Autunno

Autunno
E' un tramonto italiano ma a me ricorda Ddorf.

30 novembre 2012

Dove sono?

Mah. Sono qui, tento di sopravvivere alla SAD, la sindrome stagionale, che ogni anno mi lascia come una medusa spiaggiata su argini grigi e limacciosi. Fortuna che aiuta la dieta. Contro la sad, via acclaro, prendo pillole di iperico, e l'iperico, vo' scoprendo, non c'azzecca con l'alcool, anche due bicchieri di grignolino son eccessivi, e pure fa a pugni con il caffè zuccherato...quindi tutta salute.

Anche se poi devo capire. Tutte le diete che funzionano, facendo perdere peso, virano sulle proteine. E riducono i carboidrati. Però le proteine fan male, dicono, e fanno arrivare malattie degenerative che era meglio morire di fame piuttosto...
E noi povere climateriopare di mezz'età sembriamo le palline del flipper. Prima "di là", verso i vari "Star bene", i personal trainer delle palestre, le colleghe ben drenate che ti passano la "Dukan" o la "Montignac" dell'amica dell'amica, in fotocopia, con le ricette che non trovi neanche su Fb. Poi "di qua" verso i vegan, le diete probiotiche e anticancerogene di Berrino. Tutte diete vegetariane, tutte senza sale, zuccheri, farine raffinate. Tutte salute.
Però la ciccia resta.

La scorsa settimana sulla dieta si è sfiorato un conflitto che al confronto Palestina-Israele sembra le baruffe chiozzotte. Il professore di yoga, bancario di giorno, la sera si traveste da San Francesco Sai Baba, ci propone un video in favore del vegetarianesimo che lui pratica da un lustro con lustro.

Segue rinfresco, vegetariano.

Il video, strillato come un proclama dei mitici '70, ha uno script semplice semplice: siamo a rischio cancellazione del pianeta causa allevamenti intensivi. Solo se smettiamo di mangiare carne, tutti e subito, rinascerà una nuova compatibilità ambientale, un'era di pace e armonia arcadica.
Così. Papale.  La parte destruens del proclama visivo è condita con tutti gli orrori faunafobici, galline senza gambe, vitelli deformi, gabbie buie, scuoiamenti, sangue animale ovunque.
E termina, la fase distruttiva, con immagini di deserti sotto soli accecanti, rametti secchi puntanti verso il cielo e fiumi riarsi.
Si smette di divorare carni orrendamente uccise (ipotesi) ed ecco il primo germoglio sboccia nel deserto e si moltiplica regalando dolce frescura ai, pochi, sopravvissuti rimasti che s'abbracciano felici.
Musichetta rasserenante di sottofondo.
Dopo la proiezione, qualcuno, tra cui io, si alza e comincia a predisporre il buffet, ottimamente preparato da uno dei radi maschi che compongono il gruppo yoga. Il resto del gregge resta a discettare davanti allo stop-frame finale del video.
Dopo una decina di minuti il gruppo delle "Marte" inizia a mangiare, attendendo invano "le Marie" che invece son ancora là a concionare con il prof della rava e della fava.
Beh, il professore è sclerato, come dicono a Milano, accusando(ci) di scarsa partecipazione e menefreghismo. Mai visto incacchiato in tutto l'anno, proprio al messaggio di pace e bene doveva tirar fuori la taurina, e la putrescina e la proteina animale, che è rimasta in lui...

(In realtà,alla base del contendere, solo un semplice malinteso. Noi del banchetto eravamo convinti che gli altri stessero sciallando un poco, e che ci si sarebbe ritrovati immantinente intorno al desco per condividere l'esperienza cineforum...anche perchè si era fatta una certa, sempre come si dice a Milano, era l'ora di andare a nanna..)

In ogni modo, ho guardato il professore di yoga. Occhi che sprizzavano irritazione, movimento dinamico, collo proteso... e, per la prima volta da quando lo conosco ha assunto ai miei occhi, finalmente, una dimensione sessuata.

Il che la dice lunga sugli stereotipi...e anche sulle conseguenze -imponderabili- delle diete.


22 novembre 2012

Proposta indecente...

"Andiamo a letto io e te, da soli?" ..."Uhm, e Andrea?..." "Lui sta a dormire qui, con la sua amica...ho pensato tutto io...Dai, facciamolo, Mamma!"
Occhi puntati negli occhi. Paolo, serissimo, scandisce bene le parole, c'è urgenza nella voce, e desiderio. Vero, impellente, improcrastinabile. Tanto che all'inizio noi amiche ridiamo, poi quasi ci vergognamo. Suonano stupide le risate, di fronte a un sentimento così denso, totalizzante...
Paolo ha tre anni, Andrea è il fratello di sei e la madre....eh, la madre.
La madre si scernisce, ma poi, dolcemente arresa, si liquefà in un sorriso immenso.
(E non è nemmeno italiana!)

19 novembre 2012

Quando il nero non mi pesa...

Ci sono situazioni nelle quali pagare in nero mi sembra giusto come i furti di Robin Hood ai ricchi. Ieri  siamo salite al Monte Ubione, è Novembre le giornate sono brevi, ad Ari la macchina fa venire mal di testa... indi: gite a breve gittata.

Era da mo' che non andavo al Monte Ubione. Il sentiero attraversa un nido di cascinette basse, dove è attivo, solo la domenica, un servizio ristrorazione. "Ci fate un panino, quando scendiamo?" metto la testa in un antro scuro, sbuffi di fumo dal paiolo lo identificano come la cucina, "No, sciura panini non li facciamo. Ma alle 12.30 serviamo in tavola..." risponde una tipa, grembiale e sigaretta tra le labbra. Vada per il servizio in tavola. Saliamo, godiamo la vista notevole -le prime alture prealpine spaziano sugli Appennini e sulle Alpi- scendiamo e ci accodiamo agli avventori in attesa del pranzo.

Si danno tutti del "tu". A me invece mi chiamano "signora". Sono l'unica che parla l'italiano. Il dialetto lo so...ma ho un accento ridicolo agli orecchi di chi l'ha praticato fin da piccolo.
Quindi evito di parlarlo.

L'interno della baita è scuro, un grandissimo camino a cupola lo riscalda, sui tavoli raccogliticci tovaglie di carta, una boccia di vino rosso che tinge le labbra di porpora, la bottiglia di grappa. Arriva il pane, fresco, il vassoio di affettati misti, salame e pancetta. Poi pasta con la salsiccia, "Il maiale l'abbiamo ammazzato la settimana scorsa", ci racconta invogliante la padrona. Segue la polenta, quella bella soda che si usa qui, sul suo tagliere di legno,e, con la polenta, lo stracotto di manzo e le salsicce alla brace.

Tutto buono. Il vino ha il tannino giusto per assecondare la digestione. Arrivano i formaggi nella dose molecolare di 300grammi a fetta. Minimo. Ottimi.

Una sgranchita fuori, nuvole basse sulla pianura, il fumo dal comignolo si attorciglia nervoso come il filo di un gomitolo spinto da un gatto...

Un fischio cupo, sembra un corno inglese. Non è il corno inglese, è il richiamo del capo che ci richiama dentro. Ci assettiamo, ecco la ciambella con le noci ("L'è i mè de nus!"), il croccante. Ultime, non meno importanti,  i borole, le caldarroste. Caffè.

Sono passate ore, penso che ne abbiamo almeno un'altra di cammino per rientrare a casa, chiamo il capo per il conto. E' un omone tonico, immenso, sui 45 anni...non riesco nemmeno a circumnavigare con lo sguardo la circonferenza toracica.
Di mestiere fa il fabbro e con la moglie ogni domenica che Dio manda in terra viene "su" a gestire il rifugio e il bosco afferente.
Mi dice che è un uomo felice ma ha il dolore biblico, dice proprio così, in italiano, di non aver avuto figli...

Sarà la grappa, sarà il Novembre denso là fuori che ispira intime conversazioni, ci mettiamo a ciacolare. A un certo punto mi mostra pure delle foto, due bimbe cicce, scure e ricciolute sorridono all'obiettivo, sono le figlie della disgraziata del paese -e di nordafricani di passaggio che hanno fatto il servizio e via- che lui, il fabbro, ha mantenuto per anni...Poi lei, la disgraziata, ha cominciato a ricattarlo, i servizi sociali sono intervenuti, la donna è scappata che temeva di perdere le bimbe...l'omone adesso ha le lacrime agli occhi. Anch'io.

Intanto la gente si alza dai tavoli, ringrazia la cuoca, prima di uscire lascia i soldi sul tavolone centrale. Sono 15euro a testa per tutto. I bambini qui non pagano.

12 novembre 2012

Tremate, tremate le tardone son tornate...

