Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

30 dicembre 2012

E tu digli che è meglio di una testa piena di ...

...di merda. Non l'ho messo nel titolo che non mi piace. Però è testualmente quello che il Neanderthaliano ha suggerito alla Ari di rispondere ai compagni quando l'apostrofano: "scimmia pelosa". Acclaro: alla Ari, dove c'era il gesso, causa braccio rotto, ora è spuntato un bel tappetino di peletti grigio topo. Vabbeh, forse mica belli a vedersi, ma per la mamma ogni scarrafone è bello, e un topetto pure.
Pare che i compagni di scuola trovino al contrario l'arto piuttosto ributtante e non vogliono che Ari li tocchi con il braccio irsuto.
La Ari ci resta male. Ovvio.
E via. E' capitato a tutti, di essere presi per i fondelli.

Io ho suggerito di portare pazienza. Il nenderthaliano, coerente al ruolo di padre sfidante la instrada alla via dell'offesa: "Meglio il braccio peloso che il cervello pieno di merda". Con la spiegazione che in questo modo, non essendo diretta propriamente a lui, il destinatario non può neppure appellarsi all'insegnante per protestare...

A parte l'uso pecoreccio della parolaccia, non ho trovato particolarmente greve il suggerimento...Invece, parlandone con l'accolita di famiglia, alla vigilia di Natale, apriti cielo! "Dovevate dirlo subito agli insegnanti!", "Ma è terribile!", "Povera ari, chissà che disagio!", "Ma cosa le suggerite di fare, siete pazzi"...
Insomma si è aperto un dibattito. Chi, come me, ha l'età dei datteri, tutto sommato ritiene inevitabile il confronto con la vita. Il che per un bimbo di 7 anni significa confronto coi compagni, ergo ritrovarsi a fronteggiare situazioni cotali.
E non si deve, a mio sindacabile giudizio, ogni volta tirare in ballo il "grande", genitore o insegnante che sia, in funzione dirimente e sostitutiva.
Che già siamo così ipertrofici nella vita di questi ragazzini...

Chi ha meno dei miei anni invece si ritrova perfettamente nella delazione all'autorità (ai miei tempi era da vili "fare la spia"). Controllo stretto e intervento immediato.
Qualcuno adduce i propri complessi adulti, derivanti dalle offese da parte dei compagni di scuola.

Non ho punti di vista solidi, di fronte ai casi concreti. 
Dare del ciccio al ciccione della classe non lo sento come offensivo...dare del terrone al meridionale invece sì. Che si motteggi un bimbo con un difetto fisico grave, mi turba...che diano della scimmia pelosa a una bella bambina, e solo temporaneamente pelosa, bah, è fastidioso, ma via, non perseguibile.
Anzi, forse rappresenta pure una bella chance perchè la bimba affini l'arte della retorica, per cavarsela in futuro in situazioni altrettanto fastidiose.
O forse è proprio vero, si è figli dei propri tempi, nel bene. E anche nel male.

25 dicembre 2012

Ora inizia il bello. Meglio, è finito il brutto.

E' finita. Si è mangiato*, scambiato i regali, visto un DVD coi bambini, c'è scappata persino la tombola!
Come il 93% degli italiani il Natale l'abbiamo passato a casa, in famiglia. Con nonni, zie, zii acquisiti, nipoti... pure una prozia. E ora, finalmente, inizia il bello! E pure una bella dieta.

*
24/12/12
Lasagne (fatte in casa)
Arrosto ripieno
Lenticchie in umido
Salsiccia

Strudel
Stollen (industriale)
Bibenda: prosecco di Franciacorta, Chianti

25/12/12
Surmontè di salumi, tonno e salmone
Polpo in umido con patate
Patè de foie gras
Insalata russa con radicchio belga
Salmone affumicato - selvaggio
Porcini sottolio
Culatello di zibibbo

Tortellini in brodo (purtroppo non i "nostri" modenesi che pare non avessimo spazi sufficienti per lavorare, ma quelli di un maestro raviolista (?) del mantovano...meglio i nostri!)
Lesso con salsa verde - due versioni di salsa verde, con e senza uovo
Spinaci in umido

Zuppa inglese
Tirami su
Baumkuchen

Frutta secca e Torrone
Bibenda: Veuve Clicquot, prosecco, rosso pavese di lignaggio, rum giamaicano

24 dicembre 2012

Adventkranz, ultima candela accesa.

24/12/2012 -8.15

Ps: ecco un post dove si spiega il perché e il percome della tradizione, che ho assimilato in Germania e siccome mi piace me la tengo stretta.

La corona d'Avvento: regole da rispettare perché sia significativa

La corona d'Avvento è una tradizione che ha origini scandinave precristiane, 
accolta dalle chiese luterane e "battezzata" come candelabro d'Avvento. 
Piano piano è passata dal Nord Europa attraverso i cattolici d'oltralpe 
fino all'Italia settentrionale, diffondendosi a macchia d'olio in parrocchie, 
oratori e case private.
Ma cosa significa la corona dell'Avvento e come è fatta? 
Purtroppo sovente tocca vedere nelle chiese "accozzaglie" di candele 
o addirittura lampade a olio tra frasche di ogni genere o fiorellini, 
a volte senza nessun richiamo alla forma tonda della corona, 
e con colori d'ogni genere.

Qualche anno fa Zenit aveva intervistato Dom Juan Javier Flores Arcas, 
osb, Rettore del Pontificio Istituto Liturgico dell’Ateneo Sant’Anselmo 
di Roma, che così spiegava le regole simboliche di questo oggetto 
di devozione:

“La corona d’Avvento deve avere quattro candele viola e senza fiori, 
ed essere collocata vicino l’altare”.
Qual è il significato delle quattro candele della corona d’Avvento?
Ogni tempo liturgico ha i propri segni che lo contraddistinguono. Anche 
l’Avvento ha i suoi. La corona d’Avvento ha origine nel Nord d’Europa, 
precisamente in Scandinavia, e negli ultimi anni è entrata con forza nelle 
nostre comunità cristiane. Essa consiste in un supporto circolare, indica il 
tempo che ciclicamente ritorna, ma simboleggia anche l'attesa del ritorno di 
Cristo, rivestito di rami verdi [cioè di piante sempreverdi: nel cuore dell'inverno
si aspetta la primavera, gli abeti rimangono del colore della vita e della 
speranza quanto tutti gli altri alberi sono spogli] sul quale vengono
collocate quattro candele. 
In America è costumanza il viola, in Europa e Italia va molto il rosso per 
le candele, che si accendono una alla volta, sempre le stesse: nel loro 
consumarsi si vede visibilmente il passare del tempo e l'avvicinarsi del Natale, 
mentre di settimana in settimana la luce aumenta: niente lampade a olio o 
lumini elettrici...
Queste candele simboleggiano le quattro settimane del tempo d’Avvento e 
vengono accese una ogni domenica. La corona deve essere collocata in un 
luogo visibile del presbiterio, vicino all’altare e vicino al pulpito, su un tavolino 
o su un tronco d’albero, o pendente dal soffitto. La corona pendente dall'alto 
è la collocazione tradizionale, come in un vero candelabro antico, la luce 
scende dall'alto.


