti di marzapane, come per le torri più alte. E' più difficile far aderire il marzapane alla torta, le bricioline si appiccicano dappertutto... in compenso si evita il lavoro certosino della riempitura delle foppe con i savoiardi...

La farcitura delle torri.
Ora si passa una bella mano di bianco! Si scioglie il cioccolato a bagno maria con un goccino di latte e poi con un pennello si rivestono le pareti delle torri. Il cioccolato serve anche a "stuccare" la giunzione del mantollo di marzapane. Si lasciano sgocciolare le torri intonacate su un foglio di carta da forno. Io ho aggiunto il succo di mirtillo al cioccolato per avere torri dalle sfumature violette.
La farcitura dei coni.
I coni sono la parte più delicata dell'intera preparazione. Non è facile maneggiarli. L'optimum sarebbe poterli sospendere o lasciarli appoggiati a un supporto con il vertice in su, così si asciugano meglio. Vanno ben spennellati di cioccolato bianco sciolto a bagnomaria. Non decorarli subito, ma dopo una decina di minuti, quando il cioccolato si sta rapprendendo, allora via con le perline colorate, i cuoricini di zucchero o semplicemente fateli rotolare nello zucchero semolato. Dalle foto non si evince, ma i cristalli danno un piacevole effetto glitter.
Se non riuscite a farli asciugare a sedere in su, lasciateli appoggiati alla carta da forno. Limerete poi la striscia di cioccolato rappreso.
A torri asciugate procedete con la decorazione finale facilitata dallo zucchero in tubetti: porte, finestre piante rampicanti, fiorellini. Mettete quindi le torri in frigo, rispettando la posizione verticale.

Ora è tutto pronto. Mezz'ora prima di servire la torta montate i coni sulle torri, avrete avuto l'accortezza di misurare già la compatibilità, prendete la torta, appoggiate le torri -mettetele vicine così si limita la possibilità di crollo- alleggerite con qualche "cespuglio" di panna o qualche piccola meringa, segnate un sentierino d'accesso alla torre principale, con la granella di zucchero... et voilà.

Alcune avvertenze:
- Questa torta è poco trasportabile. Potete, se necessario, provvedere al trasporto dei 3 componenti separati. la torta in una capace tortiera, attenzione alla panna; le torri in un secchio ben pulito; i coni in un sacchetto, separati da carta da forno...
- Il succo di mirtillo vira al violetto spento. Se preferite il rosa puntate sul lampone o sulla fragola. Il succo colora bene la panna, ma non funziona con il marzapane. Se volete colorare il marzapane affidatevi ai coloranti alimentari.

21 marzo 2011

Son stanca

Son tre giorni, tre giorni di: "Mamma mi sono tagliata, scusa non è che hai un thermos, Donella posso portare anche il piccolo? Zia, questo dove va? E questo? E questo lo posso fare io? Donella, come si dice "pane" in tedesco? Chi porta su la torta? Come facciamo le torri? Ciao ti chiamo dopo,viene anche Chiara? E Martina?E quante mamme siamo? Ci sono anche i mariti? Si mangia su? Quanti maschietti? Mamma voglio anche il volopattino, Ma zia noi cosa parliamo? E i fiori a cosa servono? Aiuto zia, c'è una capra!"

Intanto organizzare, comprare, invitare, cucinare -solo per i coni della torta "il villaggio delle fate" ho girato ore, nei supermercati li trovi in versione ricca con cioccolato,granella e quant'altro, ma niente coni come dire, plain- e la torta Paradiso è finita prima del tempo, Arianna si è presa una fetta per merenda giusto il giorno prima del D-day, e io che volevo portarmi avanti, quindi ho urlato come l'indiavolato di Gerasa e lei ha pianto come la Maddalena: "Se sono sbagliata la soluzione è solo una, dammi un'altra mamma!!!" Chissà dove le tirano fuori, i bambini, le cose che dicono...

...poi ho pensato che una torta la si poteva anche comperare, mica ci perdo la credibilità di buona mamma italica che fa tutto a casa, così abbiamo fatto, ma quella comperata non l'ha mangiata quasi nessuno, alla faccia di chi dice che i tedeschi non sanno apprezzare la buona cucina... apprezzano, apprezzano... e "i tedeschi", si fa per dire, perché alla festa di compleanno di Arianna, a questo si riferisce il post, c'era gente da ogni angolo, giapponesi, cinesi, thailandesi, polacchi, francesi e naturalmente italiani, di quelli stabili in patria e di migranti, il palmares del migrante atipico spetta ad un amico dell'amico B. che vive e prospera in Uganda.
Eh, gli italiani fanno sempre allegria, anche se stanno zitti, almeno secondo le percezioni teutoniche, che sembra una teoria strampalata, ma la composizione giusta, si rifletteva con un'amica, per una serata "animata" - standard loro, cioè gradevole - standard nostro, è su 10 invitati, 5 italiani, 3 tedeschi, 2 in funzione link, possono essere metà metà oppure di altri paesi, uff, sto divagando e... 

...continuo a divagare, ma, a proposito di invitati, ho fatto oggi la conta, erano una sessantina, metà bimbi e metà adulti e questa non mi è ancora ben chiara. Dopo 4 anni a Dusseldorf almeno una cosa mi sembrava accertata, i genitori del piccolo invitato scaricano il cucciolo alla festa del festeggiato e si ri-palesano solo al minuto esatto indicato sull'invito per il prelievo, ma ieri era una bella giornata, la prima a mia memoria così brillante dal 30 di Ottobre dell'anno scorso, poi c'erano tanti papà single e, si sa, quelli con prole allegata -in Germania, in Italia, dovunque- tendono a depositarsi da qualche parte, dove sentono che qualcuno può dedicarsi alla loro prole mentre loro si stravaccano, il buffet prometteva pure bene, peccato non fosse pronto a reggere cotante bocche avide, le facce erano simpatiche e pittoresche, le nostre facce, intendo, quelle degli italiani...tutte ragioni per cui anche i locali hanno trasgredito le regole e si sono attardati, 30 persone in più del previsto circa, ho chiuso il portone della fattoria un'ora dopo quanto riportato sull'invito -e già stavano ripartendo i bimbi con le classiche richieste: "hofame,hosete,nonmipiacelamel,avogliounfazzoletto,ilbagno,midevolavarelemani,ilcerottoperiltaglietto..." 
Ho spartito le poche briciole rimaste con le capre, i cavalli, i conigli e animalia varia, sfruttato gli aficionados per trasportare le masserizie a casa e....e basta.
Non mi sono fermata 5 minuti.
Non so se la gente si sia divertita.
Se tutti i bimbi siano stati ringraziati per il regalo.
Se qualcuno si sia sentito escluso.
Oggi scopro che sono successe un sacco di cose. E io....come se non ci fossi stata!