Sabato serata di proiezione di un film dedicato al Karnak. Ai pastori nomadi del Karnak nel Piccolo Tibet, gli ultimi. Pare, infatti, che piano piano tutti se ne vadano in città, dove trovano più interessante fare i muratori, guadagnando poco o nulla, ma con la consolazione di morire accanto ai figlioli e di non rischiare di finire assiderati durante l'inverno (-40°). Certo. Son mica cose da poco.
Ci scriroppiamo un'ora e mezza di dialoghi smozzicati tra i nomadi e la regista, francese. Sempre serafica come se pippasse oppio da mane a sera.
Quelli, i nomadi, sgozzano capre, si arrabattano sui picchi, spignattano brode orrende, s'accapigliano per quattro rupie in più per vendere la pashmina -che poi in Italia costa l'ira di dio!- e questa, la regista, sta lì a girare tutto con un sorriso da Monna Lisa. Che non si capisce se ha trovato l'immenso fuori e dentro di lei, o semplicemente ha una costipazione da ingestione di qualche intruglio tibetano che le ha mummificato l'espressione facciale.
Fortuna che una nomade non glielo manda a dire - eh, le donne- e la riprende: "Ma ci trovi così buffi da mostrarci in giro per il mondo? Niente di meglio da fare, figli, badare alle tue di capre?...Almeno lavati i capelli. Ne hai bisogno."
Ganza, la mongola!
In quella sequenza la regista non si vede, ma da quanto intuisco sbirciandoli in sala, lei e il marito possono appartenere a quella schiatta di stranieri che fuori dal recinto della propria patria si dimenticano di essere umani e si lasciano crescere addosso ogni cultivar di muffa interdigitale.
Dal loro punto di vista è una mimetizzazione coi locali, e li fa sentire più viaggiatori e meno turisti.
Dal punto di vista dei locali è la dimostrazione che molti stranieri sono zozzi oltre che disturbati mentalmente. Pur contando su ingenti ricchezze, infatti, pare non trovino altra soddisfazione che imbruttirsi, degradarsi e girovagare in luoghi polverosi e senza servizi igienici. Che se loro potessero darebbero via millenni di cultura religiosa per un bidet e un bollitore di thè caldo...
Mentre mi faccio queste considerazioni in sala sfila una notevole quantità di fauna maschile, strano. Di tutte le età, strano. E pure prestante, strano.
Mi sovvengo che questa è la sede del CAI, una vera potenza alle latitudini nostre. Persino il nome, uè!: Palamonti.
Al Palamonti, le strette di mano sono virili, accompagnate da maschie pacche sulle spalle. Il presentatore della serata a cinquant'anni sfodera una camiciola ballerina che quando s'alza il bicipide mostra un torso ben scolpito.
Abbronzature, camminate elastiche, scarponcini da trekking e mise boscaiole. Via, per chi è avezzo al pubblico standard da cinema d'Essai...(presente? Zitelle d'antan e i loro amici gay, vedove dei circoli bibliotecari, insegnanti veterosettanta, con sandali da frate e gonnnellone a balze, studentesse magre e allampanate accompagnate a volte, raramente,  dai loro annoiati fidanzati...tutti con gli occhiali, tutti -immagino io- proprietari di almeno un felino, più facile tre.) è uno spettacolo ringalluzzente.
Tra il pubblico femminile, molte signore di mezz'età. Poco appariscenti, come si confà al mondo sportivo. Pantaloni, un filo di trucco, capelli nature, tacchi bassi, unghie corte, grandi borse. Eppure...eppure i Campioni occhieggiano, furtivamente, raccogliendo i muti consensi del consesso femminile...Abitudine? Certo. Ma anche no.
A differenza di quanto ho sempre pensato, con l'età vado a scoprire che la tardona, la donna un poco frolla, non magra, non grassa, non bella, non brillante, non vistosa, non palestrata, non ritoccata ha i suoi atout da giocare nel grande Bridge della seduzione.
Tre armi sbaraglianti come alabarde spaziali, magli perforanti, raggi fotonici.
La prima: l'ascolto.
La seconda: l'assecondamento devoto.
La terza: l'accudimento costante.
Non conosco cinquantenne che non aspiri alla silenziosa, rassegnata, mite nelle pretese, speranzosa corte di una coetanea. Qualcuna che lo faccia sentire desiderato per quello che è davvero in grado di offrire (è un uomo, c'è...) gli restituisca sempre il sorriso alle sue battute, lo sostenga esponendosi nelle conversazioni in compagnia, lo assecondi nelle sue rivendicazioni, ascolti assorta e partecipe i resoconti dall'ufficio, non lo sfidi con battute al vetriolo, non lo ridicolizzi con gli amici, non lo renda geloso, non lo carichi di richieste. Qualcuna che a casa lo faccia sentire "a casa". Tranquillo, rilassato, qualche buon manicaretto, una poltrona comoda ("No, stai seduta tu.", "Figurati, te la cedo volentieri, tanto con la mia cervicale...") e intanto che si gode un poco di riposo, spenga il cellulare per dedicarsi interamente a lui. Musica soft, e finito lo sformato ("Ho sbollentato i pomodori, prima di aggiungerli al composto, che so che le bucce ti danno noia...") ecco ha già in mano il bicchiere con il Porto che le aveva regalato lui, a una cena..."E il Lupetti? Sta ancora cercando di inimicarti il capo? Chissà cosa c'ha in testa, quell'omuncolo..."
Il campione inzigato, aggiorna, racconta particolari, s'infervora, alle 10 avrebbe l'appuntamento con quella conosciuta su fb, l'amica di quell'altra pazza, che lo voleva fare in auto, in Piazza Sempione, figurati, proprio davanti al portone dove abita la Pucci con il bambino, fortuna che c'hanno fermato i vigili per il contromano, se no..questa sembra più normale, sorriso dolce, però mah anche l'altra sembrava a posto...e senti come piove! Abita dall'altra parte della città, e stasera lavano pure le strade...che qui ho il parcheggio garantito, a proposito: " Ho parcheggiato dove mi hai detto tu, va bene?" "Certo, hai fatto bene, quando mi hai detto che venivi ho lasciato la macchina in ufficio e ho preso la metro...stai comodo che ti sto portando un avanzo del cesto del San Carlo, ieri c'è stata la festa aziendale e me ne sono fatta dare un pò...", "Buono! grazie."...uhm quasi quasi le mando un sms, dico che faccio tardi in ufficio e ci arrangiamo un altro giorno. Mah sì. Ho un sonno. Piove. Il parcheggio...




8 novembre 2012

Quando non se ne può più dell'Italia...

Mentre scrivo alla radio annunciano che le scuole chiuderanno a Natale prima del previsto. Nuovi tagli alle Province, non ci sono soldi per il riscaldamento...Indi? Indi, o t'incazzi e partecipi alla latrante incazzatura generale.. Oppure, se si ritiene ridondante partecipare allo smoccolamento generalizzato, con indignati più o meno credibili, si fa un atto di sovrumana forza di volontà. E ci si concentra sulle roccaforti del piacere italico.

Ecco, basta rispolverare post come questo, per rirovare il senso di un'appartenenza che è, anche, una scelta di gusto. La scelta di gusto DEVE diventare una scelta di vita, via, dovrebbe. Il secondo passaggio è il più arduo, ma con un po' di allenamento e una buona pratica di autosuggestione...

Ecco cosa mangiano nelle scuole della supermegaultracivilizzata Olanda (ma mutatis mutandis lo stesso funzionerebbe per la Germania) dove tutto va bene e hanno case deliziose e bambini bellissimi e biondi e bravi a fare tutto e stanno pure zitti. Loro.

Ecco che cosa è l'hagelslag...

Dal post di www.mammamsterdam.net. La versione è parziale, per quella integrale vale il link.

"Cosa offrono, a scuola, di così sano e importante per la crescita dei bambini, che hanno bisogno di energie e carburante al mattino, pieno di sostanze nutritive, per non parlare di come queste favoriscano una evacuazione regolare, in modo da mantenere un peso sano, perché fare colazione insieme non solo è sano, ma fa bene alla convivialità? 
...
E cosa gli danno col pane questi campioni della dieta sana ed equilibrata? Tenetevi:
- la margarina light, una fonte essenziale di vitamine A, B ed E e tanto calcio. Scusate se io gli do 15% di burro alternato a 85% olio di oliva extravergine e comprato direttamente da chi lo fa
...
- la melassa di mele, bene, sono d’ accordo, anche io gli compro sempre quella biologica ma se per forza gli dovete dare quella commerciale almeno non dite stronzate. L’ appelstroop si ricava mettendo a bassa temperatura per tre giorni mele e/o pere fino a che non diventano un composto denso e appiccicolo che sembra caramello. Di questo mi dicono che quello della Frutesse, naturalmente ricco di ferro, non contiene grassi saturi e poco sale al che mi viene da dire: ma come accidenti lo fate?
- il formaggino spalmabile speciale per bambini con il 30% in meno di calorie (ma perché? Se un bambino mangia sempre bene le calorie di una fetta di formaggio nel pane sono l’ultimo dei problemi, le smaltiscono così), solo il 7% di grassi saturi, la metà del normale e ricco in calcio.

Non dico adesso che in Olanda dovete dargli il parmigiano... ma una bella fettina di formaggio, magari biologico, magari leggermente stagionato, il che in questa stagione significa fatto in estate da mucche nutrite al pascolo, non con i mangimi... Ma non questa merdina spalmabile, che poi lo volete proprio sapere come si fa il formaggio spalmabile? No, che non lo volete sapere ma googlatevelo, se volete
.
- la pasta di frutta spalmabile della Hero con ben il 50% di frutta (ma no!) e senza grassi saturi e sale. Ma perché, le belle marmellate che fa mia suocera, quanti grassi saturi avranno?...