Testo preso da: La corona d'Avventohttp://www.cantualeantonianum.com

Natale, albero.




23/12/2012 - 16.48

23 dicembre 2012

Eh...come si cambia.

Un link tutto natalizio. 10 campagne d'antan con soggetto di stagione.
Un brivido all'annuncio delle Lucky Strike. Il buon Babbo Natale con una sigaretta in bocca, ai nostri tempi, colpisce e stride non poco con l'idea del buono e del giusto che il Natale reca seco.

http://www.contaminazionipositive.it/if-xmas-meets-vintage-10-pubblicita-depoca

E' Natale, siamo tutti più isterici.

Il mondo si divide in due. Chi ama il latte e chi lo odia, chi adora la cannella e chi la detesta, chi l'ahhh! l'aglio e chi argh!l'aglio. Chi ama il Natale e chi no.
Io no. E offro delle buone ragioni a sostegno.

- Natale appartiene ai giorni più corti dell'anno.
In pianura padana spesso anche i più inquinati.
- Tra la fine di novembre e dicembre si assommano tutti i pagamenti. Anticipo iva, saldo imu, pulizia scale, rata condominiale.... Solo come esempi.
- I bambini si ammalano. E i progetti di vacanza saltano.
- I viaggi costano di più. Tutto costa di più.
- Lavoro, lezioni, progetti, ogni cosa si deve chiudere prima di Natale se no "ciccia" fino a febbraio.
- Gli elettrodomestici si spaccano (a me quest'anno: lavastoviglie, aspirapolvere, cellulare, occhiali...non è un elettrodomestico ma senza di quelli non funziono). I tecnici e gli idraulici ingrassano.
- Impazzimento per i regali.
- Impazzimento per gli allestimenti natalizi (presepe o albero? E le lucine che non funzionano mai? 15euro a filo)
- Impazzimento per il mercatino della scuola e la lotteria di Natale (contattare gli sponsor, redigere la lista, inviarla, ritirare i blocchetti, piazzare i biglietti)
- Il traffico stradale si assucca
- Si sta in coda anche per entrare col carrello al supermercato
- La luce radente nei giorni di sole disturba la guida al volante
- Si moltiplicano gli incidenti
- Prima neve. Areoporti bloccati, voli ritardati.
- Alla vigilia i single si deprimono. Chi ha famiglia si isterizza.

Il giorno di Natale tutti: mangiano ingrassano e litigano.
Fortuna che l'indomani è un altro giorno!






22 dicembre 2012

Tolleranze domestiche.

Tre giorni che la famiglia se ne è iuta in Germania, per la revisione della macchina, un'altra lunga saga di burocrazie nazionali non comunicanti, e io me la spasso.

Com'è lo spasso per donne in odore di climaterio caricate della routine imposta dai figli piccoli? Niente Mauritius e Maldive, figurati! Discoteche, aperitivi e mondanità? Niet! E macché sesso matto con sconosciuti. E con chi poi...no, no, no. Lo spasso è: “fare quello che si fa di solito, ma coi tempi tuoi”. Sembra poco? Hiii, è poco solo per quelli che figli non ne hanno!

Indi, ieri sera bagno profumato, pure a lume di candela; l'altro ieri a Milano a veder mostre e pure un paio di amici; la prima sera di libertà eccomi a un temporary shop ad attaccar bottone con un garden designer che intrecciava rose e licheni per i centro tavola natalizi delle sciure denarose...Rientri a casa “comodi”, niente lavastoviglie, né lavatrici, né raccolte compulsive di oggetti e libri per i pavimenti di casa...

Oggi lo s-passo a fare pacchetti e pacchettini, e perdo pure qualche istante a scegliere i nastrini, un buon té, il cioccolatino belga che si abbandona in bocca perdendo i suoi veli e i suoi vizi. Up and down rapido a scuola di Ari a prendere libri e compiti (fortuna che in Italia non sono così fiscali sulle frequenze scolastiche e le vacanze fuori dai periodi ministeriali), radio24 a go-go (ma come mi piace la voce di Sebastiano Barisoni!)...

Sono in uno stato di grazia che mi permette di contenere il disappunto alla vista del regalo di Natale di Ari...alla faccia dei prodotti biocompatibili, della scelta dell'asilo steineriano, i giochi intelligenti, i materiali naturali, il riciclo, il regalo come emozione opposto al regalo oggetto...
Ecco cosa riceverà quest'anno la ari a Natale:



Per il nenderthaliano nessuna contraddizione: “è Natale e le si fa quello che vuole lei”. Ipse dixit. E io, ob torto collo, impacchetto.

21 dicembre 2012

No, perchè è così facile trovarne uno...

Avolte mi chiedo se sto vivendo una vita diversa. Oppure se gli sbagliati li conosco tutti io. No perchè qui, ascoltando i vari media, pure quelli seri, come Radio24, veh!...
I consigli per evitare di incappare nell'uomo sbagliato vanno da: "assolutamente no a quelli che non vogliono baciare" (mancanza di vera fiducia) a "vade retro coloro che non apprezzano l'ironia"  (ps: dopo una lunga fetta di vita invece, penso che sì, certo gli uomini possono apprezzare l'ironia, ma nella panoplia di doti che deve possedere la loro donna, preferiscono non compaia.)
Mica finita:"Guai a intrattenersi con uno splilorcio" (avaro di soldi e di sentimenti). Meglio evitare chi è appena uscito da una lunga relazione (sta cercando una figura "caronte", da abbandonare appena sbarcato su lidi più sereni)
Diamo per scontato lo scontabile: no ai gay latenti, ai mammoni, ai senza occupazione, ai sessualmente depravati, ai puttanieri, ai dipendenti da alcool o droghe, ai giocatori incalliti, a quelli che tradiscono, ai bigami, ai violenti, ai pregiudicati, agli zozzoni, ai non supportivi nelle faccende domestiche, ai sadici, agli impotenti, agli anaffettivi, ai disagiati mentali, agli ossessivi, agli stalker, ai lavoratori indefessi, agli appartenenti agli ordini religiosi, agli sposati, agli indecisi, a queli che non hanno tempo...alla fine, se si comincia a spulciare dal mazzo, leva, leva ne rimangono giusto tre o quattro.
E per certo quei pochi sono già impegnati.
Già in paradiso saremo (?) quasi tutte donne e qualche maschietto. Almeno sulla terra, qualcuno ci dia qualche speranza in più.

