Ieri un amico ha citato la ritorcitura neolitica. Così, iperbolicamente, come un'assurdità alla Crozza Bersani. Presente quando comincia con i tormentoni dei: "Ma ragassi, siam mica qui a contare i puntini delle coccinelle.."
Ecco. Quando si deve identificare un'attività inutile, improbabile io faccio ricorso all'
uncinetto acrobatico. Che la ritorcitura neolitica esiste. Mi ha appassionato per un annetto circa. Il porta aglio che penzola in cucina risale a quel periodo. Nasce come astuccio penico (appena scarico le foto che ho sul cellulare lo riprendo e lo mostro. In tutto il suo turgore.)
Ripensando alle fugaci passioni, balzane, della mia vita, ecco a cosa mi sono appassionata in Germania.
La lana cotta o Walkwolle. Qui cascano -quasi- tutte. Berretti, borse, babbucce... Non c'è via a Ddorf che non abbia un angolo dedicato a queste goffe cosucce d'altri tempi. Anche da noi! basta frequentare i mercatini shabby chic, ecofriendly, artigiani...
Allora, un giorno con l'amica spagnola siamo andate da una signora, considerata un portento nel circolo delle "mani di fata". Un posto in c...ai lupi. Una casa triste, affastellata di oggetti di ogni tipo. In una sala umida, un tavolone centrale. Sul tavolone tre bacinelle piene d'acqua fredda, tante quante noi malcapitate, tre grattugge di legno grezzo, semi immerse, e tre tocchi di sapone di Marsiglia. Scelti i bioccoli di lana colorata, e alè...via a strofinare. Anzi a follare, in gergo tecnico.
Cinque ore al freddo e le mani rosse e ghiacce per produrre un baghet sbilenco e un malconcio fiore a guisa di coperchio. Pagato pure una mezza fortuna. Da allora appena intravedo penzolare uno di questi ammennicoli da zampognaro, mi volto dall'altra parte. Mi vengono i geloni.
Dopo la lana cotta, le collane
fai da te. La buona bigiotteria in Germania è rara. E cara. Anche i gioielli, in realtà...le ragazze si sfogano creando i loro monili. Con un'altra amica siamo andate a un workshop. Ricordo di aver aspettato un pò. Fuori dal negozio. Sempre al freddo, ovvio. Ecco il negozio:
Poi è arrivata la mani di fata di turno. Giapponese, stavolta. L'inizio è stato intrigante. Comporre la sfera centrale, con gli strass, scegliere i nastrini
ton sur ton, fare i nodini per fermarli...ma arrivati al fermaglio..che patimento. Allora, le chiusure standard proposte erano pacchiane, ci stava qualcosa di meno vistoso.
La Jap ha afferrato il mio gingillo, l'ha nobilitato con un nodo bellissimo, complessissimo, irriproducibile. Poi me lo ha restituito con l'incarico di agganciarci tre o quattro sferette in similargento per chiudere la composizione...Arghh! Pinzetta, lucetta da orafo, le pallette che schizzavano di qua e di là...L'amica, lei paziente, ha portato a compimento l'opera. Io no.
Morale, tra il tempo perso e i soldi spesi, materiale e stage, forse ci stava una bella collana nuova. In Italia ;-)
Ma tra tutte, l'attività più ridicola e, considerando i risultati, più frustrante che mi sono impegnata a fare, per ingannare il tempo e conoscere gente nuova è proprio questa:
E' così. C'aggia dovuto fa pe' socializza'...