- e per finire tenetevi, il re delle coperture dolci per pane che si sono inventati gli olandesi, che mangiando solo pane e qualcosa a colazione e a pranzo, per la varietà hanno dovuto pensare out of the box e si sono inventati l’ hagelslag: che è identico alle codette di cioccolato con cui noi decoriamo le torte e anche se fingono sia al cioccolato è glucosio pure con dei colorini, dei saporini e delle merdoline tutte artificiali, di quelle che poi hai dei bambini di cui la maestra dice: ma questo bambino ha l’ADHD. No, mangia di merda, ma starebbe benisismo lui e molto meglio voialtri che ci avete a che fare se non se la mangiasse questa roba. Che io tengo disperatamente fuori dai piedi ai miei da 10 anni e so io che fatica che mi costa. certo, se ,me li indottrinano a scuola.

Posso solo dire: meno male che non ci hanno messo qualche simil-imitazione di Nutella...

Ah, dimenticavo, gli danno il latte scremato. Che già il latte intero prodotto nella Eu, per via della legislazione e pastorizzazione eccetera non ha quasi nessun valore nutritivo, figurati quello scremato,
...
Questa è l’educazione alimentare a scuola nei Paesi Bassi."
...

6 novembre 2012

Colazione da Tiffany


La colazione più economica della città nella zona più popolare della città...Povera Holly, come è caduta in basso!


La cucina di Petronilla - Acc...hanno fregato l'idea.

Ci arrivano in tanti, ben più blasonati...Grr...

http://www.slowfoodvalliorobiche.it/?p=10927#more-10927

Metti un week end in Monferrato...

Keine stress, solo qualcuno in posizione originale che sta lavorando in solaio...
 
Metti quattro amici storici, una vecchia cascina in sfolgorante, meravigliosa decadenza, un grande camino sempre acceso, una bottiglia di buon vino sempre presente sul vecchio tavolo, un silenzio incantato per sonni -e sonnellini- da favola, colline tra le nebbie e, sulle colline, borghi e castelli a profusione...aggiungere: nessuna incombenza familiare, nessuna incombenza in genere, pantalonacci e scarpe comode, orari tailor made per le esigenze di ognuno, un discreto numero di altri amici in comune di cui parlare -e sparlare- fino a tarda notte, un'anziana gatta nera sull'ottomana, cibo ottimo e abbondante...

Ahhh, questa è vita!

 La cascina, senza cadaveri aggettanti.
 
Vista sui padroni di casa, dalla plancia di comando della cucina...
 
Qua chi si prendeva in giro? Mah...
 
Un invitato di Halloween, in ritardo...
mai visto aracnide così enorme nell'emisfero occidentale. 


31 ottobre 2012

Speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia intelligente, speriamo che non sia...

Come un mantra. Stasera me lo ripeto come un mantra. Speriamo che mia figlia non sia intelligente, intelligente nel senso più banale del termine, intelligente logico-matematicamente-astrattamente. Quell'intelligenza misurabile con l'IQ, per intenderci. Qualcuno va anche a farsi inseminare con lo sperma dei Nobel per ottenere un bimbo intelligente in quel senso lì.
Io no. Mai l'avrei fatto nella vita. Piuttosto un'inseminazione naturale da quel bel vitellazzo del vicino, sempre biotto fino alla cintola, che se gli infili due congiuntivi di seguito ti guarda come tu fossi la Madonna di Fatima.
Eppure ci sono degli indizi sospetti. E' brava a scuola. Vuole sapere tutto sugli strati terrestri, i Romani, l'Età della pietra, l'evoluzionismo Darwiniano...Quest'estatate si era appassionata ai documentari sui Paesi nel Mondo e una volta, in pizzeria quando è cominciato SuperQuark alla Tv è scattata come un automa per seguire il documentario sui minerali oversize di una cavolo di grotta in Messico.

Ma non sono queste le cose che opprimono una mamma -relativamente- povera e conseguentemente poco propensa a sponsorizzare gli studi universitari della figlia.
E' la dark side dell'intelligenza logico matematica che terrorizza una mamma di pancia.

Cosa porta quell'intelligenza lì? In primis una diminuita capacità di leggere il dato contestuale. Tra cui l'aspetto prettamente emotivo della comunicazione interpersonale. E la Ari in quella è una mezza schiappa. Si fa infinocchiare dalla figlia della vicina che ha due anni meno di lei (tra 7 e 5 anni, lo iato è incommensurabile), lei la fa pirlare come vuole, emotivamente parlando, blandendola con care parole, quando deve ottenere qualcosa e  facendola schiumare dalla rabbia, se ritiene di essere stata abbindolata ed è in cerca di vendetta.

E questo è il primo aspetto "cupo" dell'IQ elevato. Poi, peggio. Cosa dire della scarsa flessibilità energetica? Acclaro. La Ari ha un ritmo sonno veglia come il dressage dei cavalli lipizzani. Preciso, costante, da vigilare nella sua periodicità. Stasera per esempio, Halloween, la Ari era sovraeccitata fin dalle 16. Un elettrone sbalzato d'orbitale. Ecco cosa mi sembrava mia figlia. E purtroppo io la becco subito, da mamma...Anche se tento di lasciarla in pace...sento nella pelle mia la sua sovraeccitazione.
Del resto: le compagne, i dolcetti da cucinare insieme, la cerimonia della vestizione da strega, il trucco, il corteo di streghette per strada, i dolcetti, tutti quegli zuccheri nel sangue.
Insomma alle 22 la Ari è un fascio di nervi tesi.
Redarguisce malamente chiunque, me soprattutto...io resisto poco e male e m'arrabbio, lei comincia lo show: "sono cattiva, dammi le botte, non lo farò più, sono disperata", si percuote che sembra un officiante umbro in processione di Ognissanti...ulula....Tutto solo perchè ha esaurito le batterie e DEVE andare a dormire.

Che fare? A mo' di camicia di forza, la mamma, purtroppo io, a quel punto afferra il bimbo e lo contiene fisicamente. Il bimbo straparla, ma il contenimento fisico ottiene 9 su 10 il contenimento verbale ed emotivo. Dopo poco il bimbo si quieta, "sta" e diviene recettivo alle parole...

In sintesi la Ari, a 7 anni suonati, non è in grado di andare a dormire due ore dopo la schedule consuetudinaria. E questo, a mio istintivo parere, è un risvolto triste della sua intelligenza...

Ps: per direzionare le prospettive lavorative di mia figlia, ho già predisposto un bel velcro con cui farla dilettare: l'allenamento alla depilazione del pelo superfluo. La sventurata rispose di Manzoniana memoria o non era stata avviata alla sua professione con simili utili giochetti?

La Ari, in pizzeria che si guarda Superquark.

Le ricette di Petronilla - Halloween de 'noantri


Quest'anno tutte fan dell'Esselunga. Che un mesetto fa ha prodotto Dolcetto o scherzetto, un avvincente opuscolo con ricette facili facili e di sicuro appeal sui bambini. Morale, molte mamme in procinto di fare la spesa, oggi tenevano sottobraccio l'opuscolo e si guardavano pure in cagnesco tra loro...non sia mai che l'altra mi rubi l'ultima scatola dei biscotti Milano per le mummie spettrali o di Fiorelle per gli occhio per occhio.

In verità all'Esselunga non ci sono arrivata e ho cercato i succedanei degli ingredienti al più vicino Carrefur. Malgrado i prodotti scaci il risultato è stato incoraggiante. Ai ragnetti dispettosi e ai mini pipisterelli volanti si sono aggiunte un paio di ricette de noartri, di cui una veramente pulp, a partire dall'esecuzione.

Preparare la frolla secondo ricetta, la mia prevede 150 grammi di farine miste, 100 di burro a pezzettini e ammorbidito, 100 di zucchero di canna,1 uovo, un pizzico di bicarbonato e un pizzico di cremor tartaro, buccia di limone non trattato gratuggiato.

Mezzora in frigo, poi si divide l'impasto in tanti panetti quanti sono i bimbi. Si stende ogni panetto a circa mezzo centimetro di spessore. Poi si fa mettere la mano della streghetta o del fantasmino sullo strato e con un piccolo coltello ben affilato se ne segue il contorno.

Si inforna il macabro carico (170°) per una ventina di minuti. Quando le punte delle dita si fanno brunite (lì la pressione delle mani comporta pasta di minor spessore) si levano dal forno le manine e...via col decor: vene varicose, necrosi, nei purulenti...

Su e giù...

Una ricetta bella da vedere, bella...impressionante da vedere, buona da mangiare e pure economica...

Ps: i bimbi vivono con vera emozione il rifilo delle loro estremità con il coltello...sopratutto se operato da una vecchia miope come me...da brivido!

30 ottobre 2012

Una volta la chiamavano cinquantenite.