11 dicembre 2012

Mercatino di Natale. Tutto a 0,50 cent

Tra le cose che mia madre ci ha lasciato, scatole e scatole e scatole di addobbi natalizi. Dal 1963 al 2011. Tutti separati per tipologia e colore. Oro, rosso, verde, argento...ma anche rosa e azzurro, con un'incursione avanguardista nel lilla.
Ora, di fronte alla sterminata panoplia di alberi, babbi natali, renne, angioli, candele, cornucopie, palline, statuette del presepe, centrotavola, festoni, ghirlande abbiamo preso la coraggiosa decisione di metter tutto in vendita.
E organizzare un mercatino di Sant'Ambrogio a casa dei miei. Ex casa dei miei.
Facile a dirsi, come sempre l'impegno si è rivelato n° volte superiore alle aspettative. Per questo il blog si è zittito. Che poi tanto male, ogni tanto non fa.
Si sono coinvolte la Ari, mia nipote e poi le amiche della nipote. Che andavo a ritirare alle varie scuole, poi  tutte imbaccuccate una volta a destinazione ci avventavamo sui panini e mortadella, e via a disfare scatoloni polverosi e a passare in rassegna oggettini e oggettoni fino alle ultime luci del giorno.
Al freddo, nelle grandi stanze.
Posso dire oggi, due giorni dopo l'happening, che è stato quasi bello.
Per diverse ragioni.
La prima è personale. Non so per quanto tempo la casa dei miei rimarrà nostra. Vivere per qualche giorno ancora, tra quelle mura familiari, che mi hanno accolto bambina e hanno sempre rappresentato per me "casa" è stato bello.
Un addio dolce e silenzioso. Io e lei. Circondati dall'inverno.

Con le ragazze si lavorava insieme. Che è una delle dimensioni più rilassanti della condivisione umana, lavorare insieme. I riti, i ritmi, il fare, le parole...Si è cominciato il primo giorno che io ero la zia di, si è finito che si parlava di tutto. Insieme, appunto.
"Le letture sull'adolescenza che ci raccontano a scuola mi fanno proprio quell'effetto lì: deprimermi come gli adolescenti!". Una delle chicche delle conversazioni.
Pare che adesso a scuola si impartiscano pillole di educazione ai sentimenti. e, poveretti, i professori cercano di pescar nel mazzo proponendo stralci letterari sui vari disagi adolescenziali. La videodipendenza, le tendenze autistiche, la relazione conflittuale con la famiglia...Penso che all'uditorio succeda così, chi è del gruppo sensibile se ne fa un baffo che non ha la minima consapevolezza di appartenerci...altri si scioccano o, appunto, si deprimono all'idea di trascorrere un periodo esistenziale così sfigato.
Ma non avrei consigli alternativi da fornire ai professori. All'osservazione tutta femminile invece che i ragazzi o sono inconsiderabili o hanno la sindrome di Peter Pan e non sono pronti per l'amore vero, ho ribadito che essere dei Peter Pan a 13 anni ci sta. Anche a 15, fino a 24, via. Dopo, magari qualcosa si può eccepire.
Sono serie le ragazze a 13 anni. Nei miei ricordi anche a 20.
A 30, per fortuna nostra, si diventa più lepide.

Poi c'è stato l'allestimento del mercatino. Abbiamo deciso di ricreare un ambiente natalizio per ogni settore cromatico e così abbiamo fatto, cercando di vivacizzare gli habitat con cestini, ciocchi di legna, tavoli, vassoi...praticamente installazioni da fare invidia ai Xmas tree shop.
Il pricing ha seguito una e una sola regola: tutto a niente. Quasi. Che poi un poco mi è dispiaciuto, le statuette della Thun, mi dicono costino un botto. Mica 1 euro come al nostro mercatino! A me quei pipotti con gli occhi socchiusi e le bocche da bambole gonfiabili formato mignon, francamente...
Comunque sono state acquistate immediatamente, come quasi tutti i pezzi di porcellana fine. Vedi tu che occhi di falco girano tra gli amici.
Per accogliere i generosi acquirenti abbiamo pensato al Vin Brulè. Che ha spopolato. Tutti a fare complimenti, a chiedere cosa aveva di tanto speciale la ricetta. Una e una sola cosa. Il vino buono. Ottima e abbondante Bonarda piemontesa, a 13°. Eccolo il segreto.
Alle 11 am del fatidico giorno, l'8 dicembre, io ero già avvolta nei fumi dell'alcol. Letteralmente che ero ai fornelli dalle 9.30 con il pentolone e la cannella e le bucce d'arancia. Siamo scampati a un quasi incendio. Pedissequa, come ricetta imponeva avevo avvicinato il fiammifero alla superficie del vino, ma mica pensavo che le fiamme s'innalzassero come nel rogo di Troia!
Durante il trasporto abbiamo evitato lo scoppio della pentola a pressione contenente il liquido bollente, non so per quale fortunata configurazione astrale. Guidare con un sibilo ascendente nell'abitacolo mi ha riportato a certe scene di Indiana Jones e il Tempio maledetto. Dopo tante emozioni forti, ci stava, a destinazione raggiunta, un generoso assaggio della bevanda tonificante! Con lo stomaco rigorosamente vuoto, toccare il nirvana, è stato un attimo.

Come è andata dopo. Benissimo.
E ogni qualvolta si presentava un minimo problema rabboccavo semplicemente il bicchiere.