L'educazione sentimentale di noi ragazze degli anni '60 è stata strana. Schizofrenica, diciamo. Da una parte c'era tutto il detto, lo scritto, l'insegnato - corsi di educazione sessuale, con schemini e disegni in quadricromia, rubriche per teen agers sulle riviste, libri, convegni, i pistolotti degli insegnanti, dei genitori... Il che, visto con il senno di poi, apparteneva più al mondo di quello che avrebbe dovuto essere rispetto a quello che era sempre stato (e presumibilmente, sarebbe sempre stato, anche in futuro).
Accanto a questa fonte di informazioni positiva, costruttiva, paritaria rispetto al femminile e al maschile, esisteva tutto un mondo di conoscenze altre, le cui depositarie erano le donne, non dicibile, ma deducibile da mezze frasi, sorrisi, ammiccamenti...
Un universo carsico, sommerso, iniziatico in cui maschio e femmina si opponevano come cane e gatto, l'alfa e l'omega, il Milan e l'Inter, con pensieri, parole, azioni diverse e antitetiche.

In questo mondo la cinquantenite era considerata una vera e propria malattia.
Innanzitutto "era". Che nelle istruzioni per l'uso dichiarate, ufficiali, positiviste non veniva mai nemmeno citata. 
Riguardava gli uomini, tutti gli uomini, intorno a un'età in cui il vigore fisico viene meno, le mogli imbiancano, i figli crescono, il futuro si riduce. L'alito fetido della nera signora si percepisce netto, magari nelle sere d'autunno, tra le nebbie che s'infittiscono nei ventri delle colline... 
Ecco, in questa situazione il maschio cinquantenne elabora la sua ribellione al declino, ribellione sintetizzabile nel motto: "sono vivo e voglio vivere". E come si attua la ribellione? Invaghendosi, 9 su 10, di giovani sembianze femminee. 
Eh, sì che il riscontro fisico, giacere con corpi ancora percorsi da linfe pulsanti, è il riscontro per eccellenza. Come dirlo meglio di Junot Dìaz, l'Ammaniti di Haiti?  Sua l'affermazione: quale maschio eterosessuale di mezz'età non ha tentato di rigenerarsi con l'alchimia di una fica giovane?

Essendo prossima all'età, mi capita frequentemente di imbattermi nella patologia. E faccio la mia parte per contrastarla, o almeno per segnalarne l'insorgenza al povero malaugurato portatore.

Conversazione con un malato di cinquantenite.

Premessa: un compagno di chat- mai avuto uno prima, ma nella vita capitano cose balenghe- mi racconta che era in procinto di lasciare tutto moglie, Paese e vita per transalpare con una fulgida giovane fanciulla cui avrebbe dato un figlio e una capanna (prima la seconda).
La giovane, a due passi dal grande passo, s'invaghisce di un modesto ragazzotto, spezzando il cuore al nostro. Ma, oltre a ciò, precedentemente confessato, esiste anche una seconda appendice allo straziante racconto, quella che mi accingo ad ascoltare dalle parole del suo protagonista...

Io: Qua. Tisanuccia. Copertina...assettata...
Lui: topolino, arrivo.
Io: Arghh! TRi-che-ca...Se mi chiami ancora topolino ti dò una pinnata in testa che te la ricordi a vita...
Lui: sono occupato con una...
Io: Dai sganciati dall'ennesima situazione di tutta fuffa e niente arrosto, grandi discorsi e scopata triste...
Lui: come mi conosci bene, accidenti a te... ma questa me la dava, ne sono sicuro.
Io: Ma sì con il daffare che ti dai, è il minimo...
Lui: il tempo è sesso, non va sprecato.
Io: Si si...l'archetipa compulsione a ingravidare il massimo numero di femmine possibile...Senza soddisfarne una, ma chissene...
Lui: esatto...questo non lo puoi dire.
Io: Guarda topolino...le energie sono quelle che sono per tutti, e la vita ha lasciato tutti più o meno esausti...La propulsione amorosa c'è qualche rara volta.
Lui: non ci sono più i siciliani di una volta, ho capito...
Io: E chi li ha mai conosciuti quei grandi obliteratori di platee femminili. Senti, torniamo a cose più interessanti di vecchi ragni che tessono tele finte per acchiappare mosche che non aspettano altro e che alla fine devono fare pure lo sforzo di fingersi intrappolate...
Sequel, sequel, sequel!
...
Lui: allora, lo stesso giorno di quella telefonata "Credo di essermi presa una cotta per il direttore...” mi sembrava di poter morire di dolore... mi sentivo il cuore strappato dal petto...non sto scherzando, è stato un momento terribile che non augurerei a nessuno, neanche a te, pensa
Io: penso...
Lui: stavo andando al mare e aspettavo il mio bimbo che si preparasse.
Io: un quadrupede?
Lui: no, mio figlio
Io: ah. Mi hai detto che sono tutti grandi!
Lui: 11 anni...il piccolo, un gran figlio di...
Io: E avresti sganciato un figlio di 11 anni?...ma che sei scemo?
Lui: mi fai continuare? Apro il pc, sperando di trovarla su skype, ma era chiaro che mi teneva bloccato. Passo sul portale...era una domenica mattina, era connessa solo una tipa che non conoscevo...le scrivo, avevo bisogno di parlare con qualcuno, chiunque egli fosse. Mi risponde una ragazzina studentessa molto bella, mi attacco a lei come una cozza allo scoglio.
- invia una foto
 
Io: Come fai con chiunque...
Lui: era la mia unica speranza di sopravvivere a quella giornata... ma guardala cacchio!
Io: ma non m'importa, cosa cambia...non mi piace guardare gente che non conosco...continua, stai creando una bella suspance
Lui: sono uno sceneggiatore!
Io: clap clap!
Lui: le racconto tutto, la mia disperazione, mi scuso per rovinarle così una bella mattina d'estate, e cosa accade? Che si innesca quel meraviglioso istinto da crocerossina delle donne. Mi dice di stare tranquillo, di non preoccuparmi perché ora ci sarebbe stata lei al mio fianco, che non mi avrebbe lasciato finché non ne sarei uscito...mi ha dato il suo numero di telefono.
Io: Deve essere una vera professionista... come crocerossina...
Lui: Faccio finta di non capire ciò che vuoi dire... io l'ho pregata di restarne fuori, le dissi che non volevo disturbarla, le dissi qual era la mia età, e che era una pazza, ma non c'era più nulla da fare, lei mi sarebbe stata vicino
Io: E le hai anche mandato le tue foto e il biglietto aereo...
Lui: una settimana dopo, nello stesso aeroporto in cui tante volte ero andato a prendere Maria, con lo stesso volo che atterrava alle 17.40, arrivò lei, ed io ero lì ad aspettarla. Sembra un film, ma è tutto vero. E nessun sceneggiatore avrebbe potuto scrivere una storia simile
Io: ...Nel film, il bambino di 11 anni si è accorto che il padre era a viole come al solito?
Lui: il finale non è ancora stato scritto, vedremo. Era timidissima, giovanissima da imbarazzo. Ma da allora, un venerdì sì e uno no, la aspetto lì.
Io: Beh, mi sembri fatto apposta per farlo.
...
Lui: meriterebbe un monumento questa ragazzina.
Io: E perché?
Lui: non credo di esagerare se dico che mi ha salvato la vita.
Io: ma vah...
Lui: quanto meno mi ha salvato dagli psicofarmaci.
Io: Che non hanno mai ammazzato nessuno, che non volesse ammazzarsi...
Lui: dai, è stata molto coraggiosa, non puoi negarlo, ero con lei anche questo we.
Io: Sta sperimentando, come si fa a 20 anni e come è giusto che si faccia. Ma tuo figlio? Non si è accorto di nulla?
Lui:...non se ne fotte nulla nessuno di me nella mia famiglia.
Io: Beh, un pensiero ce l'avrei...
Lui: ...e io colgo l'aspetto positivo di ciò...
Io: Sì, sì avrai ragione...Siamo su piani troppo diversi. E io, ammetto, non riesco a non valutarti moralmente labile... Non perché vai in giro a distribuire sesso a casaccio...
Lui: sei troppo severa con me, non lo merito: ma capisco, dato che non sai che padre sono stato per i miei figli.
Io:...E comunque se sei stato un buon padre lo sarai anche adesso...voglio dire ha 11 anni, l'età di due delle mie nipoti, mica 30! Io se ho qualche dolore grande...stare coi miei adorati nipoti o con mia figlia me lo fa passare...A parte la morte di mia mamma, lì non c'è stato nessuno.
Lui: tu non lo conosci :)
...
Io: Massì...I bimbi dipendono da come li cresci... Almeno fino a una certa età. Poi, come dice una mia vecchia amica, funziona solo l'esempio. Tua moglie ha un altro compagno? O lei non ha il tempo per il dating sul web? O non ha i soldi?
Lui: lei si occupa di politica, con un gruppo di amiche...
Io: MITICHE!
Lui: si occupa solo di quello nel tempo libero, mia moglie.
Io ... che si conferma il personaggio più interessante di tutto il film...
Lui: sembra una famiglia di matti, ma ha un suo equilibrio, ti assicuro.
Io: Beh, almeno ti sei sposato una donna interessante e non banale. Per la madre dei tuoi figli pare che tu abbia scelto bene... Non so se lei si ritenga altrettanto successful
Lui: lei è molto fiera di me.
Io: ..sicuro?...
Lui: sicurissimo.
Io: E perché?
Lui: perché da queste parti la mia reputazione è piuttosto buona, direi molto buona.
Io: Ma che c'entra, lei è fiera di avere accanto un uomo che fa il cascamorto con ragazzette sul web?
Lui: questo non lo sa, evidentemente.