Sguardo multiculti su un villaggio svedese nel 1959

Una cosa bella che ti lascia l'esperienza di espatrio è che guardi da più punti di vista. Il che poi è tipico delle esperienze  più dense, quelle che ti impongono di riscrivere i tuoi ritmi, le gestualità, i modi di esprimerti...quelle che incidono sul corpo. Che so, maternità, malattia, galera, viaggio...
La mia vita a 4 zampe è un film svedese, ambientato nella Svezia degli anni 50/60. Un bimbo deve affrontare la dura esperienza del lutto. La mamma muore di tisi, il padre è lontano e se ne sta lontano - niente di nuovo sotto il sole- il fratello va da uno zio e lui è destinato a un altro zio materno. Nel lutto perde il cane cui è affezionatissimo.
Storia a parte, nella ricostruzione della vita di un villaggio svedese di 60 anni fa, alcune cose sorprendono noi mediterranei. Altre molto meno.
Sono esperienze comuni:
Un passato molto più comunitario, per esempio. Tutti si conoscono al villaggio dello zio, nella vetreria del paese ci si trova per lavorare, ma anche per giocare a carte o per scaldarsi, i bimbi sciamano nelle viuzze, la gente si invita a casa con spontaneità, i vecchi burberi vengono presi in giro dai monelli (una cosa del genere attualmente è impensabile, qua come là...)
A dispetto di quanto -noi mediterranei- potremmo immaginare c'era molto pudore in Svezia negli anni 50.
E' vero che la bbona della vetreria posa nuda per un artista...ma si fa accompagnare dal ragazzino che veglia sulla sua virtù. Il capo della vetreria distrugge le brocche pettorute di un designer avanguardista...
A corrispettivo, gli uomini sono arrapati, come i mediterranei. In una scena gustosa il vecchietto infermo chiede al ragazzetto di leggergli stralci di un catalogo di lingerie femminile...lo zio richiede goloso particolari sulla carrozzeria della bbona che il bimbo ha sbirciato nell'atelier dell'artista.
I bimbi vivono molto più tra loro. Organizzano incontri di box, vanno a fare il bagno al fiume, si lasciano lanciare da una navicella spaziale, era il periodo della conquista dello spazio, sulla fune della teleferica...
E fin qui, le corrispondenze.
Le differenze:
Le donne sono molto meno mamme. Tralasciando la mamma del protagonista, poveretta, a letto con la tubercolosi, che ogni tanto esplode di rabbia contro i figli discoli, piangendo poi di disperazione e senso di inadeguatezza, anche tutte le altre figure femminili del film amano la loro privacy, detestano il rumore...e seminano volentieri i bimbi dai nonni (tra l'altro se si ascolta l'intervista del regista, tra la sua esperienza e quella dello scrittore...tanto senso di esclusione e insofferenza da parte delle(loro) bionde mammette)
C'è più affettuosità e confidenza tra padri, quelli che restano, e bimbi.
L'iniziativa sessuale la prendono le bambine. E sono parecchio dirette, quasi feroci. E, almeno ai miei tempi , via, questa non era proprio cosa.

La mia vita a quattro zampe (Mitt liv som hund) 1985 diretto da Lasse Hallström, basato su un romanzo di Reidar Jönsson.

6 dicembre 2012

Questa poi...

Anche se lo sbobbone di iperico mi rende, se possibile, ancora meno attenta del solito alla cura del mio corpo, ogni tanto mi avvedo che è l'ora di un refresh trucco-parrucco-strappo pelo superfluo.

E vado dai soliti noti. E ripartono le solite chiacchere.

Col parrucchiere, che è con-condomino, si parla del condominio...attualmente l'emergenza sono i furti da parte di bande rumene.

Che poi va così. I mandanti sono senz'altro locali (questa parte della collina, racconta il suocero brigadiere, è storicamente dedita al bracconaggio e alla delinquenza di piccolo cabotaggio...) ma siccome se li beccano in casa i ladri qui capaci che li saccagnano di botte, gli esecutori sono rumeni.

E' vero, il rischio furto è reale, ma vedere i miei vicini armati fino ai denti a mo' di Sancho Villa, non è che mi tranquillizzi...Figurati. Trattasi di due figuri più rotondi che alti, di oltre 50 anni e sempre a casa con mammà. Quelli, i rumeni, mi rubano quattro gioiellini, questi mi violentano la figlia, inchiodano i gatti sulle porte e su di me sfogano tutta la rabbia contro la madre castratrice che altrimenti non saprebbero sfogare...

Tutto 'sto ragionamento, al parrucchiere non convince. Se arrivano i ladri bene che i vicini prendano le loro chiappe come i target del poligono di tiro. Punto.

Il secondo appuntamento bellezza casalinga, qualche giorno dopo, è con la parrucchiera del paese, anzi: la pettinatrice. Si chiama ancora così. 10 euro e lava e piega che è una meraviglia. Fisso come il nostro appuntamento, l'argomento delle nostre conversazioni: figli e famiglia.
"No perchè mio marito..." " E poi sua madre..." "Io lo dico a mio figlio, non devi diventare come lui...". Ogni tanto, raramente, indulgiamo in qualche confronto con le famiglie coi figli "strani" che riscontriamo a Scuola...Nel caso inseriamo tutti i correttivi concessivi. "Pare che..." "Però non è detto...""Si fa a presto a dire magari ha una patologia che non dice..."

Insomma, puro gossip paesano condito con una dose di psicologia da supermercato.

Infine, dall'estetista. Lei è senza figli, un matrimonio fallito con uno psicopatico. E con lei i discorsi si fanno più piccanti. Tra una striscia e l'altra,  e nel momento dello strappo la Franci alza la voce che sa che se no rischia di lasciar lì la cliente sul più bello, si dipanano storie di incontri e tentativi di relazioni.

Ogni volta l'ultimo resoconto è più allucinante del precedente.
Quello di stamani poi...
La Franci, caruccia, magretta, occhi intensi, un'attività avviata, una nipote adorata, un'appartamento sotto casa di mammà, un cavallo...incontra lui, trentasettenne, separato, un figlio. Beneducato, dicono al paese.
All'inizio lui sembra normale, pure attento, è beneducato!, le propone di andare a fare shopping e conosce tutti i negozi dell'outlet.
Affettuoso, premuroso. Una volta a casa però l'affettività si spegne per lasciar posto ai racconti fiume sulla moglie (ex) e di quanto se la spassavano a letto loro due.
Evvabbeh, vamos a ver...Pare che proponga la frizzante estetista.
Ma quel giorno il nostro ha il mal di testa, un altro ritiene meglio per loro dare tempo al tempo, un terzo ha promesso alla mamma di pranzare insieme...