IO...E poi non mi hai detto che glielo avevi detto che stavi per convolare con la ragazzotta? Sto parlando di tua moglie. Le altre al confronto, sono solo comparse. Cerco di scoprire se te la racconta, che è fiera di te...
Lui: ad un certo punto mi sono innamorato, non puoi condannarmi per questo.
Io: Certo che no! Ma io penso, se il mio compagno mi dicesse: vado a Pietroburgo con Ludmilla che ha 20 anni, io accetterei, capirei, farei buon viso a cattivo gioco..ma essere FIERA DI QUEL COGLIONE eccheccazz!.. Non so se mi sono spiegata...
Lui: va bene, hai deciso di farmi sentire una merda stasera.
Io: No. Le tue scelte sono tue ed è chiaro come l'acqua che le persegui con costanza e determinazione...Non ti sentirai più o meno cacca perché te lo dico io...E' che da moglie, con figli, sono interessata alla personalità emotiva di tua moglie.
Lui: e non sei per nulla interessata a me?...
Io: ...In che senso? Come personaggio sei lapalissiano...
...
Lui: va bene, che ne pensi di proseguire questa conversazione domani? Credo che sia inutile continuare.
Lui: Va bene, certo. Dimmi solo una cosa: ma a tua moglie glielo avevi detto chiaramente che andavi a vivere con la tua nuova compagna? Monosillabico.
Lui: ma no, le avevo detto che sarebbe stato opportuno per il mio lavoro seguirlo più da vicino
Io: vabbeh. il solito.
Lui: basta, la reazione che non è mai arrivata da mia moglie la stai mettendo in campo tu
Io: Hai ragione. E' che..ma sai quante ne ho sentite di storie così? Pensavo che tu fossi un vero romantico...Nel senso ingenuo folle del termine....
A: io sono un vero romantico
Io: Sì, nella versione uomo di 50 anni con famiglia. Vabbeh...l'eroismo appartiene ad un'altra età. Forse anche ad un'altra era...
Lui: ho scoperto l'amore a 49 anni ed è stato molto bello, ora vorrei recuperare un po' di quello che mi sono perso
Io: Sì, sì...un classico.
Lui: Domani devi svegliarti presto...
Io: Comunque ci stai lavorando sodo per recuperare, vedrai che qualcosa arriva...buonanotte!
Lui: Buonanotte.

Eh...'na malattia, appunto.

Forse forse, però, un po' tedesca...

Forse però, un po' tedesca lo sono diventata. Almeno nella collocazione delle mamme della scuola. Che si dividono in 3 grandi gruppi: le autoctone, rigorosamente del paese che si conoscono dall'asilo dei figli e, parecchie, dall'asilo loro, e forse anche da quello delle loro mamme...Poi ci sono "quelle di fuori". Dal momento che la scuola ha una buona nomea, sono fioccate mamme pargolomunite dai paesi limitrofi...e pure dalla città! Che qui non è una città, ma LA CITTA'.

Le mamme di fuori schifano un po' le mamme del paese.
I loro disorsi, a me, paiono surreali. LA CITTA' dista quattro chilometri quattro dalla scuola. Eppure nei loro rimpianti pare si stia parlando di un mondo utopico nel quale i bambini possono fruire di servizi all'infanzia qualificatissimi e intrattenimenti culturali al top. Mah. A quattro chilomentri quattro da qui.

Poi ci sono le altre. Gruppo eterogeneo di mamme straniere, poco innervate, a mio parere, ma è pur vero che loro stesse sono parecchio schive, soprattutto le musulmane. In questo gruppo rientro anche io. Sciatta nel vestire (dio, dipende, però posso tranquillamente presentarmi all'ingresso in tuta sporca di terra, scarpe sfondate e giaccone informe...), poco coinvolta nella vita della Parrocchia - anche se il don è simpatico e pure colto...mi piace!- del tutto estranea all'attività della Lega che in paese ha la sua roccaforte. ("Non fare come quelli di giù...è l'incoraggiante invito che rivolgono le mamme ai bimbi quando sporcano, urlano, non rispettano le regole. E questo è il minimo che si ascolti in loco...)
Ho dichiarato apertis verbis la mia passione per il sud, e la cosa è stata notata.

Appartenere al gruppo C ha i suoi vantaggi. Nessuno ti interpella per partecipare alla commissione mensa, per diventare responsabile di classe, accompagnatore di supporto alle attività ludiche...ma se ti offri spontaneamente hai uno scatto di considerazione. Poi mantieni una giusta distanza dai gossip scolastici...Ultimo, non meno importante, frequenti le straniere, senza che queste si chiudano a riccio.

E tra tutte, quella con cui vado più daccordo è ...la mamma tedesca.

29 ottobre 2012

Oggi non ho fatto niente...

Uno di quei giorni. Quelli in cui non lavorando e non cazzeggiando in modo degno (che so, un viaggio, un trekking...) mi sembra di aver sprecato il tempo. Il consiglio che ho girato a una mia amica, da poco mamma, che mi confessava guarda, per esempio oggi non ho combinato nulla...eppure sono stanca! Ecco, lo stesso consiglio lo applico ora: scrivo quel nulla che ho combinato per poi rileggerlo. E capirò forse- perché son comunque stanca.

Alzata alle sette meno dieci, con Ari nel letto e sveglia come solo lei sa essere la mattina di sole. Preparato la colazione, la merenda per Ari, vestito lei, ha ancora il gesso al braccio e va aiutata, vestito io, dato da mangiare ai gatti, cambiato la lettiera, richiuso un sacchetto delle immondizie, gettato nel contenitore, accompagnato Ari a scuola, a piedi, accettato il passaggio del vicino, che i gatti ci seguivano e temevo finissero sotto una macchina, risalita verso casa, pendenza 20%, fatto colazione, ascoltato gli EP delle votazioni siciliane, sistemato i piatti nel lavastoviglie, rifatto i letti, riposto i vestiti stirati dopo averli separati per tipologia e familiare appartenente, inviato sms al vicino per richiedere il telefono di un idraulico - si è rotto il lavandino di là- sms al secondo vicino perché occorre fare un sopralluogo a casa sua, all'architetto per chiedere la sua disponibilità, continuato a pulire nell'appartamento b -hanno tagliato il cemento del top col flessibile, la polvere si è attaccata dovunque, quindi occorre pulire dal soffitto alle pareti, indi spostare i teli di copertura con circospezione che è  polvere finissima, poi si passano i ripiani, infine i pavimenti.

Per due ore faccio solo quello, poi: scoperto il tavolo di legno esterno per farlo asciugare al sole, pulito gli stracci, messo a mollo in una bacinella i capi delicati -dopo aver ripulito la bacinella che uno dei due gatti ha la pessima abitudine di scambiarla per il suo bidet portatile, sistemato la legnaia, prelevato la legna per il consumo di stasera.

Alle 14 corsetta, rientro, doccia, collegamento a Internet per prenotare un incontro a Novembre, controllato la posta, chiamato l'idraulico, ringraziato con un sms il vicino che ha accordato una visita, prelevato dal freezer il sugo per la pasta di stasera, sgranato il melograno per la merenda di Ari, preparato i dvd e i libri da restituire in biblioteca e il bigliettino con il nome di Ari per la bottoniera dei campanelli.

Sono le 16: via a Scuola, versato i soldi alla rappresentante per le spese di Natale, chiacchiere con la mamma tedesca, accordo per prossimo baby sitting, in biblioteca per la restituzione dei libri e, a casa, steso i capi messi in ammollo oggi, riempito la stufa, preparato la vasca per il bagno di Ari, lavato la stessa provvedendo a un involucro water proof per l'arto mostro, asciugato i capelli, messo il pigiamino, controllato diario e i quaderni, firmato gli avvisi, assistito ai compiti.. chiamato il Neanderthaliano, rintuzzato la Ari che non ha mai molta voglia di manfrine via Skype, predisposto la cena, pulito il bagno, risistemato l'ordine tra asciugamani e flaconi, finalmente cena, riattizzare la stufa, chiuso le ante delle finestre, la porta del giardino, provveduto alla pappa due dei gatti, fiaba e bacio 'notte ad Ari, caricato il lavastoviglie, controllato Internet, scritto il post di oggi.

Sono le 21.57 e non ho ancora finito di fare nulla...

25 ottobre 2012

E' arrivato l'acciaista...

Lavori in casa. Spesso va così: cominci con l'idea di abbattere un tavolatino divisorio e ti ritrovi a elaborare una DIA che nemmeno per il Colosseo...Uhm, cattivo esempio che il Colosseo è stato "tirato su" -mi sto adeguando ai phrasal verbs orobici- in soli 8 anni.
Io per il tavolato di cui sopra sono già a 14 mesi...

E' anche ben vero che dopo 12 anni improvvisamente ti accorgi che tutto o quasi in casa ha bisogno di una revisionatina.
Per farla breve. Decido di cambiare il lavello della cucina. Un umile lavello Ikea impropriamente posizionato sotto top. 12 anni fa, giunti al lavello, non avevo più una lira e 30 mila lire di lavello Ikea rappresentava la cifra soglia.

Ha funzionato benone. Ma giustappunto tre mesi fa ha ceduto. Bene, facciamolo fuori. Gli è che il top nel quale s'incastra la vasca è un lastrone in cemento di 6 cm di spessore che nemmeno Lazzaro poteva spostare. E il vano, foro, buco dove s'incastona la bacinella deve rispettare certe dimensioni. Ovvio che i prodotti scaci queste misure non le rispettino. Ovvio che nemmeno i prodotti di serie non scaci le rispettino (i prezzi variano dai 50 euro Ikea ai 1000 euro per una vasca Alpes o Blanco)

Dopo varie peregrinazioni dal cementista, poi dal rivenditore "tennico", arriva il consiglio tailor made: l'acciaista.

Ecco. Io non so se in Germania esistano complicazioni cotali. Pure l'acciaista. Come non bastassero i consigli della suocera, della sorella, dell'architetto, dell'idraulico, del cementista. Vai dall'acciaista e..non capisci più un kuraz.

Che questo ti parla di stampi e saldature, raggio raggiungibile e...chi lo sa che...

Quando arrivo al cospetto dell'acciaista, io sono davvero al di là del limite. Gli chiedo un aiuto concreto che sembro un povero naufrago nella tempesta. L'acciaista malgrado la professione inflessibile, è uomo sensibile e, finalmente, mi concede di portare a casa un sample (così il cementista, l'architetto, la sorella, la suocera potranno verificare la messa in pratica dei loro consigli)
"Fatto qui?", la domanda è mia. "Ma nooo..." trasecola e mi guarda come se non conoscessi un'ovvietà, la fine del muro di Berlino, il crollo delle due torri gemelle a NY: "Non ci sono gli stampi raggio 30 - invento- qui nella bergamasca..." "...vengono da Brescia!". Va beh, transeat.

Salgo su in ufficio per la fatturazione. Il lay out architettonico è semplice, sempre lo stesso, officina open space giù, con apertura a serranda ingresso parcheggio, rampa di scale prefabbricate alla cellula ufficio, sospesa nella parte alta del capannone, dove opera in funzione amministrativa la moglie, la madre, la figlia del piccolo imprenditore. Completano l'arredo, oltre ad una scrivania e al "conputer" stufetta e macchinetta del caffè.

In officina, invece, niente riscaldamento, si va con le stagioni. Ci guadagna il fisico.
Qualche anno fa mi divertiva pure, entrare nel merito dell'operatività cantieristica. Oggi, la cosa perlopiù mi lessa i cabasisi...

20 ottobre 2012

Kill Bill...e Renzo, Matteo, Paolo, Marco, Uli, Richard...

Ho resistito alla suggestione e a un certo disgusto per il pulp e l'ho visto. L'Uno e il Due. Kill Bill, Quentin Tarantino al top.
Un monumento (pulp, trash, rutilante, parossistico) all'istinto materno.
La storia.
Bill fa uccidere tutti gli invitati a un matrimonio, il reverendo, la moglie del reverendo, lo sposo e la sposa in stato di gravidanza avanzata. Solo The Bride riesce a sopravvivere. Bill è un gangster cattivissimo, anzi non un gangster, il capo di una banda di sicari, killer a pagamento iperspecializzati.

Anche The Bride era una del gruppo, la capobranco, era la morosa di Bill. Lui la amava e anche lei, bella persa in brodo di giuggiole per il suo morosino così fuori dai soliti schemi..Fino a quando non si scopre incinta. Taglio netto. Capisce che Bill non rappresenta l'ambiente ideale per crescere il piccolo bipede...Fugge, impalma un ragazzone urfido del paesello più urfido dello Stato più urfido degli States e tenta di convolare a urfide nozze in una urfida chiesetta.

La salva dallo sfacelo Bill&The Gang, appunto, sterminando tutti i convenuti. Uscita dal coma dopo 4 lunghi anni, The Bride si accarezza il ventre, ahimè, piatto e liscio come dopo un'indigestione di bifidus, e matura la vendetta. Ammazzare quelli che tentarono di ammazzare lei.

Zac una, zac due, zac tre, zac quattro arriva di fronte al suo perduto amore, che si è tenuto la bambina.

Si scopre che Bill è stato cattivissimo, stra-super-cattivissimo con lei solo perché l'ha amata tantissimo e non sopportava lei l'avesse scaricato. E anche lei lo ama, certo, ma ubi maior, le esigenze della bimbetta che s'intontisce di cartoni e s'ingozza di Kellogs nella stanza d'albergo accanto, minor cessat.

E zac, cinque, muore il Bill. Colpito direttamente al cuore (metaforona!)

Ora. La trama è una stronzata, ma Tarantino non ha bisogno di trame per tessere capolavori. Nella riduzione all'essenziale però, ecco sfolgorare tutti i passaggi fondanti, antropologici da donna a mamma-guerriera Ninja alla difesa dei propri cuccioli.

Una mamma che qui ha il viso di una madonna gotica, rigato di sudore, lacrime e sangue.... Struccata, pallida, spigolosa, picchiata, violentata, vilipesa, consunta, spiritata...The Bride non ha pulsioni erotiche (il sesso quando c'è è solo subìto, aggressione pura) cancellate dalla nuova luminosa missione...

Una mamma che non arretra di fronte a nulla, nemmeno a fare il voltafaccia al suo amore se questi rappresenta un ostacolo alla felicità di lei e della sua creatura.

Lui la uccide(rebbe) per averlo tradito. Lei lo tradisce per amore di loro figlio.

Il che poi, stringi stringi, cambia il cambiabile, è quello che dobbiamo fare un po' tutte.

19 ottobre 2012

I salari tedeschi invece....

I salari in Germania si didono in due.
Qualli di serie A- e quelli di serie B-
Quelli di serie A sono in media superiori ai corrispondenti italiani, anche se non è previsto il TFR. Sono esclusi: dirigenti di alto livello, i politici e le alte sfere della PA, Pubblica Amministrazione, i cui salari sono commensurabilmente più elevati in Italia. Nei salari di serie A- rientrano tutti i lavori specializzati, rivolti alle aziende, inquadrati in un contratto a tempo indeterminato o determinato. La specializzazione comprovata in un campo specifico, vale anche una tesi "pratica" per iniziare, fa la differenza.
Più della lingua, che è importante sì, ma non imprescindibile se si macina un buon inglese (in questi ultimi mesi, per esempio, hanno assunto un moroso di una mia conoscente tedesca come tecnico luci in una tv renana e un infermiere esperto, che non spiccica -ancora- una parola in tedesco...)

Quelli di serie B sono...tutti gli altri. E i salari, se possibile sono peggio che in molte zone d'Italia. Cito:"Il figlio della mia compagna lavora sabato e la domenica in una POMMES bude
e prende 3,50 euro all ora. Nei supermercati del quartiere gli avevano offerto 2,50."
 
Un'altra amica, chimica, conosce quattro lingue, tedesco, inglese, spagnolo e italiano e lavora ai desk per il check in in areoporto. A 7.50 euro l'ora "brutto", cioè lordo. Trasferte a carico suo. 
Il contratto prevede un pacchetto ore settimanali. Chiamata il giorno prima per il giorno dopo. Turni dalle 4 del mattino...
 
Eh, l'erba del vicino non sempre è la più verde...

14 ottobre 2012

Sesso, droga e rock and roll nella Victorian age..

Proprio quando ho deciso che l'epoca dell'accumulo dei libri era finito, dopo plurimi traslochi e memore del senso di leggerezza proveniente dalla liberazione delle zavorre cartacee, ecco che i libri tornano a me. E mi si accumulano, intorno, tanti, pesanti, invadenti, in ogni stanza...

Sto cercando di scendere a patti. Allora, no deciso alla libreria a muro per camuffare l'ingresso dell'appartamento b che andrà ad unirsi all'appartamento a (niente di pomposo, un 60mq calpestabili che s'unisce a un altro 60mq calpestabili...), no all'abbonamento a riviste di qualsiasi genere (con un sigh! per Enogea, che mi fa impazzire come scrive il Masna, e per Topolino, fortuna che mia nipote "di sopra" lo rinnova. Per ora.)

Ho fatto diverse scatole di libri in cantina.
A- contiene libri da far circolare. Alle cene, alle occasioni mondane da qualche tempo come cotillon porto libri letti. Quando c'è agio penso anche ai migliori accostamenti titolo-lettore...Che passatempi da anni '80! Del resto ci ho trascorso i miei 20 anni nei fabulous '80!
B- libri da una botta e via. Cioè libri da leggere e poi come sopra...
C- Libri da tenere. Più per il valore affettivo che per quello editoriale...

Le scoperte migliori le faccio al Purgatorio, scatola B - sempre pensato fosse il luogo meglio tra i 3 aldilà per il clima, la gente, il senso di temporaneo che ti porta a comportarti bene-
Infatti nell'indecisione se tenere o buttare ho creato una quarta scatola, la D. InDecisa. No, che c'entra...