Rimanda oggi, rimanda domani lei tentenna poi tronca. Richiesta da me, curiosa come una scimmia, del perchè: "Sai cosa mi ha detto l'ultima volta? Da lì ho capito che era troppo strano...Alla domanda come hai scoperto che tua moglie ti tradiva, mi ha risposto: "mi ero accorto che le si era allargata, e ho chiesto conferma a mia madre. Era chiaro che andava con uno che ce l'aveva più grosso di me."

E con una bomba-gossip così sono uscita dall'estetista bella paga e soddisfatta.





30 novembre 2012

Dove sono?

Mah. Sono qui, tento di sopravvivere alla SAD, la sindrome stagionale, che ogni anno mi lascia come una medusa spiaggiata su argini grigi e limacciosi. Fortuna che aiuta la dieta. Contro la sad, via acclaro, prendo pillole di iperico, e l'iperico, vo' scoprendo, non c'azzecca con l'alcool, anche due bicchieri di grignolino son eccessivi, e pure fa a pugni con il caffè zuccherato...quindi tutta salute.

Anche se poi devo capire. Tutte le diete che funzionano, facendo perdere peso, virano sulle proteine. E riducono i carboidrati. Però le proteine fan male, dicono, e fanno arrivare malattie degenerative che era meglio morire di fame piuttosto...
E noi povere climateriopare di mezz'età sembriamo le palline del flipper. Prima "di là", verso i vari "Star bene", i personal trainer delle palestre, le colleghe ben drenate che ti passano la "Dukan" o la "Montignac" dell'amica dell'amica, in fotocopia, con le ricette che non trovi neanche su Fb. Poi "di qua" verso i vegan, le diete probiotiche e anticancerogene di Berrino. Tutte diete vegetariane, tutte senza sale, zuccheri, farine raffinate. Tutte salute.
Però la ciccia resta.

La scorsa settimana sulla dieta si è sfiorato un conflitto che al confronto Palestina-Israele sembra le baruffe chiozzotte. Il professore di yoga, bancario di giorno, la sera si traveste da San Francesco Sai Baba, ci propone un video in favore del vegetarianesimo che lui pratica da un lustro con lustro.

Segue rinfresco, vegetariano.

Il video, strillato come un proclama dei mitici '70, ha uno script semplice semplice: siamo a rischio cancellazione del pianeta causa allevamenti intensivi. Solo se smettiamo di mangiare carne, tutti e subito, rinascerà una nuova compatibilità ambientale, un'era di pace e armonia arcadica.
Così. Papale.  La parte destruens del proclama visivo è condita con tutti gli orrori faunafobici, galline senza gambe, vitelli deformi, gabbie buie, scuoiamenti, sangue animale ovunque.
E termina, la fase distruttiva, con immagini di deserti sotto soli accecanti, rametti secchi puntanti verso il cielo e fiumi riarsi.
Si smette di divorare carni orrendamente uccise (ipotesi) ed ecco il primo germoglio sboccia nel deserto e si moltiplica regalando dolce frescura ai, pochi, sopravvissuti rimasti che s'abbracciano felici.
Musichetta rasserenante di sottofondo.
Dopo la proiezione, qualcuno, tra cui io, si alza e comincia a predisporre il buffet, ottimamente preparato da uno dei radi maschi che compongono il gruppo yoga. Il resto del gregge resta a discettare davanti allo stop-frame finale del video.
Dopo una decina di minuti il gruppo delle "Marte" inizia a mangiare, attendendo invano "le Marie" che invece son ancora là a concionare con il prof della rava e della fava.
Beh, il professore è sclerato, come dicono a Milano, accusando(ci) di scarsa partecipazione e menefreghismo. Mai visto incacchiato in tutto l'anno, proprio al messaggio di pace e bene doveva tirar fuori la taurina, e la putrescina e la proteina animale, che è rimasta in lui...

(In realtà,alla base del contendere, solo un semplice malinteso. Noi del banchetto eravamo convinti che gli altri stessero sciallando un poco, e che ci si sarebbe ritrovati immantinente intorno al desco per condividere l'esperienza cineforum...anche perchè si era fatta una certa, sempre come si dice a Milano, era l'ora di andare a nanna..)

In ogni modo, ho guardato il professore di yoga. Occhi che sprizzavano irritazione, movimento dinamico, collo proteso... e, per la prima volta da quando lo conosco ha assunto ai miei occhi, finalmente, una dimensione sessuata.

Il che la dice lunga sugli stereotipi...e anche sulle conseguenze -imponderabili- delle diete.


22 novembre 2012

Proposta indecente...

"Andiamo a letto io e te, da soli?" ..."Uhm, e Andrea?..." "Lui sta a dormire qui, con la sua amica...ho pensato tutto io...Dai, facciamolo, Mamma!"
Occhi puntati negli occhi. Paolo, serissimo, scandisce bene le parole, c'è urgenza nella voce, e desiderio. Vero, impellente, improcrastinabile. Tanto che all'inizio noi amiche ridiamo, poi quasi ci vergognamo. Suonano stupide le risate, di fronte a un sentimento così denso, totalizzante...
Paolo ha tre anni, Andrea è il fratello di sei e la madre....eh, la madre.
La madre si scernisce, ma poi, dolcemente arresa, si liquefà in un sorriso immenso.
(E non è nemmeno italiana!)

19 novembre 2012

Quando il nero non mi pesa...

Ci sono situazioni nelle quali pagare in nero mi sembra giusto come i furti di Robin Hood ai ricchi. Ieri  siamo salite al Monte Ubione, è Novembre le giornate sono brevi, ad Ari la macchina fa venire mal di testa... indi: gite a breve gittata.

Era da mo' che non andavo al Monte Ubione. Il sentiero attraversa un nido di cascinette basse, dove è attivo, solo la domenica, un servizio ristrorazione. "Ci fate un panino, quando scendiamo?" metto la testa in un antro scuro, sbuffi di fumo dal paiolo lo identificano come la cucina, "No, sciura panini non li facciamo. Ma alle 12.30 serviamo in tavola..." risponde una tipa, grembiale e sigaretta tra le labbra. Vada per il servizio in tavola. Saliamo, godiamo la vista notevole -le prime alture prealpine spaziano sugli Appennini e sulle Alpi- scendiamo e ci accodiamo agli avventori in attesa del pranzo.

Si danno tutti del "tu". A me invece mi chiamano "signora". Sono l'unica che parla l'italiano. Il dialetto lo so...ma ho un accento ridicolo agli orecchi di chi l'ha praticato fin da piccolo.
Quindi evito di parlarlo.

L'interno della baita è scuro, un grandissimo camino a cupola lo riscalda, sui tavoli raccogliticci tovaglie di carta, una boccia di vino rosso che tinge le labbra di porpora, la bottiglia di grappa. Arriva il pane, fresco, il vassoio di affettati misti, salame e pancetta. Poi pasta con la salsiccia, "Il maiale l'abbiamo ammazzato la settimana scorsa", ci racconta invogliante la padrona. Segue la polenta, quella bella soda che si usa qui, sul suo tagliere di legno,e, con la polenta, lo stracotto di manzo e le salsicce alla brace.

Tutto buono. Il vino ha il tannino giusto per assecondare la digestione. Arrivano i formaggi nella dose molecolare di 300grammi a fetta. Minimo. Ottimi.

Una sgranchita fuori, nuvole basse sulla pianura, il fumo dal comignolo si attorciglia nervoso come il filo di un gomitolo spinto da un gatto...

Un fischio cupo, sembra un corno inglese. Non è il corno inglese, è il richiamo del capo che ci richiama dentro. Ci assettiamo, ecco la ciambella con le noci ("L'è i mè de nus!"), il croccante. Ultime, non meno importanti,  i borole, le caldarroste. Caffè.

Sono passate ore, penso che ne abbiamo almeno un'altra di cammino per rientrare a casa, chiamo il capo per il conto. E' un omone tonico, immenso, sui 45 anni...non riesco nemmeno a circumnavigare con lo sguardo la circonferenza toracica.
Di mestiere fa il fabbro e con la moglie ogni domenica che Dio manda in terra viene "su" a gestire il rifugio e il bosco afferente.
Mi dice che è un uomo felice ma ha il dolore biblico, dice proprio così, in italiano, di non aver avuto figli...

Sarà la grappa, sarà il Novembre denso là fuori che ispira intime conversazioni, ci mettiamo a ciacolare. A un certo punto mi mostra pure delle foto, due bimbe cicce, scure e ricciolute sorridono all'obiettivo, sono le figlie della disgraziata del paese -e di nordafricani di passaggio che hanno fatto il servizio e via- che lui, il fabbro, ha mantenuto per anni...Poi lei, la disgraziata, ha cominciato a ricattarlo, i servizi sociali sono intervenuti, la donna è scappata che temeva di perdere le bimbe...l'omone adesso ha le lacrime agli occhi. Anch'io.

Intanto la gente si alza dai tavoli, ringrazia la cuoca, prima di uscire lascia i soldi sul tavolone centrale. Sono 15euro a testa per tutto. I bambini qui non pagano.

12 novembre 2012

Tremate, tremate le tardone son tornate...

Sabato serata di proiezione di un film dedicato al Karnak. Ai pastori nomadi del Karnak nel Piccolo Tibet, gli ultimi. Pare, infatti, che piano piano tutti se ne vadano in città, dove trovano più interessante fare i muratori, guadagnando poco o nulla, ma con la consolazione di morire accanto ai figlioli e di non rischiare di finire assiderati durante l'inverno (-40°). Certo. Son mica cose da poco.
Ci scriroppiamo un'ora e mezza di dialoghi smozzicati tra i nomadi e la regista, francese. Sempre serafica come se pippasse oppio da mane a sera.
Quelli, i nomadi, sgozzano capre, si arrabattano sui picchi, spignattano brode orrende, s'accapigliano per quattro rupie in più per vendere la pashmina -che poi in Italia costa l'ira di dio!- e questa, la regista, sta lì a girare tutto con un sorriso da Monna Lisa. Che non si capisce se ha trovato l'immenso fuori e dentro di lei, o semplicemente ha una costipazione da ingestione di qualche intruglio tibetano che le ha mummificato l'espressione facciale.
Fortuna che una nomade non glielo manda a dire - eh, le donne- e la riprende: "Ma ci trovi così buffi da mostrarci in giro per il mondo? Niente di meglio da fare, figli, badare alle tue di capre?...Almeno lavati i capelli. Ne hai bisogno."
Ganza, la mongola!
In quella sequenza la regista non si vede, ma da quanto intuisco sbirciandoli in sala, lei e il marito possono appartenere a quella schiatta di stranieri che fuori dal recinto della propria patria si dimenticano di essere umani e si lasciano crescere addosso ogni cultivar di muffa interdigitale.
Dal loro punto di vista è una mimetizzazione coi locali, e li fa sentire più viaggiatori e meno turisti.
Dal punto di vista dei locali è la dimostrazione che molti stranieri sono zozzi oltre che disturbati mentalmente. Pur contando su ingenti ricchezze, infatti, pare non trovino altra soddisfazione che imbruttirsi, degradarsi e girovagare in luoghi polverosi e senza servizi igienici. Che se loro potessero darebbero via millenni di cultura religiosa per un bidet e un bollitore di thè caldo...
Mentre mi faccio queste considerazioni in sala sfila una notevole quantità di fauna maschile, strano. Di tutte le età, strano. E pure prestante, strano.
Mi sovvengo che questa è la sede del CAI, una vera potenza alle latitudini nostre. Persino il nome, uè!: Palamonti.
Al Palamonti, le strette di mano sono virili, accompagnate da maschie pacche sulle spalle. Il presentatore della serata a cinquant'anni sfodera una camiciola ballerina che quando s'alza il bicipide mostra un torso ben scolpito.
Abbronzature, camminate elastiche, scarponcini da trekking e mise boscaiole. Via, per chi è avezzo al pubblico standard da cinema d'Essai...(presente? Zitelle d'antan e i loro amici gay, vedove dei circoli bibliotecari, insegnanti veterosettanta, con sandali da frate e gonnnellone a balze, studentesse magre e allampanate accompagnate a volte, raramente,  dai loro annoiati fidanzati...tutti con gli occhiali, tutti -immagino io- proprietari di almeno un felino, più facile tre.) è uno spettacolo ringalluzzente.
Tra il pubblico femminile, molte signore di mezz'età. Poco appariscenti, come si confà al mondo sportivo. Pantaloni, un filo di trucco, capelli nature, tacchi bassi, unghie corte, grandi borse. Eppure...eppure i Campioni occhieggiano, furtivamente, raccogliendo i muti consensi del consesso femminile...Abitudine? Certo. Ma anche no.
A differenza di quanto ho sempre pensato, con l'età vado a scoprire che la tardona, la donna un poco frolla, non magra, non grassa, non bella, non brillante, non vistosa, non palestrata, non ritoccata ha i suoi atout da giocare nel grande Bridge della seduzione.
Tre armi sbaraglianti come alabarde spaziali, magli perforanti, raggi fotonici.
La prima: l'ascolto.
La seconda: l'assecondamento devoto.
La terza: l'accudimento costante.
Non conosco cinquantenne che non aspiri alla silenziosa, rassegnata, mite nelle pretese, speranzosa corte di una coetanea. Qualcuna che lo faccia sentire desiderato per quello che è davvero in grado di offrire (è un uomo, c'è...) gli restituisca sempre il sorriso alle sue battute, lo sostenga esponendosi nelle conversazioni in compagnia, lo assecondi nelle sue rivendicazioni, ascolti assorta e partecipe i resoconti dall'ufficio, non lo sfidi con battute al vetriolo, non lo ridicolizzi con gli amici, non lo renda geloso, non lo carichi di richieste. Qualcuna che a casa lo faccia sentire "a casa". Tranquillo, rilassato, qualche buon manicaretto, una poltrona comoda ("No, stai seduta tu.", "Figurati, te la cedo volentieri, tanto con la mia cervicale...") e intanto che si gode un poco di riposo, spenga il cellulare per dedicarsi interamente a lui. Musica soft, e finito lo sformato ("Ho sbollentato i pomodori, prima di aggiungerli al composto, che so che le bucce ti danno noia...") ecco ha già in mano il bicchiere con il Porto che le aveva regalato lui, a una cena..."E il Lupetti? Sta ancora cercando di inimicarti il capo? Chissà cosa c'ha in testa, quell'omuncolo..."
Il campione inzigato, aggiorna, racconta particolari, s'infervora, alle 10 avrebbe l'appuntamento con quella conosciuta su fb, l'amica di quell'altra pazza, che lo voleva fare in auto, in Piazza Sempione, figurati, proprio davanti al portone dove abita la Pucci con il bambino, fortuna che c'hanno fermato i vigili per il contromano, se no..questa sembra più normale, sorriso dolce, però mah anche l'altra sembrava a posto...e senti come piove! Abita dall'altra parte della città, e stasera lavano pure le strade...che qui ho il parcheggio garantito, a proposito: " Ho parcheggiato dove mi hai detto tu, va bene?" "Certo, hai fatto bene, quando mi hai detto che venivi ho lasciato la macchina in ufficio e ho preso la metro...stai comodo che ti sto portando un avanzo del cesto del San Carlo, ieri c'è stata la festa aziendale e me ne sono fatta dare un pò...", "Buono! grazie."...uhm quasi quasi le mando un sms, dico che faccio tardi in ufficio e ci arrangiamo un altro giorno. Mah sì. Ho un sonno. Piove. Il parcheggio...