Bon.. "Caro signor Hewson, è passato un anno da quando ebbi sue notizie..nel frattempo la fortuna mi ha favorita in altri modi: io non potrò mai essere felice senza di lei, questo lo so, ma è qualcosa essere ben provvista di denaro e indipendente come sono ora; e se il denaro non è tutto significa tuttavia parecchio, e posso divertirmi a viaggiare, o in qualunque altro modo mi piaccia...Viene mai a Dublino? Se le capitasse potremmo facilmente incontrarci. Non so che cosa mai penserà di me per quanto le scrivo, e non potrei sopportare l'eventualità di non ricevere alcuna risposta da lei, se non fosse che ho tante occupazioni piacevoli sulle quali ripiegare.

Rimango sempre molto sinceramente sua Margaret E. Fountaine
da: Amori e farfalle, Arcana editore

Questa lettera, con la quale inizia la sua lunga e avventurosa vita fuori dal guscio materno la signorina Fountaine, ha molto ridimensionato la mia idea sulla vita al femminile del passato.
La lettera è datata 1890. Piena epoca Vittoriana. Chi la scrive è una "vergine fanciulla" di buona famiglia, che così direttamente e concretamente si offre al suo amore. Un umile e assai plebeo cantore del coro di Nordwich, Inghilterra (lui se la spupazzerà a Dublino, ma impaurito dall'impegno e probabilmente conscio della differenza di classe e di reddito, se la batterà giusto al limitar delle nozze -un classico- lasciando la nostra sola ad affrontare il pubblico ludibrio...)
Tanti i dettagli in contro-stereotipo.
Uno, non sembra tanto vero che all'epoca i matrimoni si combinavano contro la volontà delle future spose. In questo caso, per esempio, la cocciuta Margaret circuisce il cantore e poi comunica il fidanzamento in casa, nessuno è felice, ma tant'è. Certo, le buone unioni si incentivavano alquanto, creando un ambiente consono...feste, incontri, visite...Tutta la famiglia si attivava e ridisegnava i suoi impegni per sposare bene la figliola...Ma, eccezioni a parte, NON si obbligava la candidata. La quale, vo' scoprendo anche nelle pieghe di altri testi, in plurimi casi non era affatto giovane...e questo è il punto Due
Margaret, quando scrive la lettera citata ha già 26 anni suonati, ma nulla di ciò che fa e che racconta sembra suggerire che sia fuori tempo...sarà in odore di matrimonio una decina d'anni più tardi, e pure una ventina d'anni più tardi...sua stessa madre, del resto si era sposata 30 enne -sfornando ben 8 figli-

Più avanti, in un altra lettera, ormai più che 40 enne, riflette sull'opportunità o meno di dar vita a un figlio (concedendo che sì, qualche probabilità in meno poteva averla rispetto a qualche anno prima...) Ciò significa che le primipare attempate, in Inghilterra, tra le famiglie benestanti, non erano poi eventi inconsueti...
Tutte le conoscenti donne di cui si cita il matrimonio "convolano" over 30...
Tre. Il denaro, allora come oggi era un potente acceleratore d'indipendenza. E anche le donne quando avevano denaro "loro", godevano di una libertà straordinaria. Viaggiavano all'interno di una rete di parenti, amici di parenti, consoli, conoscenti...ma che viaggiare! Francia, Italia, Germania, ma anche India, Birmania, Sudafrica...In più con la quasi sicurezza della propria incolumità data dal fatto di essere donna bene e inglese, i padroni del mondo, ricorda la Margaret in un passaggio (anche il fatto che era un'armalazza di un metro e settantacinque e due spalle così avrà senz'altro giovato...). Lei, indubbiamente era incredibilmente vocata all'avventura e ai viaggi estremi...ma anche prendendo come riferimento le sue sorelle, uè!, non si fermavano un attimo...
Va da sé che servizi postali, vie di comunicazione, bed and breackfast e servizi di hotelleria, erano davvero molto più evoluti e diffusi di quanto potremmo pensare ora per allora e disponibili anche a donne single e non maritate...
Ad un certo punto la Margaret scopre la bicicletta, mica poi on the road da molto, e a cavallo di questa con ai piedi scarpe da tennis, si mette a viaggiare, insieme con la sorella...dall'Inghilterra alla Francia, all'Italia, attraversando tutta la Liguria! Incredibile dictu, per strada incontrano pure un'altra biker tedesca: "in abito e mantello neri che viaggiava sola con un revolver per difendere la sua verginità..."
C'è da trasecolare...
Quattro. Le famiglie erano molto più sciolte. Sì, sì...proprio così. Margaret torna a casa sì e no due volte l'anno, per pochi mesi sempre, e se c'è in caso di lutti, matrimoni, battesimi delle amiche e sorelle bene, se no ciccia. Persino quando stira "Mamma" e passa a miglior vita, mamma in italiano nel testo, si dispiace un pochetto che non era lì, ma niente di più...Certo non c'erano i cellulari e neppure i telefoni, le distanze si coprivano in ore di carrozza...Ma emerge forte e chiaro il concetto che quando potevi permetterti la tua vita quella veniva soprattutto e sopra tutti.
Cinque. Agli uomini e alle donne piaceva flirtare. Comunque e sempre, quasi un obbligo, tra giovani e meno giovani, brutti e belli, con grande tolleranza per le differenze d'età anche sostenute. Sia in un senso, maschio adulto e ragazza, che nell'altro...La nostra alfin si lega a un turco biondo di nome Khalil che ha una quindicina di anni meno di lei...pare pure che gli rifili un cornino, a 60 suonati, con un ballerino brasiliano...Del resto anche nell'Educazione Sentimentale di Flaubert, il protagonista s'intrattiene con donne di almeno 10 anni più di lui, anche 20, e nessuno trova nulla di anomalo...
Sei. Il divorzio esisteva. Era riconosciuto anche per la donna, con regole a volte considerate troppo sbrigative come quelle ungheresi: "Il dottor Popovich aveva tre figlie tutte sposate a vario titolo, tutte bellissime... anche la seconda era stata sposata ma aveva divorziato  e la sentenza, m'informò, era stata ottenuta in questo modo: -Io vado in tribunale e dico "quest'uomo è pazzo, non posso vivere con lui"
-il tribunale mi dà il divorzio e così tutto è finito."
Sette. A dispetto delle malattie infettive, che ti facevano passare di qua a là in un amen, M. perde via via tre sorelle, delle enormi differenze di lingue e culture tra i popoli, della fragilità delle fortune e delle rendite, del sostanziale distacco emotivo tra le persone, anche nella stessa famiglia, e dell'etichetta a volte soverchiante, si respira alla fine dell'800, dalla testimonianza di questa donna, una dimensione di leggerezza... di positività, di fiducia nel futuro, di capacità di sorprendersi, di affrontare le situazioni così come avvengono, di vivere il presente con intensità, la solida certezza che il progresso avrebbe risolto tutti i mali...
Tutte cose che mi fanno rimpiangere di essere vissuta dopo la stretta soffocante delle due guerre mondiali. In secoli bui e coercitivi, e solo a sprazzi illuminati, come i cieli dei quadri di El Greco.


Quanto durerà...

Prima sono stata irremovibile: "A letto nel lettone, poi però ognuno al suo posto." 
La coerenza è fattore educativo importante, la chiave dell'autorevolezza genitoriale.
Allora poi vado di là, in camera, anche se molto meno motivata dopo un paio d'ore di serena solitudine, al calduccio della stufa. Che ho acceso oggi, tanto per contrastare quel brivido d'autunno che è penetrato in casa..

Accendo la luce nel corridoio, mi avvicino al letto e...li scopro così, stretti stretti, addormentati, abbracciati. Mi fermo a guardarli...come sono belli i bambini quando dormono. La Ari si sposta di lato e il cuginetto ridisegna la sua posizione, e torna ad allungare il braccio sul fianco di lei. Dopo un paio di attimi anche lei risponde allungando il suo braccio. E, di nuovo, si riabbracciano.

(C'è sempre stata una speciale intimità tra i due piccoli della famiglia, sei mesi di differenza d'età l'uno con l'altra. Fin dall'inizio hanno condiviso giochi e attitudini. Entrambi quando vedono/fanno qualcosa che piace tendono a cancellare tutto il resto intorno. Effetto Photoshop lo chiamo . Entrambi sono degli entusiasti. Entrambi sono attivi. Hanno bisogno dell'aria aperta.)

Hanno qualcosa, i bambini, nei loro movimenti, gesti, espressioni che sembra eterno ed immutabile, pur soggetto al costante cambiamento. Un po' come la Natura: i paesaggi, lo scorrere del fiume, i temporali, le stagioni, il fuoco. Quando li guardi, i paesaggi, lo scorrere del fiume, i temporali, le stagioni, il fuoco, ecco "sono". Anche se cambiano di lì a poco. Chissà se mi sono spiegata...

Li guardo, li respiro, quei due corpicini stretti l'uno all'altro, i visini beati e sorridenti. E vorrei solo che fosse sempre così: loro abbracciati che dormono, io avvolta nello scialle che li guardo, appoggiata allo stipite della porta, le fioca luce che filtra dal corridoio...e fuori, oltre la finestra, la prima intirizzita notte d'autunno.