8 novembre 2012

Quando non se ne può più dell'Italia...

Mentre scrivo alla radio annunciano che le scuole chiuderanno a Natale prima del previsto. Nuovi tagli alle Province, non ci sono soldi per il riscaldamento...Indi? Indi, o t'incazzi e partecipi alla latrante incazzatura generale.. Oppure, se si ritiene ridondante partecipare allo smoccolamento generalizzato, con indignati più o meno credibili, si fa un atto di sovrumana forza di volontà. E ci si concentra sulle roccaforti del piacere italico.

Ecco, basta rispolverare post come questo, per rirovare il senso di un'appartenenza che è, anche, una scelta di gusto. La scelta di gusto DEVE diventare una scelta di vita, via, dovrebbe. Il secondo passaggio è il più arduo, ma con un po' di allenamento e una buona pratica di autosuggestione...

Ecco cosa mangiano nelle scuole della supermegaultracivilizzata Olanda (ma mutatis mutandis lo stesso funzionerebbe per la Germania) dove tutto va bene e hanno case deliziose e bambini bellissimi e biondi e bravi a fare tutto e stanno pure zitti. Loro.

Ecco che cosa è l'hagelslag...

Dal post di www.mammamsterdam.net. La versione è parziale, per quella integrale vale il link.

"Cosa offrono, a scuola, di così sano e importante per la crescita dei bambini, che hanno bisogno di energie e carburante al mattino, pieno di sostanze nutritive, per non parlare di come queste favoriscano una evacuazione regolare, in modo da mantenere un peso sano, perché fare colazione insieme non solo è sano, ma fa bene alla convivialità? 
...
E cosa gli danno col pane questi campioni della dieta sana ed equilibrata? Tenetevi:
- la margarina light, una fonte essenziale di vitamine A, B ed E e tanto calcio. Scusate se io gli do 15% di burro alternato a 85% olio di oliva extravergine e comprato direttamente da chi lo fa
...
- la melassa di mele, bene, sono d’ accordo, anche io gli compro sempre quella biologica ma se per forza gli dovete dare quella commerciale almeno non dite stronzate. L’ appelstroop si ricava mettendo a bassa temperatura per tre giorni mele e/o pere fino a che non diventano un composto denso e appiccicolo che sembra caramello. Di questo mi dicono che quello della Frutesse, naturalmente ricco di ferro, non contiene grassi saturi e poco sale al che mi viene da dire: ma come accidenti lo fate?
- il formaggino spalmabile speciale per bambini con il 30% in meno di calorie (ma perché? Se un bambino mangia sempre bene le calorie di una fetta di formaggio nel pane sono l’ultimo dei problemi, le smaltiscono così), solo il 7% di grassi saturi, la metà del normale e ricco in calcio.

Non dico adesso che in Olanda dovete dargli il parmigiano... ma una bella fettina di formaggio, magari biologico, magari leggermente stagionato, il che in questa stagione significa fatto in estate da mucche nutrite al pascolo, non con i mangimi... Ma non questa merdina spalmabile, che poi lo volete proprio sapere come si fa il formaggio spalmabile? No, che non lo volete sapere ma googlatevelo, se volete
.
- la pasta di frutta spalmabile della Hero con ben il 50% di frutta (ma no!) e senza grassi saturi e sale. Ma perché, le belle marmellate che fa mia suocera, quanti grassi saturi avranno?...

- e per finire tenetevi, il re delle coperture dolci per pane che si sono inventati gli olandesi, che mangiando solo pane e qualcosa a colazione e a pranzo, per la varietà hanno dovuto pensare out of the box e si sono inventati l’ hagelslag: che è identico alle codette di cioccolato con cui noi decoriamo le torte e anche se fingono sia al cioccolato è glucosio pure con dei colorini, dei saporini e delle merdoline tutte artificiali, di quelle che poi hai dei bambini di cui la maestra dice: ma questo bambino ha l’ADHD. No, mangia di merda, ma starebbe benisismo lui e molto meglio voialtri che ci avete a che fare se non se la mangiasse questa roba. Che io tengo disperatamente fuori dai piedi ai miei da 10 anni e so io che fatica che mi costa. certo, se ,me li indottrinano a scuola.

Posso solo dire: meno male che non ci hanno messo qualche simil-imitazione di Nutella...

Ah, dimenticavo, gli danno il latte scremato. Che già il latte intero prodotto nella Eu, per via della legislazione e pastorizzazione eccetera non ha quasi nessun valore nutritivo, figurati quello scremato,
...
Questa è l’educazione alimentare a scuola nei Paesi Bassi."
...

6 novembre 2012

Colazione da Tiffany


La colazione più economica della città nella zona più popolare della città...Povera Holly, come è caduta in basso!


La cucina di Petronilla - Acc...hanno fregato l'idea.

Ci arrivano in tanti, ben più blasonati...Grr...

http://www.slowfoodvalliorobiche.it/?p=10927#more-10927

Metti un week end in Monferrato...

Keine stress, solo qualcuno in posizione originale che sta lavorando in solaio...
 
Metti quattro amici storici, una vecchia cascina in sfolgorante, meravigliosa decadenza, un grande camino sempre acceso, una bottiglia di buon vino sempre presente sul vecchio tavolo, un silenzio incantato per sonni -e sonnellini- da favola, colline tra le nebbie e, sulle colline, borghi e castelli a profusione...aggiungere: nessuna incombenza familiare, nessuna incombenza in genere, pantalonacci e scarpe comode, orari tailor made per le esigenze di ognuno, un discreto numero di altri amici in comune di cui parlare -e sparlare- fino a tarda notte, un'anziana gatta nera sull'ottomana, cibo ottimo e abbondante...

Ahhh, questa è vita!

 La cascina, senza cadaveri aggettanti.
 
Vista sui padroni di casa, dalla plancia di comando della cucina...
 
Qua chi si prendeva in giro? Mah...
 
Un invitato di Halloween, in ritardo...
mai visto aracnide così enorme nell'emisfero occidentale. 


31 ottobre 2012

Speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia...

Come un mantra. Stasera me lo ripeto come un mantra. Speriamo che mia figlia non sia intelligente, intelligente nel senso più banale del termine, intelligente logico-matematicamente-astrattamente. Quell'intelligenza misurabile con l'IQ, per intenderci. Qualcuno va anche a farsi inseminare con lo sperma dei Nobel per ottenere un bimbo intelligente in quel senso lì.
Io no. Mai l'avrei fatto nella vita. Piuttosto un'inseminazione naturale da quel bel vitellazzo del vicino, sempre biotto fino alla cintola, che se gli infili due congiuntivi di seguito ti guarda come tu fossi la Madonna di Fatima.
Eppure ci sono degli indizi sospetti. E' brava a scuola. Vuole sapere tutto sugli strati terrestri, i Romani, l'Età della pietra, l'evoluzionismo Darwiniano...Quest'estatate si era appassionata ai documentari sui Paesi nel Mondo e una volta, in pizzeria quando è cominciato SuperQuark alla Tv è scattata come un automa per seguire il documentario sui minerali oversize di una cavolo di grotta in Messico.

Ma non sono queste le cose che opprimono una mamma -relativamente- povera e conseguentemente poco propensa a sponsorizzare gli studi universitari della figlia.
E' la dark side dell'intelligenza logico matematica che terrorizza una mamma di pancia.

Cosa porta quell'intelligenza lì? In primis una diminuita capacità di leggere il dato contestuale. Tra cui l'aspetto prettamente emotivo della comunicazione interpersonale. E la Ari in quella è una mezza schiappa. Si fa infinocchiare dalla figlia della vicina che ha due anni meno di lei (tra 7 e 5 anni, lo iato è incommensurabile), lei la fa pirlare come vuole, emotivamente parlando, blandendola con care parole, quando deve ottenere qualcosa e  facendola schiumare dalla rabbia, se ritiene di essere stata abbindolata ed è in cerca di vendetta.

E questo è il primo aspetto "cupo" dell'IQ elevato. Poi, peggio. Cosa dire della scarsa flessibilità energetica? Acclaro. La Ari ha un ritmo sonno veglia come il dressage dei cavalli lipizzani. Preciso, costante, da vigilare nella sua periodicità. Stasera per esempio, Halloween, la Ari era sovraeccitata fin dalle 16. Un elettrone sbalzato d'orbitale. Ecco cosa mi sembrava mia figlia. E purtroppo io la becco subito, da mamma...Anche se tento di lasciarla in pace...sento nella pelle mia la sua sovraeccitazione.
Del resto: le compagne, i dolcetti da cucinare insieme, la cerimonia della vestizione da strega, il trucco, il corteo di streghette per strada, i dolcetti, tutti quegli zuccheri nel sangue.
Insomma alle 22 la Ari è un fascio di nervi tesi.
Redarguisce malamente chiunque, me soprattutto...io resisto poco e male e m'arrabbio, lei comincia lo show: "sono cattiva, dammi le botte, non lo farò più, sono disperata", si percuote che sembra un officiante umbro in processione di Ognissanti...ulula....Tutto solo perchè ha esaurito le batterie e DEVE andare a dormire.

Che fare? A mo' di camicia di forza, la mamma, purtroppo io, a quel punto afferra il bimbo e lo contiene fisicamente. Il bimbo straparla, ma il contenimento fisico ottiene 9 su 10 il contenimento verbale ed emotivo. Dopo poco il bimbo si quieta, "sta" e diviene recettivo alle parole...

In sintesi la Ari, a 7 anni suonati, non è in grado di andare a dormire due ore dopo la schedule consuetudinaria. E questo, a mio istintivo parere, è un risvolto triste della sua intelligenza...

Ps: per direzionare le prospettive lavorative di mia figlia, ho già predisposto un bel velcro con cui farla dilettare: l'allenamento alla depilazione del pelo superfluo. La sventurata rispose di Manzoniana memoria o non era stata avviata alla sua professione con simili utili giochetti?

La Ari, in pizzeria che si guarda Superquark.