Poi mi riscuoto. Chiudo la porta, torno in soggiorno.
Non so dove l'ho letto...l'incoerenza irrita. La coerenza ammazza.


13 ottobre 2012

Tartar Cream, bitte.

Oggi ho cucinato una crostata. E mentre giuntavo gli ingredienti m'è sovvenuta una scena gustosa, delle tante, nei miei primi tempi da expat. Allora come ora non metto lievito chimico nei dolci...l'amarognolo lo sento, malgrado la vaniglietta posticcia che c'aggiungono, per cui o lascio l'impasto tale e quale o ci metto un pizzico di cremor tartaro.

Che tra l'altro è l'ingrediente principale, se ben ricordo, dei vari Bertolini, Pane degli angeli et similia...Vabbuoh. Un giorno qualunque di vari anni fa, come oggi voglio fare una crostata e manca il cremor tartaro. Confidando nella competenza linguistica dei locali, mi avventuro alla Rewe.

"I am doing a crostata", sicuro come il mondo che sanno cosa è, qui conoscono ogni ricetta italiana del cucchiaio d'argento....Uhm, tranne la crostata. Scopro poco dopo.

Non demordo: "It's a cake, I will need some...Tartar cream."
Sbigottimento totale...Non demordo: "kind of yeast for cakes and cookies..."
Sbigottimento totale. Demordo.

Scopro poi, grazie al tam tam di amiche e conoscenti che il Cremor tartaro c'è, non credete a chi vi dice che in Germania si mangia male, che si può mangiare molto bene, trovi quello che vuoi e anche a dei prezzi raggiungibili, c'è e si chiama Weinstein.

Che è pure più logico. Ora vado a vedere com'è che noi invece gli abbiamo dato il nome fantasia...

9 ottobre 2012

Come è che io e la Ari abbiamo perso l'aereo...

Sarà l'86esimo, no il 76esimo...sto calcolando mentalmente quanti voli Bergamo Dusseldorf ci siamo sciroppate, dal 2006 a oggi io e la Ari. Siamo al gate per Weeze. Abbiamo superato il check Ryanair, passato la security, scantonato il deli-tour dell'aeroporto di Orio al serio...che prima era un aeroporto militare, poi un aeroclub, indi una pista di atterraggio secondaria di Linate in caso di chiusura per nebbia. Cioè praticamente da novembre a marzo.
Poi hanno ampliato il parcheggio e le piste d'atterraggio ed è divenuto un hub dei voli low cost. Per anni le infrastrutture sono rimaste le stesse, così per anni tutti, personale di bordo e di terra, operai, addetti alla ristorazione, passeggeri in partenza e in arrivo, parenti e amici in attesa, tutti dicevo si circolava in un corridoio largo una decina di metri, via: forse quindici.
Le collisioni tra i pedoni non si contavano.
Era anche divertente, un'atmosfera da Far West, con le macchine che parcheggiavano ovunque per lo scarico passeggeri, e la polvere dello sterrato che s'involava alta nel cielo, i pedoni in disordine sparso, gli stand dell'autostradale con l'omino al megafono per richiamare l'attenzione, i taxi come squali nell'oceano che tallonavano gli stranieri straniti girovaghi, i giovani che bivaccavano incuranti sulle scomode panchine di ferro in attesa del volo per Amsterdam delle 3:05 del mattino...
All'alba, certo! Che i voli notturni da e per Orio sono stati tollerati per un tempo incredibile dalla cittadinanza stessa, figurati dalle istituzioni... A dispetto delle leggi europee, ma soprattutto delle leggi del buon senso civile...E' l'effetto Ilva, temo. L'imprenditore al Nord ha una buona immagine (meglio se "fatto da sé", 'gnorante come un bucefalo e maschilista. Fa leadership...)
L'imprenditore che offre posti di lavoro al Nord è come San Gennaro al Sud. Forse meglio che piace anche a quelli della sinistra storica , nuovi posti di lavoro, nuovi operai...Operai che invece diventano essi stessi i primi difensori del posto di lavoro, dell'azienda, degli interessi dell'imprenditore.
La pacchia in qualche modo è finita. O almeno limitata. Ci sono state proteste, comitati, qualcuno ha fatto notare la perdita di rivendibilità delle abitazioni in molte zone funestate dal passaggio degli aerei notturni; pare che Ryanair non paghi i contributi per i suoi addetti italiani...anche sul fronte architettonico il Far West ha terminato la sua stagione più spontanea e le baracche hanno lasciato il posto a un nuovo progetto di ristrutturazione che ha coinvolto il corpo centrale dell'aeroporto e i parcheggi. Da un paio d'anni sembra di camminare in una gastronomia trendy. Una texture codice a barre verdolina riveste le pareti, i negozi si alternano vendendo i frutti del made in Italy, edibili e non. Con una netta prevalenza dei primi. La crisi che avanza.
Rimangono alcune costanti: le macchine in parcheggio selvaggio -i posti per il kiss and fly sono decisamente ridotti rispetto alle necessità, altoparlanti gracchianti grammelot inintelleggibili, segnaletica poco chiara, fagocitata da insegne chiassose e distraenti.
Soprattutto resta la lotta quotidiana alle arzigogolate imposizioni di imbarco Ryanair.
Se avessi una bomba non ho dubbi, la tirerei sull'Headquarter della compagnia Irlandese. Che ha fatto dell'espediente lambiccato la propria mission. Un monumento moderno all'Azzeccagarbugli manzoniano.
A- la prenotazione è solo on line, se la stampi dopo le 12 ore precedenti l'imbarco sono 40 euro
B- se hai bimbi e/o sei infortunato mica hai la precedenza. Devi pagare di più e chiedere la priority
C- non si possono prenotare i posti, indi ogni volo è una corsa alla diligenza, vincono i più giovani e forti
D- non puoi portare più di un bagaglio a testa. Meglio, puoi portarlo, ma ogni extra costa 40 euro a tratta (il costo aumenta ogni volta che qualche ente obbliga Ryanair a rispettare regole minime di comunicazione trasparente)
E- la borsetta, il pullover, il giornale...tutto deve stare nel bagaglio

Chi c'è passato lo sa. Basta che la valigia non scivoli in una specie di cilindro tubolare bliu e giallo che definisce le misure standard e zac! Multa. Anche se l'ingombro è contenuto e solo diversamente distribuito. Le mamme con bimbi e la borsa coi ciucci a tracolla, via! In valigia. Se non ci sta, pagare! Una volta a bordo sta ai passeggeri contrattare le disposizioni di poltrone. Io che viaggio spesso con Ari devo spesso armarmi di pazienza e convincere qualcuno a lasciarci due posti vicini. Mica finita, una volta a bordo si pone il problema della stiva bagagli. Che le cappelliere sono quasi sempre piene.
Le hostess ti possono piazzare le valige una in cima e l'altra in fondo alla cabina, così che quando si atterra devi aspettare che l'aeromobile sia vuota, prima di recuperarle.

Questo è il (dis)servizio Ryanair di default. Poi, in caso di accidenti c'è di meglio. Di peggio. Ari un giorno stava poco bene. In aereo chiedemmo una coperta per contrastare il freddo. Niente coperte e niente aspirina. Una gentile hostess mi diede il suo scialle e così fu.

Ora siamo tranquille, sedute, una mezz'oretta d'anticipo sull'ora indicata dal display del gate per WEEZE, davanti a noi. Mi appisolo per qualche minuto, un brusio acceso mi riscuote, la gente è aumentata e ora invade lo spazio visivo tra noi e il cancelletto. E, come sempre tutto avviene in un secondo, Ari mi strattona la maglia e mi mostra il Topolino che sta leggendo, macchie di sangue piovono come pioggia di marzo, guardo il visino di mia figlia, cielo! l'epistassi, afferro il fazzoletto dalla borsa, anche i vicini di sedia mi forniscono kleenex a go-go, il sangue cola, "vada la bar che le danno il ghiaccio", non voglio muovermi che so che tra poco ci imbarcarchiamo, una signora in piedi davanti a noi mi allunga una bottiglietta d'acqua, il sangue cola, "metta questa sulla fronte." Afferro da una mano una specie di medusa gelata, la metto sulla fronte della Ari, e il sangue non cola più. L'emorragia si è bloccata. Respiro di sollievo. Ringrazio i presenti, sempre accalcati intorno a noi. Mi alzo dalla sedia, controllo il display: PESCARA.
Non credo ai miei occhi. Come PESCARA. C'era scritto WEEZE.
"Hanno spostato il gate?" Chiedo, sconcertata.
"No, il volo per Parigi è sempre qui all'8." Risponde la signora della bottiglietta.
"No, per Dusseldorf! Al 7!"..."...Ma è già partito, poco fa."
Ed è così che abbiamo perso l'aereo.
A 4 metri dal cancelletto del gate.
E, per il nostro 86°, o 76°volo Ddorf-Orio abbiamo cambiato scalo e siamo atterrati ad Eindhoven.
Olanda. Ma questa è un'altra storia.